La Giornata Bambini Vittime fa 25. Don Di Noto: stare dalla parte dei piccoli

Vatican News

Adriana Masotti – Città del Vaticano

Ad organizzare questa 25.esima Giornata Bambini Vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza è, come ogni anno, l’Associazione Meter, onlus fondata da don Fortunato Di Noto, sacerdote di Avola, in provincia di Siracusa. Non solo l’organizzazione, ma l’iniziativa stessa si deve a don Di Noto, quale forte richiamo a tutelare i minori da ogni forma di sopruso. La Giornata Bambini Vittime è così importante che si estende per un’intera settimana: da domenica 25 aprile a domenica 2 maggio. Il tema dell’edizione 2021 è: “Ogni bambino deve essere liberato”. Quest’anno – informa una nota – la ricorrenza cade in un momento storico eccezionale a causa della pandemia da Covid-19, per questo sono stati pensati momenti di approfondimento, di preghiera e attività che non prevedano assembramenti e che si possano condividere sul web, coinvolgendo soprattutto le scuole e le parrocchie.

Iniziative di Meter per la Giornata 2021

Due le iniziative principali proposte a grandi e piccoli per la realizzazione di altrettante mostre virtuali che compariranno sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram di Meter: la prima si intitola “Ti dono la mia infanzia felice” ed è riservata ai minori tra 6 e i 10 anni. Ai bambini si chiede di fotografare un oggetto particolarmente significativo della loro infanzia, accompagnandolo con un nastro giallo, il colore della luce e della gioia, e con una breve riflessione. La seconda, denominata “Scatti e non scarti”, è rivolta invece a ragazzi delle scuole superiori e agli adulti. La fotografia richiesta, in questo caso, dovrà essere quella di un oggetto, un elemento naturalistico o anche un essere vivente che richiami il messaggio della tutela, della protezione e del sostegno dell’infanzia. Tutti gli scatti, contrassegnati da un titolo e dal nome dell’autore, andranno inviati per email, entro il 28 aprile, all’indirizzo [email protected]

Occorre tenere alta l’attenzione sul fenomeno

Il 26 aprile alle ore 18.30, si terrà poi una diretta on line, sui social dell’associazione, con don Fortunato Di Noto e Luca Collodi, caporedattore di Radio Vaticana-VaticanNews per affrontare il tema delle violenze sui minori e parlare del lavoro di contrasto alla pedofilia di Meter onlus. I crimini sui minori non sono diminuiti. “A maggior ragione – si legge ancora nella nota – continueremo a tenere alta l’attenzione sull’abuso, perché in nessun modo, luogo o forma i bambini debbano sperimentare il dolore”.

Una Giornata cresciuta anno dopo anno

Istituita nel 1995, la Giornata Bambini Vittime vuol “ricordare a tutti il valore e la sofferenza causata ai più piccoli da violenza, sfruttamento e indifferenza” e nel tempo si è imposta all’attenzione di istituzioni, persone e comunità. Gli aderenti all’iniziativa spesso hanno partecipato, nella giornata conclusiva dell’evento, all’Angelus del Papa in Piazza San Pietro, ricevendo incoraggiamento e parole di gratitudine. L’edizione di quest’anno è la 25.esima e viene spontaneo guardare un momento indietro, alla strada percorsa. Al microfono di Vatican News è lo stesso don Fortunato Di Noto a farne per noi una sorta di bilancio:

Ascolta l’intervista a don Fortunato Di Noto

R. – E’ stata una strada lunga, impervia, difficile però una strada che è nata nel profondo sud della Sicilia, e in una parrocchia di periferia, questa è la cosa più interessante, la parrocchia Madonna del Carmine di Avola, dove un gruppo di famiglie, a seguito di alcuni eventi tragici legati ai bambini, si è data da fare, impegnandosi per prime in Italia e nel mondo contro la pedofilia e pedopornografia on line e soprattutto per contrastare un’assurda e illogica giornata che era quella dell’orgoglio pedofilo. Abbiamo pensato di dare una risposta a tutto questo. Ricordo che la prima Giornata Bambini Vittime era chiamata la Giornata dei fiori recisi e, anno dopo anno, questa iniziativa è cresciuta, abbiamo ricevuto il sostegno anche da parte prima di Benedetto XVI e poi di Papa Francesco che ci ha ricevuti e incoraggiati e questo ci ha confermato che avevamo preso una strada giusta, una strada buona per sensibilizzare, per dare segni visibili che è possibile cambiare le cose, soprattutto dare risposta alla sofferenza dei bambini che è una cosa veramente drammatica.

25 anni dopo, c’è più sensibilità da parte della società nei confronti di questo dramma della pedofilia e della pedopornografia?

R. – Parlare di pedofilia è sempre ricevere un pugno allo stomaco, a volte può arrivare anche a paralizzare. Qui stiamo parlando veramente di inenarrabili violenze a neonati, a bambini che sono diventati non solo scarto, ma business nelle mani delle organizzazioni criminali: ci sono milioni di persone con questa perversione pedofila che vogliono bambini, chiedono materiale e viene prodotto, perchè il materiale che poi viene immesso è la testimonianza vivente di bambini già abusati. E’ un fenomeno drammatico perchè se pensiamo che nel 2019 al Congresso mondiale promosso dalla Santa Sede è stato detto che, solo in Europa, sono circa 19 milioni i minori abusati sessualmente, voi capite che possiamo ipotizzare altrettanti milioni di predatori di bambini, se poi guardiamo a tutto il mondo, il problema è serio, globale e drammatico. Certamente è cambiata un po’ la sensibilità, la coscienza di uomini e donne di buona volontà che hanno cercato e cercano di reagire. Le istituzioni, a mio modesto parere, devono fare ancora molto di più e probabilmente anche mettersi d’accordo se l’abuso sessuale sui minori possiamo definirlo, senza remore e senza discussioni, un crimine contro la piccola umanità, perché quei bambini sono fratellini e sorelline di noi tutti.

Quando le ho chiesto una sorta di bilancio di questi 25 anni, lei mi ha raccontato un po’ le origini del vostro impegno, ma sono stati raggiunti anche dei risultati….

R. – Ma certo che ce ne sono stati. Innanzitutto la gente reagisce, denuncia di più, facendo riferimento anche a Meter, sia la Chiesa che la società, all’inizio eravamo soli, ora l’appuntamento che ci diamo a piazza San Pietro è diventato veramente un popolo che si incontra e soprattutto si sono fatte nuove leggi, la Chiesa ha risposto in maniera più efficace a questi problemi anche legati al mondo dei sacerdoti e quindi ha affrontato il problema degli abusi in maniera decisa. Si tratta di una storia, di un patrimonio che ci permette di vedere cose buone e che ci sostiene nel far sì che ogni bambino sempre di più sia liberato da questa forma di schiavitù. E’ un impegno che va avanti e che deve continuare.

Il tema della Giornata di quest’anno è proprio: “Ogni bambino deve essere liberato”, fa pensare al fatto che non basta bloccare i siti pedopornografici o i gruppi criminali che fanno dei bambini una merce, ma occorre anche liberare proprio i bambini vittime di abusi. E’ così?

R. – Ma certo, perchè la pornografia e la pedopornografia è ormai una nuova forma di schiavitù. Dobbiamo sempre considerare che anche attraverso internet il traffico dei bambini e il loro reclutamento è qualcosa di evidente, di chiaro. Le organizzazioni criminali schiavizzano i bambini, si tenga presente che ogni foto, ogni video con un bambino, ritrae un bambino reale che è stato prelevato, un bambino che è stato sfruttato, un bambino che viene abusato anche per anni. Allora, non conta tanto chiudere un sito, perché se ne aprono altri centomila, ma l’importante è trovare chi ha reclutato, chi ha messo le foto, chi ha organizzato e in questo la collaborazione è fondamentale a livello globale. L’impegno per individuare i bambini fa parte della storia di Meter, in tutti questi anni abbiamo cercato di favorire la possibilità di individuare i bambini abusati e violati. E questa è la dimostrazione che si può fare ancora molto di più, sempre di più, per quei bambini, che sono persone vere, persone a immagine e somiglianza di Dio, quindi manifestazione di una vita da rispettare e credo che tutti ci dobbiamo impegnare a fare questo tipo di servizio ciascuno nel proprio ruolo e grado di responsabilità.

Cosa ciascuno di noi può fare per contribuire alla lotta alla pedofilia e per il rispetto di ciascun bambino?

R. – Sono tanti i gesti che possiamo fare: garantire la tutela e la crescita integrale della persona e quindi dei bambini, e di conseguenza far sì che dove c’è un bambino ci siano luoghi e persone che vigilino perché il male non venga mai a ferire un piccolo. Possiamo dar vita ad una campagna di informazione, si può ragionare insieme, ci si può incontrare per parlare di questo tema, si può diffondere la Giornata Bambini Vittime. Certamente si possono creare percorsi che permettano di diventare responsabili in tutte le comunità ecclesiali. E’ stato Papa Francesco a dire che tutti i battezzati siamo chiamati ad operare e a stare dalla parte dei bambini. Ogni piccolo gesto che può portare speranza è certamente una possibilità per riscattarli e per farli vivere bene. E perché no, dire e dichiarare che Dio sta dalla parte dei bambini, credo che sia forse l’impegno più grande e più intelligente che possiamo fare perché non accada mai più del male ai piccoli.