“La gioia di essere liberi!”, il nuovo programma social a cura di Salvatore Martinez

Vatican News

Debora Donnini – Città del Vaticano

Al via da oggi fino al 30 marzo il nuovo programma social “La gioia di essere liberi!” curato da Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, che nato in Italia agli inizi degli anni ’70 si configura oggi come un movimento ecclesiale. La trasmissione sarà composta da un cammino di 11 appuntamenti settimanali, trasmessi ogni martedì alle ore 14.30 sulla pagina ufficiale Facebook e sul canale YouTube del Rinnovamento.

Centrale il versetto di San Paolo che ispira le puntate: “Cristo ci ha liberati per la libertà!” (Gal 5, 1). Un tema, questo della libertà dell’uomo, che ha stimolato la riflessione dei Papi. Alla memoria viene, per fare un esempio, il secondo volume dei testi scelti di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI intitolato “Liberare la libertà – Fede e politica nel terzo millennio” con la prefazione di Papa Francesco. Il perno del discorso sulla libertà è che la vera redenzione dell’uomo si trova nella “completa dipendenza dall’amore” di Dio che è “vera libertà”. Un campo vasto, dunque, quello della libertà con le sue diverse sfaccettature di fede, esistenziali, di azione nella realtà sociale, di scelte concrete. E così importante per il cristianesimo, come conferma appunto anche la volontà di far ruotare questa nuova trasmissione social del Rinnovamento nello Spirito Santo proprio attorno alle due parole gioia e libertà. Abbiamo chiesto a Salvatore Martinez, come si articoleranno dunque le diverse puntate:

Ascolta l’intervista a Salvatore Martinez

R. – “La gioia di essere liberi” sarà un cammino in 11 tappe; 11 appuntamenti settimanali, per stimolare la nostra personale conversione interiore. Una sfida: provare a risentire forti, vere, necessarie le “ragioni dello Spirito”: dove c’è Lui – ricorda san Paolo – c’è libertà. E così ridelineare il bene grande della “libertà cristiana”. Undici i temi che saranno proposti: liberi dal male – liberi dalla paura di vivere – liberi dalla solitudine – liberi dal passato – liberi di perdonare – liberi di amare – liberi di pregare – liberi di confessare la fede – liberi di servire – liberi di fare il bene – liberi di dare la vita in ciò in cui si crede. La gioia cristiana, che è sempre frutto dell’amore per Dio, per sé stessi e per gli altri, diviene così il “misuratore” della nostra libertà di essere uomini e donne del nostro tempo, incarnati senza fare sconti alla portata paradossale del Vangelo di Gesù. Il format di ogni trasmissione, della durata di 5/6 minuti, si muove intorno al tema proposto, facendo interagire brani delle Sacre Scritture, foto di attualità, pensieri della letteratura universale, preghiere di santi e di grandi uomini di Chiesa. La grafica moderna e interattiva fa il resto, per confezionare un messaggio che è di evangelizzazione dei lontani e di rievangelizzazione dei vicini.

Gioia e libertà sono dunque le due parole chiavi del titolo e del tempo che viviamo. Con quale intenzione il Rinnovamento e lei, in veste di presidente, affrontate questi 11 appuntamenti?

R. – Sì, il binomio gioia e libertà può aiutarci a cogliere meglio il tempo che viviamo e il futuro che vogliamo. Il Pontificato di Francesco ci mostra, da anni, le prigionie dell’uomo moderno e il desiderio del cuore di ogni uomo di sperimentare la liberazione dal male. La Chiesa è stata e rimane il più potente strumento nelle mani dello Spirito per indicare agli uomini il “cammino della libertà”, per esortare i credenti a far vincere il bene sul male, l’amore sulla morte, in quell’incessante combattimento interiore dal quale nessuno di noi sarà mai esentato. Gesù è chiaro: il male alberga nel cuore dell’uomo; è il cuore dell’uomo che contamina la storia se non è allenato al bene, al bene comune. La vera rivoluzione spirituale del cristianesimo sta, dunque, tutta nella nostra capacità di essere portatori di una “libertà liberante”.

In un anno di paura, sconforto, lockdown e limitazioni di ogni tipo, risuona ancora più forte nel cuore il desiderio di libertà. In che senso e in che modo la libertà è coniugata con la fede?

R. – Il coronavirus, in fondo, rappresenta una grande provocazione alla libertà di amare e di liberare misericordia: dinanzi alle sofferenze degli anziani ci siamo ritrovati tutti memori del dono della vita, specie quando questa finisce, e così la parola eutanasia ha lasciato il posto a compassione; dinanzi ai poveri e agli impoveriti alle rivendicazioni di piazza si sono sostituiti i gesti di solidarietà “dal basso”, una carità operosa che ha contagiato tutti e che fatto delle famiglie dei monumenti alla responsabilità sociale; dinanzi alla paura di morire, di rimanere soli, di non poter più vivere comunitariamente la fede, abbiamo visto rifiorire la preghiera, un nuovo amore per il Papa e per la Chiesa, atteggiamenti spirituali e una sobrietà evangelica che i giovani non avevano mai conosciuto. Tutto questo, e molto altro ancora, racconta cosa fa la fede quando è sfidata; quando siamo messi dinanzi alla scelta di “credere” o “cedere”. Occorrerà adesso proseguire con questo atteggiamento di unità, perché i tempi sono ardui e, come ricorda Papa Francesco in Fratelli tutti, “nessuno si salva da solo “, nessuno può farcela senza l’altro. Sarà questo un decisivo esercizio di libertà: custodire l’altro per ricostruire insieme!

Qual è il legame del tema della trasmissione con il Triduo pasquale?

R. – Il programma social La gioia di essere liberi è stato pensato per giungere dritti alla Settimana Santa; la Quaresima è il tempo del rinnovamento spirituale, i giorni nei quali la nostra libertà e la gioia di essere liberi trovano in Gesù la massima realizzazione possibile. La Pasqua sia davvero la risurrezione di donne e uomini nuovi, persone coraggiose nel dare la vita per ciò in cui credono, pronte a pagare il prezzo della libertà senza fare sconti al Vangelo che salva, dunque libera l’uomo, ogni uomo, tutto l’uomo. Non c’è gioia più grande del sapere che tutto questo è possibile e che noi possiamo esserne un segno!