Carolina Montero Orphanopoulos, ricercatrice all’università cattolica Silva Henríquez di Santiago del Cile, ha vinto con una pubblicazione su una categoria essenziale, la cui “integrazione nella teologia morale contemporanea è un compito fondamentale e urgente”. La consegna del riconoscimento il 27 febbraio all’Istituto Maria Bambina, a Roma, con il cardinale Parolin. Prevista anche tavola rotonda sull’impatto della vulnerabilità per Paesi, aziende, società
Vatican News
L’opera Vulnerability. Towards a more humane ethics (Vulnerabilità. Verso un’Etica più Umana), di Carolina Montero Orphanopoulos, ha vinto la sesta edizione del Premio internazionale “Economia e società”, per la sezione pubblicazioni, promosso dalla Fondazione Centesimus Annus-Pro Pontifice. La cerimonia di consegna del riconoscimento si svolgerà a Roma, martedì 27 febbraio alle 16, presso l’Istituto Maria Bambina, nella sala Giovanni Paolo II, e sarà presieduta dal segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, che pronuncerà un discorso a chiusura dell’evento. La Laudatio dell’opera premiata sarà pronunciata dal cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, presidente della Giuria.
Il Premio
Il Premio viene conferito ogni due anni a pubblicazioni in ambito economico e sociale che si contraddistinguono per fornire un contributo originale all’approfondimento e all’applicazione della Dottrina sociale della Chiesa e sono di riconosciuta solidità dottrinale, nonché comprensibili al grande pubblico. Per la sezione borse di studio – III edizione, a cadenza annuale e riservate a giovani ricercatori under 35, i vincitori sono: Sebastian Panreck, The Effect of Market Integration on Fairness Behaviour, Westfälische Wilhelmsuniversität (Münster) e Andrea Roncella, After Shareholder Capitalism: the Purpose-Commitment Organization, Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano).
Un’opera sulla vulnerabilità
Carolina Montero Orphanopoulos è ricercatrice presso l’Università cattolica Silva Henríquez di Santiago (Cile). Dopo la laurea in Teologia Morale e Prassi della Vita Cristiana ha conseguito il Master in Bioetica. La sua opera indaga la condizione di vulnerabilità come apertura costitutiva dell’essere umano, condizione di essere permeabile, poroso, influenzato e trasformato nell’interazione con il proprio ambiente, se stesso, gli altri e ciò che trascende. Il lavoro transdisciplinare realizzato dall’autrice si concentra su una categoria definita come un “asse fondamentale per lo sviluppo di un’etica cristiana più umanizzante”. Nella nota che accompagna il volume, si precisa che “il culmine di questa apertura è l’Incarnazione, dove, assumendo la vulnerabilità umana nella propria esistenza, Gesù diventa permeabile, accessibile e compassionevole, non solo negli eventi significativi della sua vita e del suo ministero, come la Passione, ma nelle sue attività quotidiane e nell’antropologia relazionale”. Secondo l’autore, “la vulnerabilità è essenziale sia come categoria etico-teologica che antropologica, e la sua integrazione nella teologia morale contemporanea è un compito fondamentale e urgente”.
Tavola rotonda
La cerimonia di premiazione, che sarà aperta da Anna Maria Tarantola, presidente della Fondazione, prevede anche una tavola rotonda dal titolo Impatto della Vulnerabilità per Paesi, Aziende e Società. A moderarla il giornalista Fabio Bolzetta, presidente di WECA (Associazione Web cattolici italiani). Previsti gli interventi di suor Helen Alford, O.P., presidente della Pontificia Accademia delle Scienze; Gregorio De Felice, chief economist and Head Research, Intesa Sanpaolo; Flavio Felice, ordinario di Storia delle Dottrine Politiche presso l’Università del Molise; Elena Marta, ordinario di Psicologia Sociale e di Comunità, all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano-Brescia.