Osservatore Romano
“Fratelli tutti”, l’enciclica di Papa Francesco, dà il nome al percorso podistico tracciato lungo le mura vaticane nel segno dell’inclusione e della solidarietà, con partenza e arrivo in Piazza San Pietro. A proporlo, insieme, sono Athletica Vaticana e Fiamme Gialle in occasione della Corsa di Miguel che quest’anno, a causa della pandemia, si corre – tra il 7 al 20 gennaio – su 100 percorsi in tutta Italia. “Fratelli tutti” è proprio uno di questi tracciati. A presentarlo è Giampaolo Mattei, presidente di Athletica Vaticana:
Perché Athletica Vaticana ha ideato un percorso podistico e lo ha dedicato a Papa Francesco?
R. – L’idea è offrire un abbraccio ai “fratelli tutti”, alle donne e agli uomini di ogni popolo, religione e cultura che avranno voglia di fare una corsa, o anche una bella camminata, senza per forza l’assillo del cronometro. Per essere davvero “fratelli tutti”, come invita Francesco. Questo essere “fratelli tutti” nello sport – e l’enciclica suggerisce idee concrete in proposito – è una sollecitazione che Athletica Vaticana cerca di portare tra le strade, in mezzo alla gente, testimoniando inclusione e solidarietà. Non avrebbe senso, altrimenti, un’associazione sportiva costituita in Vaticano per correre “e basta”.
Com’è nata l’idea?
R. – Abbiamo colto, a novembre, la proposta degli organizzatori della Corsa di Miguel – un appuntamento annuale con tanti progetti solidali – che ha suggerito, appunto, di tracciare in tutta Italia 100 percorsi sui quali correre liberamente, nel pieno rispetto delle norme contro il virus, i classici 10 km della Corsa di Miguel. Per la pandemia, infatti, la gara non può svolgersi regolarmente a Buenos Aires, in altre parti del mondo ma soprattutto sui lungotevere romani con il suggestivo arrivo sulla pista dello stadio Olimpico. Questa “classica” ha un significato importante anche nel ricordo di Miguel Sánchez, il poeta maratoneta argentino desaparecido nel 1978, a cui è intitolata. E la manifestazione non competitiva “stra-antirazzismo” è dedicata a Samira, un giovane somala annegata mentre, su un barcone, rincorreva il sogno olimpico.
Quali sono le caratteristiche del percorso?
R. – È un significativo “saliscendi”, un po’ come del resto è la vita, che dipendenti e cittadini vaticani podisti e ciclisti conoscono bene perché – prima o dopo il lavoro – lo percorrono spesso per allenarsi. Il giro delle mura vaticane misura 3km300. Lo si può coprire “a tutta”, anche se ci permettiamo un consiglio che ci ha proposto Papa Francesco, il 20 maggio, quando ha ricevuto Athletica Vaticana: corriamo al passo del più debole. Un suggerimento che sarebbe bello fosse applicato non solo allo sport. Un’altra idea potrebbe essere correre pregando, tenendo in mano la coroncina del rosario e non il cronometro. Un bel modo di vivere lo sport non fine a se stesso.
Da dove si parte e dove si arriva?
R.- Si parte proprio da piazza San Pietro, in direzione piazza Risorgimento. C’è da fare il tratto in salita – 1km400 – passando davanti all’ingresso dei Musei Vaticani. In cima si svolta subito a sinistra e giù in discesa, cercando di gustare scorci che anche i romani forse non conoscono poi così bene. Si corre in pianura e in leggera discesa su via di Porta Cavalleggeri. La corsa prosegue fino alla svolta a sinistra che porta in piazza del Sant’Uffizio. L’ultimo tratto del percorso segue la monumentale traccia del colonnato berniniano, su via Paolo VI, per ritornare finalmente nello scenario mozzafiato dell’abbraccio di piazza San Pietro.
Un tracciato che rilancia anche grandi contenuti culturali, propone “centri” di carità e suggerisce qualche curiosità…
R. – Proprio all’altezza dell’Ingresso del Perugino c’è la sede del Dispensario pediatrico vaticano Santa Marta. In questo tratto di strada, sempre sulla sinistra, ecco Casa Santa Marta e, ancora, subito dopo, il profilo dell’aula Paolo VI. Ma anche sulla destra c’è una curiosità: la casa dove ha vissuto da ragazzo Jovanotti (il cognome Cherubini è ancora sul citofono e sulla cassetta della posta). Il padre, infatti, era dipendente vaticano. Infine, non deve passare inosservata la porta della Casa Dono di Maria che, nel 1988, Giovanni Paolo II volle affidare a madre Teresa di Calcutta per accogliere le persone più emarginate.
Come si fa a partecipare?
R. – Semplice. Se si desidera percorrere “Fratelli tutti” nell’ambito della Corsa di Miguel, tra il 7 e il 20 gennaio, basta inscriversi sul sito (www.corsadimiguel.it) seguendo le istruzioni. Il regolamento prevede 10km e quindi si dovranno compiere 3 giri delle mura vaticane. Ma, chiaramente, si può andare a correre in assoluta libertà, senza guardare al chilometraggio o al tempo. Le limitazioni per la pandemia impediscono ora di correrlo insieme. Speriamo presto di poterlo “vivere” come “comunità” sportiva.
Il progetto “Fratelli tutti” Athletica Vaticana lo ha pensato con le Fiamme Gialle. Una collaborazione consolidata. Tanto che Larissa Iapichino e Filippo Tortu – due giovani stelle dell’atletica mondiale – hanno espresso in un video la loro adesione a “Fratelli tutti”…
R. – Con Larissa e Filippo, come con le atlete e gli atleti delle Fiamme Gialle, il prestigioso gruppo sportivo della Guardia di Finanza, siamo compagni di viaggio con un vero e proprio gemellaggio sportivo e solidale che coinvolge anche le famiglie assistite dal Dispensario Santa Marta. Rispondendo all’auspicio del Papa, insieme stiamo organizzando per il 21 settembre – pandemia permettendo – il meeting inclusivo “We run together” nel centro sportivo di Castelporziano che vedrà insieme grandi campioni, atleti con disabilità fisica e intellettiva, migranti e carcerati. Fratelli tutti, con la stessa dignità.