In questo articolo per i media vaticani, il vescovo ausiliare di Karaganda, monsignor Yevgeniy Zinkovskiy, illustra l’attività della piccola comunità cattolica del Kazakhstan, impegnata sul fronte caritativo e su quello dell’arte, in particolare con i concerti d’organo in Cattedrale, che riuniscono persone di ogni credo
Yevgeniy Zinkovskiy, vescovo ausiliare di Karaganda
In Kazakhstan circa l’80% della popolazione appartiene alla tradizione musulmana, il 17% a quella ortodossa e solo l’1% a quella cattolica. Come Chiesa, possiamo esprimere la nostra fede all’interno delle nostre strutture ecclesiastiche, ma non organizzare eventi in luoghi pubblici. Sebbene siamo un piccolo “germoglio” nel giardino di questa società, riconosciamo anche che siamo inviati a tutti e sentiamo la responsabilità di far conoscere Gesù a tutti, senza eccezioni.
Abbiamo due strade privilegiate su cui possiamo portare il Vangelo e la presenza di Gesù: la strada dell’amore misericordioso e la strada della bellezza. In questo modo, possiamo anche contribuire alla costruzione comune di una società più unita e più bella.
Il pane è cibo per il corpo. Un fattore di costruzione della società, nel grande campo dell’amore misericordioso, è quello di accogliere qualsiasi persona per il suo bisogno a volte drammatico e di rispondere a quel bisogno urgente con una risposta ancora più grande, perché attraverso il cibo o la medicina si trasmette l’amore di Cristo per quella persona (in questo senso, la presenza e l’opera delle suore di Santa Teresa di Calcutta nella città di Temirtau è una grande testimonianza).
La bellezza è il cibo dell’anima. Insieme alle azioni di natura caritativa, in cui cercando di rispondere ai bisogni concreti e urgenti delle persone, vogliamo testimoniare l’amore per l’individuo e il suo destino, indipendentemente dalla sua provenienza etnica e religiosa, crediamo che la via della “bellezza” sia la via per creare e far crescere l’unità spirituale nella società.
“La bellezza salverà il mondo” scriveva Fëdor Dostoevskij. La bellezza è un punto d’incontro con chiunque, a prescindere dalla tradizione etnica o religiosa di appartenenza, perché il cuore che Dio ha creato è lo stesso in tutti i tempi e a tutte le latitudini e, per esempio, attraverso la bellezza della musica, una persona viene inviata a cercare e, per grazia, a incontrare Dio.
A Karaganda c’è una bellissima Cattedrale neogotica, consacrata nel 2012 e dedicata alla “Vergine Maria di Fatima-Madre di tutti i popoli”, dove i fedeli si riuniscono regolarmente per glorificare il Nome del Signore. Da aprile a ottobre, con cadenza mensile per tutti gli anni, abbiamo tenuto nella Cattedrale concerti d’organo di musica sacra, e in queste occasioni la Cattedrale si è riempita di persone di tutte le appartenenze religiose e forse anche di non credenti. In queste occasioni, abbiamo sentito una vera e profonda unità tra tutti i presenti.
Vale la pena notare che la Cattedrale ospita un bellissimo organo, dono dell’Austria, pari solo agli organi delle accademie musicali di Astana e Almaty. Ogni anno siamo riusciti a organizzare circa 10 concerti, in cui abbiamo percepito una vera unità tra gli abitanti di Karaganda. Quando diamo un concerto per organo o per ensemble, ogni brano ha un’introduzione per aiutare al meglio i presenti a coinvolgere tutti i sensi: ascoltare, vedere, toccare. Vengono invitati organisti e membri di vari ensemble, sia locali che internazionali.
Un grande evento per tutti noi il 28 luglio di quest’anno è stato il concerto d’organo dell’organista Marek Vrabel, uno dei più brillanti rappresentanti dell’arte dell’interpretazione organistica in Slovacchia. Marek Vrabel è il direttore del Festival organistico di Bratislava (BOF), fa parte della giuria di diversi concorsi organistici e i suoi allievi hanno ricevuto diversi premi prestigiosi. Dal 1997 Marek Vrabel insegna organo al Conservatorio della Chiesa di Bratislava, di cui è attualmente direttore.
Nella Cattedrale gremita, con la partecipazione dei rappresentanti dell’Ambasciata slovacca e degli ospiti di Stato, le nostre anime sono state rasserenate dalla musica di Louis Vierne, Jozef Grešák, Tomaso Albinoni e altri artisti. Ringraziamo Dio per il dono che il Signore fa all’uomo, affinché con questo dono l’uomo possa avvicinare Dio all’uomo.
Alla fine vogliamo condividere la testimonianza di un partecipante a questo concerto:
“Quando vengono maestri come Marek Vrabel, diventa un evento speciale per gli amanti dell’organo. La scelta del tema del concerto riflette mirabilmente l’aspirazione di ogni essere umano all’altezza dello spirito. L’impoverimento dell’esperienza della paternità nel mondo moderno fa nascere immancabilmente la ricerca di relazioni vere che diano fiducia e speranza in ogni giorno. Per questo il Padre Nostro, a cui è stato dedicato il concerto, risponde al bisogno umano come nient’altro, e il nostro grido vola nel silenzio squillante sempre più in alto, verso il cielo. Il modo sobrio e allo stesso tempo libero dell’esecuzione del maestro slovacco è risuonato nel cuore degli ascoltatori, che, trattenendo il respiro, hanno ascoltato, seguendo con il cuore ogni suono. Il lungo applauso al termine del concerto è stato un grande segno di gratitudine e apprezzamento del pubblico per il dono della bellezza, per l’opportunità di toccare l’eterno”.