Chiesa Cattolica – Italiana

Kronreif: marxisti e cristiani impegnati per la pace. Dal Papa forte spinta al dialogo

Il co-iniziatore del Dialop transversal dialogue project, assieme all’attuale presidente della Sinistra europea Baier, parla dell’udienza di stamattina in Vaticano: “Il Papa ci ha incoraggiato ad andare avanti nel nostro impegno”. Il racconto della genesi del progetto, del metodo di dialogo intrapreso e i piani futuri: “Stiamo lavorando a un programma su come costruire la pace”

Adriana Masotti – Città del Vaticano

Non un breve saluto ma un colloquio che si è protratto con domande e risposte spontanee per circa 40 minuti. Così si è svolto l’incontro di questa mattina nell’Auletta dell’Aula Paolo VI tra Papa Francesco e una delegazione dell’associazione “Dialop Transversal dialogue project”, intrapreso nel 2014 fra Sinistra europea e Chiesa cattolica. 

L’iniziativa che compie i suoi primi dieci anni era nata proprio da un’udienza con Francesco e ora il gruppo ha voluto presentare al Papa i risultati del lavoro fin qui fatto. E Francesco “ci ha molto incoraggiati”, come spiega ai media vaticani Franz Kronreif, iniziatore del progetto. Austriaco di Vienna, architetto, Kronreif è un rappresentante del Movimento dei Focolari, i quali si propongono come “mediatori” tra la Sinistra europea e la Chiesa cattolica.

Ascolta l’intervista a Franz Kronreif

https://media.vaticannews.va/media/audio/s1/2024/01/10/14/137609754_F137609754.mp3

Franz Kronreif, che momento è stato l’incontro di questa mattina con il Papa?

Ci ha sorpreso tutti, è andata benissimo. Noi eravamo preparati ad avere un breve incontro di dieci minuti, ma è durato quaranta minuti. Il Papa ha fatto un discorso bellissimo che è piaciuto a tutti. E alla fine era ancora pronto ad ascoltare le nostre domande. Noi eravamo quindici e in una decina di noi siamo riusciti a fare delle domande anche molto puntuali, soprattutto da parte della Sinistra europea. E il Papa ha risposto in maniera molto semplice e chiara. Siamo tutti rimasti colpiti da quest’uomo che si vede che, a motivo dell’età, è fragile, ma ha una mente molto chiara, molto aperta, molto capace di instaurare rapporti personali… Tutti siamo usciti straordinariamente contenti e colpiti.

Nel suo intervento, Francesco ha voluto raccomandarvi tre atteggiamenti, dicendo che li ritiene validi per il vostro impegno: il coraggio di rompere gli schemi, l’attenzione ai deboli e la promozione della legalità…

Sì, uscendo ci siamo subito chiesti come possiamo integrare questa esortazione del Papa nei nostri prossimi programmi. La spinta immediata è stata dirci: dobbiamo realizzare quello che il Papa ci presenta, che ci chiede in qualche maniera. Noi stiamo preparando un progetto che dovrebbe partire in autunno della durata di due anni sulla pace, su come costruire la pace. Un progetto per coinvolgere soprattutto le giovani generazioni su come far crescere la pace dal basso in modo, in cui ognuno si senta interpellato a creare la pace attorno a lui, ad aiutare le vittime della guerra a rendersi conto di quali possono essere le radici della guerra e quali gli strumenti per prevenirla. Questa sarebbe un po’ l’idea e allora quello che il Papa ci ha detto si presta proprio a concretizzarsi in questo programma.

Il dialogo tra marxisti e cristiani è iniziato dieci anni fa. Il Papa ha definito oggi come “un bel programma” questo mettervi insieme, appunto, nel lavoro, nel confronto, ma ci vuol dire in cosa consiste il vostro impegno, quali sono gli obiettivi e come è nato tutto questo?

Dieci anni fa eravamo in tre ad un’udienza dal Papa: c’era il politico greco Alexis Tsipras, Walter Baier che adesso è il presidente del Partito della Sinistra Europea e poi c’ero anch’io. Abbiamo presentato al Papa alcune domande e alcune questioni che ci sembrano interessanti sia per cristiani sia per i marxisti. E Francesco ha detto una parola che ci è rimasta molto impressa. Diceva: c’è una crisi tale nel mondo di oggi, con l’immigrazione, la guerra, il divario tra ricchi e poveri e via dicendo, e le sfide sono così grandi che nessuna forza da sola, neanche la Chiesa, può far fronte a esse. Ci vuole l’azione e il dialogo trasversale e questa parola – “dialogo trasversale” – ci ha incoraggiato a far nascere questa iniziativa e a decidere di elaborare un’etica sociale trasversale che metta a confronto e cerchi le concordanze tra l’insegnamento sociale della Chiesa e la critica sociale neomarxista. Abbiamo cominciato a lavorare e siamo arrivati a redigere un documento che è alla base dei nostri prossimi lavori. Ora partiremo con questa ricerca di un’etica trasversale rispetto ai temi che il Papa ci ha detto.

C’è tanto bisogno di lavorare insieme, di dialogare e oggi il Papa vi ha detto di andare avanti, di non aver paura, di continuare a sognare. Parole importanti…

Sì, lui ci ha molto incoraggiato al dialogo. All’inizio dicendo: vi siete messi insieme per un dialogo tra cristiani e marxisti e socialisti e ha fatto un segno come per dire “ma che roba!”, “osate tanto”. È una cosa è ardua, no? Ma nel frattempo noi abbiamo sviluppato un nostro metodo per dialogare seriamente. Ci sono due filoni che poi si combinano bene tra loro: il primo, l’abbiamo preso e adattato dal dialogo ecumenico, cioè il “consenso differenziato”, che vuol dire che c’è un’asserzione principale che deve essere univoca, quella su cui siamo d’accordo. Poi, al livello più basso, ci possono essere le differenze che però non contraddicono l’asserzione principale, magari si tratta di una questione di linguaggio o di motivazione… Poi però, per essere sinceri, abbiamo sviluppato anche un altro filone: il “dissenso qualificato”, cioè non lasciamo fuori le cose dove c’è un dissenso tra noi, per esempio, il tema dell’aborto per dirne una, e ne parliamo ma con lo stessa intenzione di ascoltare fino in fondo l’altro, e così si capiscono veramente le motivazioni, magari si vedono anche dei punti in comune nonostante il dissenso e addirittura nei dissensi ci avviciniamo poi molto.

Tutto questo, nel tempo, può avere un’influenza non solo sul modo di fare politica in Europa o sull’educazione – lei prima ci ha parlato del progetto per la pace – ma più in generale, può avere una qualche ripercussione concreta?

Io penso proprio di sì. Il nostro documento l’abbiamo presentato al Parlamento europeo nel novembre 2022 e anche in altre circostanze. Ho visto che anche i nostri politici della sinistra, ad esempio lo stesso Walter Baier, da un anno presidente del Partito della Sinistra europea, hanno usato la parola “amore”. Baier a Bruxelles, per esempio, ha detto che la lotta di classe non è una lotta violenta ma un dibattito tra uguali. Questo per dire che usando gli stessi termini vengono ora interpretati in modo nuovo. Anche nel suo compito attuale come presidente del Partito della Sinistra Europea, Baier si trova dinanzi a differenze molto profonde, per esempio sulla guerra in Ucraina, e anche le culture dei partiti nei diversi Paesi sono diversissime e lui adesso dice di aver imparato nel nostro gruppo a dialogare e mettere insieme anche queste differenze, a creare rapporti che durano nel tempo nonostante le differenze.

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