Quarantuno soldati della forza militare internazionale a guida Nato, responsabile di ristabilire l’ordine e la pace in Kosovo, sono rimasti feriti nei gravi scontri fra truppe Nato e dimostranti serbi a Zvecan, nel nord del Paese. Tra loro 14 italiani di cui tre gravi ma non in pericolo di vita
Antonella Palermo – Città del Vaticano
Ustioni e fratture avrebbero riportato i militari della KFOR, intervenuti per disperdere i circa 300 dimostranti serbi che protestavano seduti davanti al Municipio di Zvecan per contestare il nuovo sindaco di etnia albanese. Già venerdì scorso avevano cercato di bloccare l’accesso agli amministratori recentemente eletti. In un comunicato KFOR si precisa che “diversi soldati del contingente italiano e ungherese sono stati oggetto di attacchi non provocati”. Per oggi sono previste altre proteste.
14 i militari italiani feriti
Tra i 41 militari feriti ci sono 14 italiani di cui tre gravi ma non in pericolo di vita. La situazione si è inasprita mentre la polizia kosovara e la Forza del Kosovo stavano proteggendo gli edifici comunali di Zvecan, Leposavic, Zubin Potok e Mitrovica, quattro comuni del nord che hanno tenuto elezioni anticipate il mese scorso, in gran parte boicottate dall’etnia serba, la maggioranza in quelle aree. Alcuni veicoli della polizia kosovara e uno appartenente a giornalisti sono stati danneggiati e imbrattati con simboli nazionalisti serbi. La polizia del Kosovo ha sparato gas lacrimogeni per disperdere la folla e far entrare i nuovi funzionari negli uffici.
I serbi accusano: la KFOR non sta proteggendo il popolo
Critiche alla gestione internazionale degli eventi in Kosovo sono mosse dal primo ministro serbo, Ana Brnabic, secondo cui la KFOR “non sta proteggendo il popolo… sta proteggendo gli usurpatori”, apparentemente riferendosi ai nuovi sindaci. “Ma dobbiamo proteggere la pace. La pace è tutto ciò che abbiamo”, ha detto. Intanto la KFOR ha invitato tutte le parti ad astenersi da azioni che potrebbero causare un’escalation e ha esortato “Belgrado e Pristina a impegnarsi nel dialogo guidato dall’UE”. Il presidente serbo Vucic ha accusato il premier kosovaro Kurti di essere l’unico responsabile delle nuove tensioni nel nord del Kosovo sfociate nei violenti scontri di ieri. Vucic paventa che si arrivi a un bagno di sangue nell’intera regione.
UE: Serbia e Kosovo devono normalizzare le relazioni
L’ambasciatore statunitense Jeff Hovenier si è incontrato con il presidente Vjosa Osmani e poi, insieme agli ambasciatori delle altre potenze occidentali – Stati Uniti, Francia, Italia, Germania e Regno Unito – con il primo ministro Albin Kurti, esortandolo a prendere provvedimenti per smorzare la situazione e ridurre le tensioni. Altissima dunque la tensione in Kosovo, che ha dichiarato l’indipendenza da Belgrado nel 2008 ma non è riconosciuto da Serbia, Russa e Cina. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno intensificato gli sforzi per aiutare a risolvere la disputa, temendo un’ulteriore instabilità in Europa a causa della guerra della Russia in Ucraina. L’UE ha chiarito che sia la Serbia che il Kosovo devono normalizzare le relazioni se vogliono fare progressi verso l’adesione al blocco.