Christine Seuss e Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Una importante spinta ecumenica, un significativo momento di dialogo e incontro, un richiamo alla comunità internazionale a tenere i cuori e coscienze aperti di fronte alla tragedia dei rifugiati e dei migranti. Sarà tutto questo la visita che Papa Francesco, dal 2 al 6 dicembre prossimi, compirà a Cipro e in Grecia, con importanti appuntamenti a Nicosia, ad Atene e sull’isola di Lesbo, tappe che segneranno l’occasione per fortificare le relazioni tra la Chiesa cattolica e quella greco-ortodossa, come conferma il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani:
Eminenza, secondo lei quale sarà, o qual è, il valore ecumenico del viaggio che Papa Francesco si accinge a fare a Cipro e in Grecia?
Il Santo Padre vuole visitare due Paesi che hanno la maggioranza della popolazione che professa la fede della Chiesa ortodossa. Il Papa, dunque, visiterà di nuovo due Paesi molto ortodossi, e questo è un segno molto positivo per approfondire e rafforzare il dialogo e le relazioni tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa.
Quali sono le sfide nel dialogo tra la Chiesa cattolica e la Chiesa greco-ortodossa, con uno sguardo particolare alla Chiesa in Grecia?
Dobbiamo distinguere tra il dialogo della carità e il dialogo della verità. Il primo vuol dire approfondire le relazioni amichevoli tra le Chiese, il dialogo della verità è il lavoro teologico per superare tutti gli ostacoli ricevuti dal passato. Le Chiese ortodosse hanno deciso di avviare questo dialogo teologico non a livello bilaterale, con le diverse Chiese ortodosse, ma a livello multilaterale. Abbiamo perciò una Commissione internazionale mista, in cui vi sono 14 differenti Chiese autocefale ortodosse, e con loro facciamo questo dialogo. Il viaggio del Santo Padre sarà un grande passo per approfondire il dialogo della carità.
Qual è invece la situazione a Cipro, sempre per quanto riguarda il dialogo tra i cattolici e la Chiesa ortodossa locale?
A Cipro abbiamo buone relazioni. L’arcivescovo Chrysostomos II, soprattutto, ha un cuore aperto all’ecumenismo e mi sembra che sia un bene approfondire anche questa relazione tra la Chiesa di Roma, il Papa, Pontefice di tutta la Chiesa Cattolica, e la chiesa ortodossa in Cipro.
Tema importante di questo viaggio sarà, ancora una volta, quello dei migranti. Ci sarà anche una preghiera ecumenica a Cipro…
Sì, il Santo Padre vuole porre l’attenzione al centro anche della situazione dei migranti e dei rifugiati. Vuole celebrare una preghiera ecumenica con i migranti a Cipro, mentre in Grecia vuole di nuovo visitare l’isola di Lesbo-Mitilene per dare un chiaro segno che l’aiuto per i migranti e per i rifugiati è una grande sfida ecumenica, che necessita anche di una comune collaborazione.