Il Ruaraka Uhai Neema Hospital è nato nel 2008, per volontà di World-Friends, con l’obiettivo generale di contribuire al miglioramento della qualità della vita e promuovere il diritto alla salute della popolazione delle baraccopoli di Nairobi. Oggi è una delle strutture sanitarie di eccellenza del Paese africano
Lucas Duran – Città del Vaticano
“E‘ difficile non perdere la speranza e l’ottimismo dopo tanti anni di confronto con la malattia, col dolore, ma anche e soprattutto con chi promuove un concetto commerciale della medicina”. Inizia con una constatazione amara la testimonianza ai media vaticani del dottor Gianfranco Morino, medico chirurgo e co-fondatore di World-Friends, organizzazione non governativa che dal 2001 è a fianco dei più fragili nella megalopoli capitale del Kenya. I risultati però parlano chiaro e contribuiscono a ridare conforto e vigore a quella speranza e a quell’ottimismo. Fiore all’occhiello dell’azione di World-Friends a Nairobi è il Ruaraka Uhai Neema Hospital, la cui prima pietra è stata posta nel 2007, anche grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiana.
“L’ospedale – precisa Morino – è arrivato a compimento di un lungo cammino, in particolare nelle periferie fatte di baracche che circondano la parte nord-orientale della città. Polvere nella stagione secca e fango in quella delle piogge. Se si guardasse dall’alto questa megalopoli dalle poche ricchezze smisurate e dalle tante povertà, si vedrebbe meglio che è una città dell’apartheid, basato non sul colore della pelle, ma principalmente sul reddito”.
Un contesto difficile
Le baraccopoli a cui si riferisce il dottor Morino rappresentano in effetti una delle aree più marginalizzate della capitale e con maggiore densità di famiglie sotto la soglia di povertà. In tale contesto l’inaccessibilità ai servizi sanitari di base diventa allo stesso tempo causa ed effetto della povertà diffusa. Ne consegue uno stato di salute generale particolarmente preoccupante, soprattutto per le categorie più vulnerabili della popolazione come donne, bambini e adolescenti. Ne sono la prova sia l’alto tasso di mortalità infantile prima del quinto anno di età sia quello, altrettanto allarmante, che concerne la mortalità materna.
“World-Friends – prosegue Gianfranco Morino – è una delle pochissime organizzazioni non governative ad aver visto la luce in Africa e ad avere iniziato a lavorare lì, prima ancora di essere registrata in Italia. In altri termini è nata sul territorio, con progetti di prevenzione. A quel tempo si gestiva ancora la pandemia di HIV, che ha caratterizzato il periodo a cavallo dei due millenni. Si è cominciato così con programmi ad hoc nelle scuole e nelle comunità all’interno del quartiere delle baraccopoli. Sicuramente sarebbe più facile lavorare nei villaggi dell’Africa rurale, ma il nostro obiettivo, fin dall’inizio, è stato quello di combattere la povertà urbana”.
E’ con tale presupposto che, per fare alcuni esempi, hanno preso forma programmi di supporto alle persone disabili come anche di lotta alla mortalità materna. Un percorso andatosi sviluppando negli anni in termini di prevenzione, formazione ed educazione sanitaria nelle scuole e nelle baraccopoli con interventi e progetti anche non propriamente medici, come la creazione di una scuola di musica, di un centro sportivo e di altri tentativi miranti a togliere i ragazzi dalla strada.
La realizzazione di un sogno, mattone dopo mattone
La caratteristica di World-Friends è proprio quella di partire dalle esigenze delle persone, della gente, in particolare di chi ha più bisogno di cure e non ha risorse per permettersele.
“Così – riprende Morino – dopo la prevenzione, dopo la formazione, dopo l’educazione sanitaria, il bisogno è diventato quello di un ospedale di riferimento dove comunque chi si ammalava potesse andare e potesse essere curato senza dover pagare delle cifre enormi e senza impoverire ulteriormente la famiglia. Anche perché i più poveri sono i più esposti ad ammalarsi. Da questo presupposto nasce il concetto alla base del Neema, che si è andato costruendo poco per volta. E’ nato con gli ambulatori esterni, direi quasi a moduli: con la diagnostica, la radiologia, i laboratori, fino ad arrivare al primo reparto della maternità e a quello di pediatria, oltre al pronto soccorso”.
Assistenza sanitaria per tutti e qualità certificata
“L’altra sfida di World-Friends – aggiunge Silvana Merico presidente di World-Friends – oltre ad offrire assistenza sanitaria alle persone che non se lo possono permettere è quella di offrire un servizio di qualità, uguale per tutti, ricchi e poveri. E’ così che il Neema Hospital ha intrapreso un percorso di certificazione attraverso il sistema di valutazione delle strutture sanitarie noto come Safe care system, creato dalla Fondazione olandese PharmaAccess. A partire dal 2020 abbiamo ottenuto il riconoscimento del livello più alto (5 su 5) per la Qualità della Salute e delle Cure e questo per gli ultimi tre anni di fila, diventando così la prima struttura sanitaria in Kenya ad aver mantenuto il Livello 5 nel tempo. Quest’ anno poi, in occasione dei Quality Healthcare Awards del Ministero della Salute del Kenya, il dottor Washington Njogu è stato premiato come miglior direttore sanitario”.
Un premio e una valutazione di eccellenza che hanno generato un senso di forte gratificazione nell’intero staff dell’ospedale, che nella quasi totalità è locale: infermieri, medici, personale ausiliario.
“Ognuno di loro è consapevole – conclude Silvana Merico – della missione ultima del nostro ospedale: offrire un livello di sanità che sia al servizio della persona, intesa come paziente e non come cliente”.