Quasi l’80% dei bambini africani non riceve una dieta adeguata e uno su quattro tra i 0 e i 5 anni soffre di malnutrizione cronica. Con l’obiettivo di garantire a ogni bambino che frequenta la scuola primaria pubblica di mangiare almeno una volta al giorno un pasto nutriente, è stato lanciato nel Paese, il programma alimentare scolastico più ambizioso del continente. A disposizione del progetto 32 milioni pubblici
Luana Foti – Città del Vaticano
Offrire quotidianamente un pasto caldo, nutriente ed economico ai bambini che frequentano la scuola primaria pubblica: ecco la soluzione alla denutrizione dei bambini africani pensata da Food 4 Education, un’impresa sociale kenyota che ha appena lanciato il programma alimentare scolastico più articolato del continente africano. Grazie al supporto della contea di Nairobi, dal 28 agosto, si servono 400 mila pasti a 150 mila bambini di 225 asili e scuole primarie pubbliche situate in zone urbane della capitale. Per questo nuovo piano, Food For Education ha progettato la realizzazione di nuove dieci cucine alimentate da energia verde, forni a vapore e bricchette ecologiche nelle quali i pasti vengono cucinati utilizzando materie prime acquistate da agricoltori locali. Ogni bambino ha ricevuto un braccialetto, il Tap4Eat, “tocca per mangiare”, che serve da portafoglio virtuale per “pagare” il pasto sovvenzionato. Da casa, i genitori possono ricaricarlo versando 15 scellini (circa 10 centesimi) a pasto. Per un anno di pasti il costo sale a 955 scellini, circa 6 euro. Per il presidente del Kenya, William Ruto, “che i nostri figli vadano a scuola e restino a digiuno perché manca il cibo è un grande disonore” e per questo ha accettato di stanziare cinque miliardi di scellini, quasi 32 milioni di euro, sperando che serva a “eliminare la vergogna della fame”.
Food For Education
L’impresa sociale kenyota fondata nel 2012 dalla nutrizionista Wawira Njiru ha iniziato la sua attività preparando il pranzo a 25 bambini di una scuola primaria di Ruiru, nella contea di Kiambu. Negli anni ha avviato progetti volti a servire pasti nutrienti nelle scuole primarie delle zone rurali che è dove vive il 70% della popolazione kenyota. Oggi conta una cucina centrale a tecnologia altamente efficiente di 32.000 mq – la più grande di tutta l’Africa – che loro definiscono “l’opera d’arte della contea di Nairobi”. Da qui partono i pasti cucinati durante le ore notturne per poter essere distribuiti nelle scuole durante l’orario scolastico. La caratteristica principale dei pranzi da loro preparati è il loro alto valore nutrizionale. Riso, fagioli e verdure sono i prediletti. Grazie al nuovo impianto sono riusciti a raggiungere un’utenza di 1.4 milioni di studenti. La prossima meta è riuscire a servire il pranzo ogni giorno per 4 milioni di bambini di almeno il 50% delle contee del Paese entro il 2027. La preoccupazione che ha guidato la fondatrice Wawira Njiru, nominata Persona dell’anno dalle Nazioni Unite nel 2021, era quella di combattere la denutrizione infantile e l’abbandono scolastico. “Nessun bambino dovrebbe frequentare la scuola a stomaco vuoto perché per i bambini affamati non è possibile né imparare né crescere” dice Nijru, e da qui nasce il desiderio di dare ai bambini pasti pieni di nutrienti adeguati a poter imparare, giocare e crescere.
La relazione critica tra l’apprendimento e la nutrizione
L’Unicef rileva che in Kenya 300 mila bambini, la metà dei quali solo a Nairobi, vivono in condizioni di povertà estrema; un bambino su quattro, il 26%, versa in uno stato di malnutrizione cronica e circa due milioni e mezzo di minori che si trovano nella fascia d’età compresa tra i 4 e i 17 anni, non frequentano la scuola. E tra quelli che seguono un percorso scolastico, almeno il 50% non ha le possibilità di portare con sé il pranzo, condizione che sfavorisce un buon apprendimento. I nutrienti presenti nei pasti assunti quotidianamente incidono sullo sviluppo del cervello, sul rafforzamento del sistema immunitario e sulla crescita degli esseri umani. La conseguenza più frequente della denutrizione tra i bambini piccoli è un ritardo della crescita. E in Kenya, secondo dati dell’Unicef, più di un quarto dei bambini sotto i 5 anni, circa due milioni di bambini, presentano un ridotto sviluppo mentale e fisico. Gli effetti negativi a catena che produce la malnutrizione sui bambini si riversano anche sulla loro capacità di seguire il percorso scolastico. Ricevere un inadeguato apporto nutrizionale riduce le capacità cognitive e di apprendimento e aumenta l’assenteismo. Per questo, usare l’alimentazione scolastica come “ancora di salvezza” per i bambini è la missio che persegue Food 4 Education, per la quale la fame è il più grande problema che colpisce i bambini africani risolvibile attraverso la garanzia di un pasto nutriente nelle mense scolastiche.
Nuova linfa vitale per un paese in crisi
Negli ultimi tempi il Kenya è stato segnato da una grave crisi sociale ed economica culminata con un aumento vertiginoso dei prezzi dei generi alimentari e una considerevole riduzione degli stipendi medi. Per questi motivi, l’ambizioso progetto guidato da Food For Education potrebbe dare una nuova linfa vitale al Paese, sia nel combattere l’abbandono scolastico (Wawira Njiru ha infatti dichiarato che sono aumentate del 30-40% le iscrizioni alle scuole dove è stato avviato il loro programma), sia la disoccupazione, visto che per arrivare ai nuovi 150 mila piccoli utenti è stato necessario creare 3.500 nuovi posti di lavoro. Oltre a servire per combattere la denutrizione infantile. Considerando infatti che la scuola primaria pubblica a Nairobi accoglie più di 250 mila studenti, con l’implementazione di questo progetto si potrà soddisfare il fabbisogno alimentare basico del 25% della popolazione infantile kenyota.