Lisa Zengarini – Città del Vaticano
Rivitalizzare la cooperazione multilaterale tra gli Stati, basata sul rispetto dei pari diritti e dell’autodeterminazione dei popoli, nello spirito della Carta delle Nazioni Unite: questa la strada per affrontare con successo le nuove complesse sfide che il mondo ha davanti a sé dopo la pandemia di Covid-19. Lo ha ribadito l’arcivescovo Ivan Jurkovič, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra. Il presule è intervenuto oggi a una riunione del Comitato preparatorio alla 15.ma sessione ministeriale della Conferenza Onu sul Commercio e lo Sviluppo (Uctad XV). La sessione, prevista inizialmente nell’ottobre 2020, si svolgerà dal 25 al 30 aprile 2021 alle Barbados sul tema: “Dalla disuguaglianza e vulnerabilità alla prosperità per tutti”, con l’obiettivo di rimettere a punto l’Agenda dello sviluppo sostenibile 2030 alla luce dell’impatto drammatico del Covid-19 sulle economie di tutto il mondo. Al centro delle discussioni saranno, nello specifico, le strategie e politiche necessarie per aiutare i Paesi a resistere meglio, in futuro, a shock come quello della pandemia e a riprendersi rapidamente dalle crisi economiche, finanziarie, climatiche e sociali.
Nuove forme di impegno responsabile
Obiettivi condivisi dalla Santa Sede che, al contempo, ribadisce l’importanza di rafforzare la cooperazione tra gli Stati in un momento in cui il multilateralismo viene messo ancora più a dura prova. “I diversi aspetti di questa crisi imprevedibile, le sue soluzioni e qualsiasi nuovo sviluppo che il futuro potrebbe portare, sono sempre più interconnessi e interdipendenti”, ha rimarcato monsignor Jurkovič nel suo intervento. Ecco perché “la famiglia delle Nazioni è chiamata a ripensare il suo percorso, a scoprire nuove forme di impegno responsabile. In questo modo – ha evidenziato – la crisi diventa un’opportunità per discernere come plasmare una nuova visione integrale per il futuro”. Secondo la Santa Sede, la prima bozza del documento di lavoro della Conferenza presentata lo scorso dicembre offre una “base solida” in questo senso. Tra i suoi punti salienti la sottolineatura dei limiti dell’attuale “paradigma di sviluppo”, emersi in tutta la loro evidenza proprio durante la crisi del Covid-19, che – ha osservato il rappresentante vaticano – è servita “a ricordarci che questo è davvero un mondo interdipendente” e quindi l’esigenza di “un’azione collettiva responsabile e lungimirante”.
Uno sviluppo equo
Non solo, la crisi ha anche evidenziato anche quanto ambiente, sviluppo e sicurezza siano interconnessi: “Risolverne uno senza pensare agli altri non è quindi più una prospettiva percorribile”. Secondo monsignor Jurkovič, il documento finale che l’Unctad si appresta a discutere nei prossimi mesi offre dunque “un‘occasione unica per organizzare una risposta efficace alle conseguenze economiche del Covid-19”, purché – ha sottolineato in conclusione – il focus non sia solo sulle misure macroeconomiche, ma “anche su una serie di politiche correttive per costruire un percorso di sviluppo equo, integrale e rispettoso del clima”.