Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Santa Maria degli Angeli il Sacro Cuore di Gesù e Santa Maria Maggiore. Sono queste le chiese attraverso cui si snoda il 20 giugno l’itinerario di Iter Europaeum intrecciando l’itinerario di questa domenica con la storia di tre Paesi: Italia, Lussemburgo e Slovenia.
Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri
L’Italia partecipa il 20 giugno al percorso Iter Europaeum con una visita guidata nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. A Vatican News l’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Pietro Sebastiani, si sofferma sulla natura speciale delle relazioni tra Italia e Santa Sede. “È tale non solo grazie alla storia comune, alla prossimità geografica e alla capillare presenza sul nostro territorio della Chiesa, ma anche perché – sottolinea l’ambasciatore – è caratterizzata da una comune visione sui principali temi internazionali e da un impegno condiviso nella tutela dei diritti umani fondamentali”. “Come è stato ricordato più volte in occasione delle celebrazioni della firma dei Patti Lateranensi, che avvengono ogni anno a Palazzo Borromeo, gli accordi sottoscritti tra il Regno d’Italia e la Santa Sede l’11 febbraio 1929 – aggiunge l’ambasciatore Sebastiani – hanno permesso alla Chiesa di trovare una sua irradiazione al di là del suo radicamento territoriale, instaurando al contempo un forte rapporto con lo Stato italiano caratterizzato dalla distinzione delle reciproche sfere di competenza, ma anche dalla volontà di collaborare insieme per il bene dell’uomo e della società”.
L’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede si sofferma anche sul “rapporto che lega l’Italia e la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, costruita nel 1560 per iniziativa di Pio IV, ha radici antiche”. “La Basilica – spiega – può essere considerata come una vera e propria testimone di numerosi eventi che hanno segnato una parte della storia dello Stato italiano, tanto che oggi è riconosciuta come il luogo dove si svolgono le cerimonie ufficiali della Repubblica Italiana. Inoltre, la Basilica si erge come imponente rappresentante della cultura italiana e del genio di Michelangelo che si occupò della sistemazione e restaurazione della stessa”.
Basilica del Sacro Cuore di Gesù
La Basilica del Sacro Cuore di Gesù a Roma, ubicata nel rione Castro Pretorio, rappresenta un luogo di accoglienza molto importante sia per i romani che per tutti i viaggiatori ed i pellegrini che sono di passaggio dalla Stazione Termini. Sia in Lussemburgo che qui a Roma, la devozione della popolazione al Sacro Cuore è ben radicata nella tradizione e nella cultura. Anche nel quartiere della Stazione Centrale della città di Lussemburgo è presente una Chiesa dedicata al Sacro Cuore. La Basilica di Roma fu voluta da Papa Pio IX, che nel 1870 pose la prima pietra del nuovo edificio. Oggi, all’interno della struttura, è presente la Sede Centrale della Congregazione Salesiana e la Cancelleria dell’Ambasciata del Lussemburgo presso la Santa Sede.
Basilica di Santa Maria Maggiore
Nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, a Natale dell’867, Papa Adriano II accolse i fratelli Cirillo e Metodio con tutti gli onori ed approvò solennemente l’uso dei libri liturgici in lingua slava. Il viaggio verso Roma condusse i due fratelli attraverso le terre dell’odierna Slovenia. Il primo beato sloveno, il vescovo Anton Martin Slomšek (1800-1862), quasi mille anni più tardi scrisse: “Il Cristianesimo si è rafforzato e consolidato grazie ai fratelli di Salonicco. Per tale motivo i Santi Cirillo e Metodio sono giustamente onorati come Apostoli degli sloveni.” Vista l’importanza storica di Cirillo e Metodio nel consolidamento del Cristianesimo tra gli Sloveni e la particolare devozione del popolo sloveno per la Beata Vergine Maria, la Basilica Papale di Santa Maria Maggiore (in sloveno Marija Snežna – Madonna della Neve) sta particolarmente a cuore a numerosi pellegrini sloveni. L’ambasciatore sloveno presso la Santa Sede, Jakob Štunf, sottolinea che “a luglio la Slovenia assumerà la presidenza semestrale del Consiglio d’Unione europea”. Dopo l’esperienza della pandemia , “l’Unione europea si trova ad affrontare in diversi settori la sfida di rafforzare le capacità per una migliore resilienza alle diverse forme di crisi”.
L’ambasciatore sloveno presso la Santa Sede ricorda anche che il 25 giugno “la Slovenia festeggia il 30. mo anniversario della propria autonomia e dell’indipendenza”. Nel corso dei secoli, aggiunge, la Chiesa Cattolica “ha mantenuto un legame stretto con il popolo sloveno, anche con la sua forte presenza nella vita spirituale, culturale oltre che sociale”. Fanno parte della comunità slovena a Roma, oltre agli studenti di diverse università pontificie, prevalentemente “persone che in modi differenti operano nelle istituzioni legate alla Santa Sede”. Il loro lavoro e le numerose attività sono “la dimostrazione vivente del legame tra la nazione slovena, la Chiesa locale in Slovenia e la Santa Sede”.