Adriana Masotti – Città del Vaticano
“I dati diffusi oggi dall’Istat confermano purtroppo ciò che stiamo rilevando direttamente sul territorio sin dall’inizio della pandemia, nel nostro impegno al fianco delle scuole e delle famiglie: una condizione di povertà crescente che, nel nostro Paese, colpisce i bambini, le bambine e gli adolescenti”. E’ quanto si legge in un comunicato diffuso da Save the Children, che riporta il commento di Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa dell’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lavora a favore dei bambini, a proposito dei dati diffusi oggi dall’Istat. L’aumento della povertà assoluta tra i più piccoli è uno dei risultati drammatici della crisi economica che anche l’Italia sta attraversando. “La povertà minorile – si legge ancora nel comunicato – colpisce tutte le dimensioni di vita di un bambino, dalla salute alla educazione, non condiziona solo il suo presente ma pregiudica il suo sviluppo. Non possiamo permettere che il prezzo della crisi sia pagato dai più piccoli, sbarrando le porte al loro futuro”.
Oltre il 13 per cento dei minori vive in povertà assoluta
In particolare, sottolinea l’Organizzazione, è allarmante constatare come “il livello di povertà assoluta abbia oggi toccato il punto più alto dal 2005, vanificando così i miglioramenti registrati nel 2019. Secondo la rilevazione dell’Istat, oggi, in Italia, 1 milione e 346 mila minori vivono in condizioni di povertà assoluta, ben 209 mila in più rispetto all’anno precedente. Questo vuol dire che in Italia si trova in questa condizione il 13,4% dei bambini e dei ragazzi”. Inoltre, l’Organizzazione fa notare come siano soprattutto le famiglie con figli minori a subire le conseguenze più gravi dell’emergenza socio-economica.
Un piano nazionale per sostenere i bambini e le bambine
Di fronte a questi dati, Save the Children si rivolge al governo italiano per chiedere con forza “il varo di un piano nazionale di contrasto alla povertà minorile che comprenda misure di sostegno materiale alle famiglie, sostegno alimentare (a partire dall’accesso gratuito alle mense scolastiche), sostegno educativo per prevenire l’abbandono scolastico e l’aumento della povertà educativa”.Chiediamo, dice ancora Raffaella Milano, “un piano nazionale articolato sui territori, con la messa in rete degli enti locali, le scuole, l’associazionismo e il volontariato, e tutti gli attori, pubblici e privati che possono dare un contributo”.
Le attività di Save the Children in tempo di pandemia in Italia
Il comunicato, inoltre, informa che in Italia, sin dall’inizio della crisi Save the Children ha rimodulato e potenziato le sue attività sul territorio “per rimanere al fianco di bambine, bambini e adolescenti e delle loro famiglie, intercettando e rispondendo, in rete con associazioni partner territoriali, a vecchi e nuovi bisogni emersi nel corso della pandemia, con interventi di sostegno materiale alle famiglie, distribuzione di tablet e connessioni, sostegno alle scuole e sostegno educativo e psicosociale per bambine, bambini e adolescenti”. Sessantaseimila persone sono state sostenute, tra minori, famiglie e insegnanti, nei primi sei mesi dall’avvio del programma (giugno-dicembre 2020) in tutta Italia, mentre dall’inizio dell’emergenza ad oggi, tramite le due iniziative “Non da Soli” e “Riscriviamo il Futuro” sono stati raggiunti oltre 141 mila bambini, bambine, famiglie e docenti.