Chiesa Cattolica – Italiana

Italia: ha giurato il nuovo governo Meloni, il primo guidato da una donna

Andrea De Angelis e Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Nel salone delle Feste del Quirinale, dove avviene la cerimonia del giuramento, con i familiari dei ministri, va in scena il primo atto del governo Meloni. Ma il momento cruciale è stato venerdì sera poco prima delle 18, quando Giorgia Meloni è uscita dal colloquio con il presidente Mattarella dopo più di un ora, per parlare con i giornalisti nella Loggia d’Onore del Quirinale. Poco prima l’annuncio del segretario generale: la leader di Fratelli d’Italia aveva accettato l’incarico senza riserva, come Berlusconi nel suo quarto e ultimo governo. Il presidente del Consiglio incaricato ha letto con un filo di emozione la lista dei 24 ministri, con 5 tecnici e sei donne, e sette dicasteri che cambiano nome, per seguire i valori della premier. E’ il primo governo della storia della Repubblica italiana guidato da una donna, uscito dalle elezioni del 25 settembre per la XIX legislatura, che hanno decretato la vittoria della coalizione di centrodestra e del partito di Meloni in particolare.

Nuovi nomi per alcuni ministeri 

C’è così il ministero del Mare e del sud, affidato a Sebastiano Musumeci, che lavorerà in sinergia con Infrastrutture e trasporti, assegnato a Matteo Salvini, leader della Lega e vicepremier, e Transizione ecologica e Ambiente, affidato a Gilberto Pichetto Fratin, che nel nome aggiunge “sicurezza energetica”. Quello delle Imprese diventa anche del Made in Italy, mentre quello dell’Istruzione sarà anche del Merito, nelle mani di Giuseppe Valditara, docente universitario di diritto romano. Sport è anche Giovani, Agricoltura anche “sovranità alimentare” come quello francese e Famiglia aggiunge “Natalità” prima di pari opportunità. Nei ministeri chiave, agli Esteri Antonio Tajani di Forza Italia, che sarà anche vicepremier, agli Interni il prefetto di Roma Matteo Piantedosi, all’Economia Giancarlo Giorgetti della Lega, che con Draghi era allo Sviluppo economico, alla Giustizia l’ex magistrato veneto Carlo Nordio, eletto deputato con Fratelli d’Italia e alla Difesa Guido Crosetto, co-fondatore del partito di Giorgia Meloni.

Il grazie di Mattarella a Draghi

Poco dopo è uscito il presidente Mattarella, che ha fatto gli auguri di “buon lavoro” al nuovo governo e ha spiegato che tutto è stato molto rapido per la situazione internazionale e interna, vedi la crisi energetica, “che esigono un governo nella pienezza dei suoi compiti”. Poi ha ringraziato Mario Draghi, il cui governo “ha fatto fronte alle esigenze di guida del Paese fino al Consiglio d’Europa”. In serata Meloni ha twittato: è un esecutivo di alto profilo “che lavorerà spedito per rispondere alle urgenze della Nazione e dei cittadini”.

Una storica prima volta

“Il dato fondamentale è questa prima volta di una donna Presidente del Consiglio”. Inizia così l’intervento di Francesco Bonini, rettore della Lumsa, alla trasmissione Radio Vaticana con Voi. Il Governo, in realtà, ha solo un quarto di ministri donne, ma secondo l’esperto di politica “questo appartiene un po’ alla contabilità delle diverse quote, di fatto con Meloni l’Italia si allinea in modo compiuto agli altri principali partner europei, in attesa che ci sia un presidente donna anche negli Stati Uniti”. Anche nelle tempisticihe di formazione del Governo, particolarmente rapide, si evince la necessità di non perdere tempo. “Certamente è così, Meloni non ha sbagliato da questo punto di vista un colpo, nonostante le ultime settimane siano state convulse.  Forme di esultanza, a sottolineare magari le origini politiche del partito che lei ha fondato sarebbero state inopportune in questo momento. Un atteggiamento efficace il suo, che ora – sottolinea – sarà ovviamente sottoposto alla prova dei fatti”. 

Ascolta l’intervista a Francesco Bonini

Fratelli d’Italia è stato votato da un italiano su otto avente diritto al voto, circa il 12%. Il triplo, il 36%, si è invece astenuto. Quanto è importante dare delle risposte a chi non si è recato alle urne? “Da un lato l’astensionismo è un fenomeno fisiologico, ma certamente è un fatto politico. Una parte significativa di cittadini non si sente rappresentata, dunque c’è anche una sfida per i partiti italiani, che oggi sono medio-piccoli, basti pensare che il più grande ha raccolto solo un quarto dei voti espressi. I partiti sono chiamati dunque – spiega il rettore della Lumsa – a rafforzarsi, guardando alle grandi famiglie europee che sono non solo un punto di riferimento, ma anche un traguardo. Una sfida fondamentale per il nostro sistema rappresentativo ancor più che politico. La sfida ovviamente vale anche per i cittadini che devono aumentare la loro consapevolezza”. L’opposizione è guidata da tre ex presidenti del Consiglio: Letta, Conte e Renzi. “Questo da un lato forse non facilita i rapporti tra le forze politiche, che hanno evitato di coalizzarsi alle elezioni; dall’altro dà un peso istituzionali alle stesse opposizioni. Sia per loro che per la maggioranza conterà però comprendere – conclude – che gli elettori si sono spostati negli ultimi anni da un partito all’altro…”.

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