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“Se solo foste nelle mie scarpe, sapreste come ci sente veramente a vivere quasi sempre con la paura che ti potranno prendere”. A pronunciare queste parole è uno dei giovani protagonisti dello spettacolo teatrale promosso dal vicariato di San Giacomo per i cattolici di lingua ebraica di Gerusalemme, in scena nella chiesa di Notre Dame quest’estate per sensibilizzare il pubblico sulla situazione di 1600 bambini che vivono in Israele senza uno status giuridico ben definito.
In 1600 senza status legale
Si tratta di 1600 minori nati e vissuti in Israele, che parlano ebraico e che in Israele frequentano le scuole. Sono però figli di migranti e di richiedenti asilo e non hanno perciò nessuno status legale. “Durante l’anno scolastico sono protetti dalla legge”, spiega padre Piotr Zelazko, vicario di San Giacomo, “ma ora, durante la pausa estiva, potrebbero essere arrestati e riportati in Paesi di cui non conoscono nemmeno la lingua”.
Costruire ponti
Ispirato al libro di Ruth, moabita che ritorna da straniera nella citta natale di Betlemme, lo spettacolo teatrale è stato finanziato dal Programma Erasmus dell’Unione Europea, con la collaborazione di Paesi Bassi, Austria, Germania e Israele, il vicariato di San Giacomo e il coro di bambini “KISI”. L’idea è quella di costruire ponti e far capire ai ragazzi europei quanto può essere difficile la vita di alcuni loro coetanei, che senza residenza non potranno accedere alle scuole superiori. “Lo spettacolo è uno strumento per connettersi con il pubblico, raccontando loro la storia di questi ragazzi, che a differenza di quelli che aspettano con impazienza le vacanze estive, le temono per paura di essere deportati”, spiega Katrin Tal, coordinatrice dei programmi per i giovani del vicariato.