Israele dice no alla risoluzione Onu sulle pause umanitarie per prolungare i corridoi da Gaza finché i 239 ostaggi resteranno nelle mani di Hamas. Le truppe israeliane occupano l’ospedale di al Shifa, mentre nel sud della Striscia vengono evacuati tre villaggi
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Nessun cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, “finchè i 239 ostaggi resteranno nelle mani dei terroristi di Hamas”: così Israele ha respinto la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva “pause umanitarie urgenti e prolungate e corridoi in tutta Gaza per un certo numero di giorni”. Questo quanto dichiarato dal Ministero degli Esteri israeliano, mentre l’ambasciatore di Israele presso l’Onu, Gilad Erdan, ha definito la risoluzione “distaccata dalla realtà” e ha affermato di considerare “deplorevole che il Consiglio continui a ignorare e si rifiuti di condannare o anche solo menzionare il massacro compiuto da Hamas” il 7 ottobre scorso.
Biden: un errore rioccupare Gaza
“Sarebbe un grosso errore rioccupare Gaza”: questa la dichiarazione del presidente americano, Joe Biden, in conferenza stampa a San Francisco dopo l’incontro avuto con il suo omologo cinese Xi Jinping in occasione del vertice Apec, l’associazione dei Paesi dell’area Asia-Pacifico. “Non so quanto durerà la guerra a Gaza. L’operazione israeliana finirà quando Hamas non avrà più la capacità di uccidere, abusare e fare cose orribili agli israeliani – ha proseguito – Israele ha l’obbligo di usare la massima cautela possibile nel perseguire i propri obiettivi”. Il numero uno della Casa Bianca ha anche affermato di aver comunicato al premier israeliano Netanyahu che la soluzione di due Stati sullo stesso territorio “è l’unica possibile”. Quanto alla questione, ancora irrisolta, degli ostaggi, Biden si è detto “fiducioso” e di contare molto sulla collaborazione del Qatar, importante mediatore nella regione del Medio Oriente.
Colpita casa del capo politico di Hamas
Sul terreno, intanto, blitz delle truppe israeliane che hanno occupato l’ospedale di al-Shifa, dove sarebbero state rinvenute armi e materiale di Hamas. Intanto tre villaggi nel sud della Striscia di Gaza, dove finora erano ospitati gli sfollati del nord, sono stati fatti evacuare dai militari, che hanno dichiarato di aver colpito nella notte, con raid aerei, la casa di Ismail Haniyeh, capo dell’Ufficio politico di Hamas. L’abitazione sarebbe stata “usata come infrastruttura del terrore e spesso ha ospitato riunioni dei leader di Hamas per dirigere attacchi contro civili e militari israeliani”.