Israele propone una roadmap per la fine della guerra, in tre fasi la tregua su Gaza

Vatican News

Dopo 8 mesi di conflitto e molti tavoli negoziali falliti, arriva un nuovo piano graduale del governo israeliano che consentirebbe un cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e la ricostruzione dell’area. A darne notizia gli Stati Uniti che chiedono con forza ad Hamas di accettare la proposta. Il gruppo islamico si è detto favorevole, ma ribadisce che “alcune condizioni non sono negoziabili”

Paola Simonetti – Città del Vaticano

Un cessate il fuoco con il ritiro, in sei settimane, dell’esercito israeliano dalla Striscia, il rilascio di tutti gli ostaggi nelle mani di Hamas in cambio della liberazione dei detenuti palestinesi, per poi approdare a una tregua definitiva che apra la strada alla ricostruzione di Gaza e alla consegna dei corpi dei sequestrati del 7 ottobre scorso. Sono cruciali le tre fasi dell’accordo messo sul piatto da Israele e annunciato, in un discorso a sorpresa alla Casa Bianca, dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che ad Hamas chiede di sottoscrivere senza esitazioni. “Questa guerra deve finire” ha aggiunto Biden, auspicando che il piano abbia inizio in fretta, promettendo piena collaborazione in ogni step della roadmap. “Quanto la popolazione sta sopportando è un inferno” ha dichiarato il preisdente Usa, secondo il quale  “i palestinesi hanno solo da guadagnare dall’accettazione della proposta”.

I dettagli di un cammino difficile

Le sei settimane cuscinetto previste dall’accordo, dovrebbero consentire ad Israele e Hamas di negoziare i particolari della seconda fase, che implicherebbe, ha sottolineato Biden, “la fine definitiva delle ostilità per il rilascio del resto degli ostaggi, compresi i soldati, e il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia”, un percorso che richiederà attenzione ed equilibrio, secondo il presidente degli Stati Uniti, che indica la necessità di ulteriori intensi negoziati nel contesto di una tregua stabile che possa portare poi alla terza e ultima fase dove protagonista sarebbe la ricostruzione per l’enclave palestinese e la restituzione dei corpi degli ostaggi assassinati. La sollecitazione arriva diretta al gruppo islamico: “Se Hamas mantiene i suoi impegni – ha sottolineato Biden – il cessate il fuoco temporaneo si trasformerà, secondo quanto previsto dal testo della proposta israeliana, in una cessazione permanente delle ostilità”.

Le posizioni di Hamas e Israele

Il gruppo islamico ha già fatto sapere di considerare positivamente il possibile accordo, pur ribadendo che la tregua permanente e il completo ritiro israeliano “non sono negoziabili”. Israele da parte sua ha precisato che “il conflitto non finirà finché non saranno raggiunti tutti gli obiettivi prefissati, compreso il ritorno degli ostaggi e l’eliminazione dei miliziani e del governo di Hamas”. 

Il fronte caldo con il Libano

Intanto, non si fermano le ostilità fra Israele e Libano. Secondo le forze di difesa israeliane, dopo una giornata di tensioni, quindici razzi sono stati lanciati nel nord di Israele, tutti intercettati dai sistemi di difesa aerea israeliani. L’attacco del Libano, dopo un raid israeliano sulla città costiera di Naqoura, nel quale è rimasto ucciso un paramedico che viaggiava su una ambulanza affiliata al gruppo Hezbollah.