Sono 4.137 le vittime palestinesi. Da domani aiuti umanitari dovrebbero entrare dal valico di Rafah, dove è arrivato anche il segretario generale dell’Onu Guterres. Da Khan Yunis parla Sami Aboumar della ong Progetto Mondo: “I generi alimentari stanno finendo. Per quanto riguarda la sanità, ad oggi sono cinque gli ospedali che sono stati colpiti dai bombardamenti. Anche i corridoi sono stati trasformati in sale operatorie”
Alessandro Guarasci – Città del Vaticano
L’offensiva di terra israeliana nella Striscia di Gaza arriverà presto. Lo ha detto il ministro della Difesa Yoav Gallant. “Ora vedete Gaza da lontano, presto la vedrete dall’interno – ha affermato, parlando con le truppe della Brigata Givati – L’ordine arriverà”. Al contempo è ripreso il lancio di razzi dalla Striscia verso Israele. Intanto, secondo il minisero della sanità palestinese, avrebbe superato i 4000 il numero dei morti palestinesi nella Striscia di Gaza dall’inizio del conflitto. Dal sud del territorio palestinese, da Khan Yunis, arriva la testimonianza di un operatore della ong Progetto Mondo, Sami Aboumar, supervisore delle attività di terreno del progetto ‘Greening the future’: “Stanotte hanno bombardato più di 50 case. Come ong abbiamo tanti problemi per aiutare le persone, anche perché non ci sono generi alimentari. Le scorte stanno finendo”.
Gli aiuti umanitari forse da domani
I primi aiuti a palestinesi della Striscia di Gaza dovrebbero arrivare “domani o giù di lì” dal valico di Rafah, ha anticipato l’Onu. Al valico è arrivato anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, per coordinare gli aiuti. “Siamo in una fase approfondita e avanzata del negoziato con le parti coinvolte per assicurare che l’operazione per la distribuzione di aiuti a Gaza inizi il prima possibile, una prima consegna è prevista domani”, ha affermato Jens Laerke, portavoce del responsabile degli aiuti umanitari dell’Onu, Martin Griffiths a Ginevra. L’Onu auspica quindi che “la distribuzione possa iniziare al più presto, in modo sicuro e sostenuto nel tempo. Dobbiamo predisporre un meccanismo per cui gli aiuti possano essere consegnati regolarmente nel sud della Striscia di Gaza”.
Ospedali al collasso
Le scorte mediche stanno finendo negli ospedali di tutta Gaza. Il chirurgo Ghassan Abu Sitta racconta di aver fatto ricorso all'”aceto del negozio all’angolo” per curare le ferite batteriche e prevenire l’infezione. “Tlaleng Mofokeng, relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto alla salute, afferma: “Il settore sanitario nell’enclave di Gaza è a un punto di rottura”. “Le infrastrutture mediche di Gaza sono state irreparabilmente danneggiate e gli operatori sanitari stanno lavorando in una situazione disastrosa con un accesso limitato alle forniture mediche e condizioni che non consentono loro di fornire assistenza sanitaria tempestiva e di qualita’”, ha poi aggiunto. E gli operatori locali continuano ad essere in pericolo. Due di loro dell’UNRWA, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati Palestinesi, sono stati uccisi nella Striscia di Gaza, portando il numero totale delle vittime Onu a 16 dall’inizio della guerra, il 7 ottobre scorso.
L’appello alla pace
Il progetto “Greening the future” mira a completare la bonifica di una discarica a nord della Striscia e offrire servizi di supporto psico sociale e sanitario per donne e bambini. “Siamo di fronte a una condizione gravissima dal punto di vista umanitario – aggiunge Sami Aboumar – Gli aiuti umanitari dall’Egitto non sono arrivati, e allora la gente si aiuta l’un l’altra con quello che ha. Bisogna far aprire subito il valico di Rafah. Abbiamo bisogno non solo di alimenti ma anche di pannolini e di vestiti per i bambini. Per quanto riguarda la sanità, ad oggi sono cinque gli ospedali che sono stati colpiti dai bombardamenti, i corridoi sono stati trasformati in sale operatorie, e i dipartimenti di prima emergenza sono strapieni. L’appello che lancio è che si fermino subiti i combattimenti, affinché sia possibile far vivere palestinesi e israeliani in pace”.