Schierate decine migliaia di militari al confine con la Striscia per le operazioni di terra. Scoperti 200 corpi trucidati in un kibbutz al confine con la regione, tra essi 40 bambine e bambini
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Israele prepara l’attacco contro la Striscia di Gaza a quattro giorni dalla micidiale e sanguinosa offensiva dei miliziani di Hamas sul suo territorio. Cresce il numero delle vittime dall’una e dall’altra parte, mentre l’avanzata israeliana mette in luce gli orrori che questo conflitto ha causato: oltre 40 bambini trucidati in un kibbutz vicino alla Striscia. I corpi dei piccoli, molti di loro decapitati, sono stati rinvenuti insieme a quelli di altre 200 persone uccise nella località di Kfar Aza, una delle località, vicino al confine son la Striscia, più duramente colpita dal blitz di sabato scorso messo a segno da Hamas. Intanto Israele aggiorna il bilancio delle proprie vittime: si parla ormai di almeno 1.200 morti, mentre sono circa 800 invece quelli di Gaza.
Imminente la controffensiva
E si sta mettendo a punto la cosiddetta ‘offensiva totale’ contro la Striscia di Gaza. Già schierati al confine con la regione 300 mila militari, mentre è stato richiamato in servizio un numero senza precedenti di riservisti da dentro e fuori di Israele. Intanto il premier Netanyahu è al lavoro per la formazione di un governo di unità nazionale, che dovrebbe avere i connotati di un vero e proprio esecutivo di guerra, perché per Israele si tratta proprio di questo: di una guerra senza quartiere contro il terrorismo di Hamas. E il primo aereo con le forniture militari americane è già atterrato in Israele. L’amministrazione di Washington, inoltre, si sta coordinando con altri Paesi per creare un corridoio che consenta ai civili di Gaza di fuggire prima dell’avanzata israeliana. Il presidente americano, Joe Biden, stigmatizza la situazione: “Israele ha il diritto e il dovere di rispondere a questi feroci attacchi”.