Israele, niente tregua nella Striscia senza rilascio degli ostaggi. Onu: Gaza, cimitero per bambini

Vatican News

Nessun cessate il fuoco se Hamas non libererà gli israeliani sequestrati. Lo ha ribadito il premier israeliano, Benjamin Netanyahu. Intanto è nuovo scontro con l’Onu che punta il dito sulle operazioni militari contro i civili

Paola Simonetti – Città del vaticano

Il rilascio senza condizioni degli ostaggi nelle mani di Hamas resta la chiave, per Israele, per considerare un cessate il fuoco a Gaza. Lo ha ribadito il premier israeliano, Netanyahu, aggiungendo che a guerra terminata garantirà la gestione generale della sicurezza della Striscia per un periodo indefinito.

Lo scontro Israele – Onu

Ma intanto resta drammatica la situazione umanitaria per i civili palestinesi: secondo Hamas sarebbero 10mila le vittime nella Striscia, che, stando alle dichiarazioni del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, è diventata un “cimitero di bambini”. Immediata la reazione di Israele che, per bocca del ministro degli esteri, Eli Cohen, risponde: “Vergognati. E’ Hamas il problema a Gaza – ha aggiunto Cohen – non le azioni di Israele per eliminare questa organizzazione terroristica”. Guterres dal canto suo, continua a invocare un cessate il fuoco immediato e ha esortato le due  parti in guerra a rispettare “gli obblighi del diritto internazionale umanitario: ciò significa il rilascio incondizionato degli ostaggi a Gaza, lo stop all’uso dei civili come scudi umani e il rapido ingresso di aiuti umanitari” nella Striscia, dal cibo al carburante.

Decine le vittime sul campo

Prosegue l’attacco israeliano alle basi di Hamas: l’esercito ha fatto sapere di aver neutralizzato un altro comandante del gruppo islamista. Dal canto suo Hamas ha riferito che almeno 14 persone sono state uccise durante la notte in attacchi israeliani a Rafah, nel sud della Striscia, mentre la Mezzalunarossa palestinese, ha riferito di un attacco aereo israeliano nei pressi dell’ospedale al-Quds di Gaza City. Scontri si registrano anche in  Cisgiordania, dove un palestinese di 24 anni è stato ucciso dall’esercito israeliano nel villaggio di Sair, vicino Hebron in Cisgiordania. E mentre sono giunti quasi 100 camion di beni essenziali da Rafah, salta l’accordo in Consiglio di sicurezza Onu per una risoluzione sul Medio Oriente. Intanto, gli Stati Uniti pianificano l’invio a Israele di bombe di precisione per 320 milioni di dollari, ma insistono con il premier Netanyahu a fare di più per proteggere i civili di Gaza.