Antonella Palermo – Città del Vaticano
E’ salito ad almeno 45 il bilancio delle vittime del disastro su Monte Meron. Lo hanno riferito i servizi di pronto soccorso secondo cui tra questi ci sarebbero anche cinque ragazzi. Intanto procede all’Istituto di medicina legale di Tel Aviv l’opera di riconoscimento dei deceduti da parte delle famiglie. Si stanno attrezzando i primi funerali che per la legge ebraica – se le salme sono state identificate – vanno celebrati prima del riposo sabbatico.
Un disastro su cui indagare
“Il disastro del monte Meron è uno dei più pesanti che abbiano colpito lo Stato di Israele. Piangiamo le vittime, il nostro cuore è con le famiglie e con i feriti, auguriamo loro la piena guarigione”. Così il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, su Twitter. “Gran parte di coloro che sono morti non sono ancora stati identificati, bisogna evitare di diffondere voci sui social perché questo lacera i cuori delle famiglie”, ha aggiunto, “c’è stata una rapida operazione di salvataggio da parte della polizia, delle forze di soccorso e di sicurezza e siamo grati perché hanno impedito un disastro molto più grande”. Dopo la visita sul luogo dell’accaduto, il Primo Ministro ha promesso “un’indagine seria e approfondita per garantire che un tale disastro non si ripresenti”. La Polizia ha cercato di trattenere il panico ma alcuni testimoni, tra cui Il rabbino Velvel Brevda, l’hanno accusata di aver bloccato con delle barriere le uscite, che negli anni passati erano abitualmente utilizzate. “Da dove saremmo dovuti uscire? Alle autorità che erano lì non poteva importare di meno”, ha dichiarato. Il religioso ha detto di ritenere responsabile il governo per la morte delle persone, “uccise qui senza una ragione, solo per dimostrare che controllano questo posto, e che non lo controllano gli ebrei ortodossi”.
Nella folla anche molti bambini
Anche il ministro della Sicurezza interna Amir Ohana – che sovrintende la Polizia – ha invocato una indagine indipendente sull’accaduto. Ha spiegato che è necessaria “su tutti gli aspetti relativi alla programmazione dell’evento, ai preparativi, alle responsabilità, alle infrastrutture”. La tragedia sul Monte Meron è iniziata verso l’una di notte durante la cerimonia di accensione del falò per Toldot Aharon hasidim. I pellegrini erano vicino alla tomba del saggio rabbino Shimon Bar Yohai del II secolo, la folla era enorme, circa 100mila persone, secondo le stime della Polizia. Numerosi i bambini. Il sovraffollamento ha fatto scivolare alcune persone, mentre altre sono cadute su di loro, provocando una fuga precipitosa.
Il cordoglio di autorità politiche e religiose
“L’Unione europea esprime le sue più sentite condoglianze alle famiglie e agli amici delle vittime e al popolo di Israele ed esprime a coloro che sono stati feriti l’augurio di una pronta guarigione”. Così una nota del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae), che fa capo all’Alto rappresentante Josep Borrell, a proposito dell’incidente sul monte Meron in Galilea. “Lascia sgomenti la tragedia con decine di morti e centinaia di feriti tra i pellegrini del Monte Meron, in una comunità che stava orgogliosamente rinascendo dopo il Covid. Lo ha scritto in un tweet il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. L’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa ha inviato questa mattina un messaggio di cordoglio al presidente di Israele, Reuven Rivlin, per le vittime.