Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Stavano comprando regali e generi alimentari per la festa di Eid al-Adha nel mercato di Woheilat, nella periferia est della capitale irachena, quando l’attentatore, che lo Stato Islamico ha identificato come “Abu Hamza Al Iraqi”, quindi un iracheno, che indossava, come una cintura, una bomba artigianale di fabbricazione locale, si è fatto esplodere in mezzo a loro.
Tra le vittime anche 15 tra donne e bambini
Così sono morti, verso le 18.30 di ieri (le 17.30 in Italia) 35 iracheni, è l’ultimo bilancio della polizia, e una cinquantina sono stati feriti. Tra le vittime, purtroppo, ci sono una quindicina di donne e bambini. Il mercato si trova nel quartiere a maggioranza sciita di Sadr City, già bersaglio della violenza terroristica dei fondamentalisti sunniti dello Stato Islamico.
I precedenti attentati il 15 aprile e il 21 gennaio
L’emittente “Sky News Arabia”, riferisce che il primo ministro iracheno Mustafa al-Kadhimi ha subito ordinato l’apertura di un’inchiesta sull’attentato. A Baghdad e a Sadr City l’Is aveva colpito l’ultima volta il 15 aprile scorso, quando almeno 4 persone sono state uccise e altre 17 sono rimaste ferite a seguito dell’esplosione di un’autobomba in un mercato del quartiere. E il 21 gennaio, con un doppio attentato suicida nella zona di piazza Tayaran (dell’Aviazione), nei pressi di un mercato di vestiti usati molto frequentato, aveva ucciso anche allora 35 persone e provocanto 80 feriti.
Anche allora il sedicente Stato Islamico aveva rivendicato, ma un giorno dopo, i due attentati, attraverso il suo organo di propaganda. Piazza Tayaran si trova poco lontano da piazza Tahrir, che è stata epicentro delle proteste antigovernative contro il carovita e la corruzione. Dopo anni di violenza settaria, gli attacchi suicidi erano diventati piuttosto rari nella capitale irachena e quello di gennaio era stato il primo dal giugno del 2019, nel quale persero la vita numerose persone. L’Iraq ha dichiarato sconfitto militarmente il sedicente Stato islamico fin dal 2017, come anche la Siria, ma cellule dell’organizzazione continuano ad esistere e in alcuni casi ad operare, soprattutto nelle regioni desertiche del Paese.
Due attentatori ai lati della piazza
Il primo attentatore si era fatto esplodere su un lato della piazza, dove sorge un vasto e affollato mercato popolare. Mentre il secondo attentatore, identificato dagli agenti di polizia, è scappato su un lato della piazza, in direzione di Bab Sharqi (Porta orientale) e dopo una breve corsa è stato fermato e bloccato a terra. A quel punto, quando una decina di persone tra agenti e altre persone non identificate gli erano addosso, ha azionato la cintura esplosiva.
Il Papa: superare la violenza con la fraternità
Papa Francesco, che si preparava al suo viaggio in Iraq dal 5 all’8 marzo, aveva inviato un telegramma al presidente Barham Salih, a firma del cardinal Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, dicendosi “profondamente rattristato” per il doppio attentato. “Nel deplorare questo insensato atto di brutalità – recitava il messaggio – il Papa prega per le vittime decedute e i loro familiari, per i feriti e per il personale impegnato nei soccorsi”. Prima di invocare sulla nazione irachena e sul suo popolo la benedizione dell’Altissimo, Francesco confidava “che tutti continueranno a lavorare per superare la violenza con fraternità, solidarietà e pace”.
Il 2 luglio in Vaticano il premier iracheno Al-Kadhimi
Poche settimane fa, il 2 luglio, Papa Francesco ha ricevuto in udienza in Vaticano il premier iracheno Al-Kadhimi e “i momenti di unità vissuti dagli iracheni” a Baghdad, Erbil, Mosul, Qaraqosh durante il viaggio apostolico di marzo, sono stati tra gli argomenti principali delle conversazioni, come ha riferito la Sala Stampa Vaticana. Insieme all’“importanza della promozione della cultura del dialogo nazionale per favorire la stabilità e il processo di ricostruzione del Paese”.