Chiesa Cattolica – Italiana

Iraq: dopo l’attentato l’auspicio del Papa per l’avvio di un cammino di pace

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Il Papa esprime solidarietà al primo ministro dell’Iraq, Mustafà al-Kadhimi, rimasto illeso nell’attentato del 7 novembre scorso contro la sua abitazione nella green zone di Baghdad. L’edificio è stato colpito da un drone esplosivo. L’attacco ha causato il ferimento di diverse guardie del corpo del capo del governo al quale Francesco invia un telegramma a firma del Segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin.

“In seguito all’attentato alla sua residenza di Baghdad – si legge nel testo– il Papa desidera esprimere la sua vicinanza nella preghiera”. Sentimenti che il Pontefice estende anche alla famiglia del leader politico. “Nel condannare questo vile atto di terrorismo”, Francesco esprime ancora una volta la sua fiducia che, con la benedizione di Dio, il popolo iracheno possa perseguire “con saggezza e decisione il cammino della pace attraverso il dialogo e la solidarietà fraterna”.

Un popolo caro a Francesco

Il telegramma del Papa si aggiunge ai tanti messaggi di unanime condanna per l’attentato giunti in Iraq da tutta la comunità internazionale. Nel Paese del Golfo Francesco in Papa si è recato in visita dal 5 all’8 marzo scorso. Si è trattato di un viaggio particolarmente toccante, nel quale il Santo Padre è stato a Baghdad, Mosul, Qaraqosh ed Erbil, toccando con mano la sofferenza della popolazione irachena e in particolare di quella cristiana. Momenti che hanno sugellato un rapporto particolarmente sentito tra il Papa e il Paese. “L’Iraq rimarrà sempre nel mio cuore”, questo il messaggio lasciato dal Pontefice agli iracheni.

L’attentato per destabilizzare l’Iraq

Un attacco che mira a “bloccare” il progetto di un Iraq forte, di uno Stato “basato sulla legge, sulla cittadinanza, sull’ordine e la giustizia”. Così il patriarca caldeo, il cardinale Louis Raphael Sako, in un’intervista all’agenzia AsiaNews, commenta l’attentato avvenuto nella notte fra il 6 e il 7 novembre contro la casa del primo ministro Mustafa al-Kadhimi. “E’ chiaro – ha sottolineato il porporato – che l’obiettivo è quello di destabilizzare, creare confusione e interrompere il lavoro avviato dal primo ministro, che vuole costruire un progetto di un Paese non isolato” sul piano internazionale. In molti – ha sottolineato Sako – credono che il suo lavoro di riforme sia autentico e di beneficio alla nazione. Finora egli non ha mai voluto usare le armi per risolvere i problemi, chiede e rilancia i principi del dialogo e dell’incontro, anche con i suoi nemici o avversari politici”. A tutti i cristiani d’Iraq – conclude – chiedo di pregare per il bene del Paese, di aspettare con calma e fiducia, non farsi trasportare dalle tensioni contrapposte, ma restare fonte di equilibrio”. 

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