Giovanni Giulio Valtolina*
La questione dell’incontro con il diverso interpella ogni singolo credente che, rispetto al passato, soprattutto nelle società europee, sperimenta in prima persona la sfida della multietnicità, ponendogli problemi inediti e portandolo a innalzare muri ma anche a costruire ponti, nella ricerca di una pacifica convivenza.
Che il fenomeno migratorio sia un tema potenzialmente conflittuale e divisivo è noto ormai da tempo. I migranti rappresentano oggi, nelle società occidentali, una categoria di soggetti al tempo stesso desiderati e indesiderati. In tale contesto, si rende più che mai necessario un modello d’integrazione che faccia propria la prospettiva interculturale, una prospettiva che rifiuta sia di prendere in considerazione solamente le differenze che separano gli immigrati dagli autoctoni, sia di negare l’esistenza di differenze significative tra gli uni e gli altri, per giungere a un’assimilazione più o meno forzata.
L’interculturalismo si differenzia dal multiculturalismo in quanto l’elemento distintivo è costituito dal dialogo tra differenti culture, con la conseguente apertura alla diversità e una attenzione particolare alla dinamicità delle trasformazioni culturali. Mentre il multiculturalismo, nelle sue pur molteplici espressioni, pone l’accento sulle differenze culturali, l’interculturalismo pone l’accento sulle affinità valoriali tra culture differenti e si fonda sullo scambio personale, reciproco e simmetrico. E mentre il modello di società fondata sul multiculturalismo presenta al suo interno tante singole culture distinte e separate, il modello di società interculturale si qualifica per una condivisione di valori tra individui appartenenti a tradizioni culturali differenti.
I valori sui quali le differenti culture dovrebbero convergere sono quelli posti a fondamento dei diritti umani universali e che, anche di recente, sono stati ripresi e sottolineati dai due ultimi Pontefici, Benedetto XVI e Francesco. Esempi di questi valori possono essere l’uguaglianza, il rispetto, la condivisione, la tolleranza. Il modello dell’interculturalismo, così come delineato dagli studiosi e proposto nei diversi documenti del Magistero, sembra quindi essere la risposta alla domanda di pacifica convivenza interetnica, ispirata a valori comuni e al rispetto reciproco. Da una prospettiva cristiana, tale modello esemplifica la ricerca di “common grounds”, che costituiscono un elemento fondamentale nel processo di costruzione dell’identità stessa della Chiesa cattolica.
* Docente di Psicologia interculturale
Potete ascoltare qui la serie di podcast sulla Dottrina sociale della Chiesa. La puntata è di Giovanni Giulio Valtolina, curatore della voce “Interculturalismo e processi migratori” del Dizionario di Dottrina sociale.