Chiesa Cattolica – Italiana

Indonesia, tragedia ad una partita di calcio

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Sono almeno 182 i morti nello stadio di Malang, nella provincia di giava orientale, in Indonesia. Secondo quanto riportano i media locali, i tifosi dell’Arema FC hanno preso d’assalto il campo dopo che la loro squadra aveva perso 3-2 contro il Persebaya Surabaya. Gli agenti della polizia hanno cercato di convincere i tifosi a tornare sugli spalti sparando gas lacrimogeni. Si è scatenata una fuga generale e una calca impressionante.  

L’intervento del presidente

Il capo dello Stato indonesiano, Joko Widodo, ha ordinato una revisione del piano di sicurezza per le partite di calcio. Il ministro dello Sport e della Gioventù, il capo della polizia nazionale e il capo dell’associazione calcistica indonesiana hanno ricevuto l’ordine di “condurre una valutazione approfondita”, ha assicurato Widodo in una dichiarazione televisiva.

Precedenti drammatici

Sono tanti gli episodi in divrsi stadi nel mondo finiti in tragedia. Alcuni si distinguono per l’alto numero di vittime. Tra questi: in Perù, 24 maggio 1964, 320 persone sono rimaste uccise e più di mille ferite nella calca durante le qualificazioni olimpiche di Perù-Argentina allo Stadio Nazionale di Lima. I tifosi che non sono riusciti a sfuggire sono stati calpestati o asfissiati.

In Scozia, il 2 gennaio 1971, 66 persone sono morte travolte nella calca all’Ibrox Stadium durante un derby tra Rangers e Celtic. È stato  il secondo disastro dello stadio, dopo il crollo di una tribuna nel 1902, che aveva causato 26 vittime. In Egitto la prima tragedia il 17 febbraio 1974: 48 persone sono morte e 47 sono rimaste ferite quando 80.000 persone si sono stipate in uno stadio con una capacità di 40 mila.

In Russia, il 20 ottobre 1982, al termine di una partita di Coppa Uefa, tra lo Spartak Mosca e gli olandesi dell’Haarlem, allo Stadio Luzniki, a causa di una calca nella tromba delle scale. ufficialmente sono rimaste uccise 66 persone, di cui 45 adolescenti. Secondo il quotidiano Sovietski Sport, il numero di vittime è stato di 340 morti. In Inghilterra, l’11 maggio 1985, 56 persone sono rimaste uccise a causa di un incendio divampato sugli spalti in legno durante una partita tra Bradford e Lincoln City.

In Belgio, il 29 maggio 1985, 39 morti allo stadio Heysel di Bruxelles quando i tifosi della Juventus hanno tentato di fuggire dai tifosi del Liverpool. Ancora in Inghilterra, il 15 aprile 1989, una calca sugli spalti dell’Hillsborough Stadium di Sheffield Wednesday ha provocato la morte di 97 tifosi durante la semifinale di FA Cup tra la squadra del Liverpool e il Nottingham Forest.  In Guatemala, il 16 ottobre 1996, circa 80 spettatori hanno perso la vita dopo essere stati schiacciati dai tifosi che si erano ammassati in una tribuna dello Stadio Nazionale Mateo Flores per la qualificazione alla Coppa del Mondo che si sarebbe disputata nel 1998 tra Guatemala e Costa Rica.

In Sudafrica Il 13 gennaio 1991, 40 morti in una mischia durante la partita Orlando Pirates-Kaizer Chiefs. In Francia, il 5 maggio 1992: 18 morti e oltre 2.300 feriti per il crollo di una terrazza dello stadio Furiani in Corsica. Ancora il Sud Africa vive un secondo dramma l’11 aprile 2001: 43 persone hanno perso la vita nella calca allo stadio Ellis Park di Johannesburg durante una partita tra gli Orlando Pirates e i Kaizer Chiefs. In Ghana, il 9 maggio 2001, 126 persone sono morte ad Accra al termine di una partita tra Hearts of Oaks e Kumasi, quando i tifosi del Kumasi, infuriati per la sconfitta della loro squadra, hanno lanciato proiettili e rotto sedie. La polizia ha lanciato granate lacrimogene. Si è scatenato un fuggi fuggi letale.  

Seconda tragedia in Egitto il 1° febbraio 2012, questa volta nello stadio di Port Said: 74 morti dopo gli scontri tra le tifoserie rivali del club locale Al-Masry e dell’Al-Ahly del Cairo. In Camerun, il 24 gennaio 2022: otto persone sono state uccise e decine di altre ferite in una calca prima della partita di Coppa d’Africa tra i padroni di casa del Camerun e le Comore, a Yaoundé.

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