Indonesia, il Papa: le sfide comuni, contrastare l’estremismo e vincere la miseria

Vatican News

A Jakarta, nel primo dei discorsi ufficiali del viaggio apostolico, Francesco ha messo in risalto con le autorità del Paese la necessità di affrontare squilibri e derive di intolleranza puntando sulla costruzione dell’armonia sociale, nella convinzione che la pace è sempre “frutto della giustizia”

Alessandro De Carolis – Città del Vaticano

“Saggio e delicato equilibrio” tra culture e ideologie diverse. “L’armonia, l’equità e il rispetto dei diritti fondamentali dell’essere umano” tra gli obiettivi. E un doppio riferimento a Dio e al bisogno della sua benedizione, scritto nel Preambolo della Costituzione. Papa Francesco apre il suo discorso alle autorità dell’Indonesia mettendo in evidenza una correlazione, quella tra i valori fondanti del Paese e il motto del suo 45.mo viaggio apostolico “fede, fraternità, compassione”. E sollecitando a un impegno di contrasto a “estremismo e intolleranza”, a un impegno civile alimentato da una fede limpida che punta al dialogo, non a una di facciata che manipola gli animi per “fomentare divisioni e accrescere l’odio”.

Il Papa e il presidente indonesiano all’esterno del palazzo presidenxziale

“Immerso nella bellezza di questa terra”

La mattina del Papa era cominciata con una Messa in privato celebrata in nunziatura e il successivo trasferimento al palazzo presidenziale Istana Merdeka per il primo appuntamento ufficiale, la cerimonia di benvenuto e la visita di cortesia al presidente indonesiano Joko Widodo. Dopo l’esecuzione degli inni con il picchetto d’onore schierato all’esterno del palazzo, Francesco accompagnato dal capo dello Stato ha raggiunto la Credential Hall per la firma del Libro d’Onore sul quale ha lasciato un messaggio che condensava quanto avrebbe affermato pochi minuti dopo davanti ai circa 300 rappresentanti istituzionali, della società civile e del corpo diplomatico: “Immerso nella bellezza di questa Terra, luogo di incontro e dialogo tra culture e religioni diverse, auguro al popolo indonesiano di crescere nella fede, nella fraternità e nella compassione. God bless Indonesia!”.

Jakarta, bambini in abiti tradizionali alla cerimonia dei benvenuto al Papa

Equità e rispetto dei diritti

Francesco ribadisce più volte il proprio apprezzamento per l’Indonesia vista come un mosaico tra parti differenti bilanciate fra loro che lavorano per “un tessuto sociale equilibrato”, con il costante contributo della Chiesa locale.

Si tratta di un lavoro artigianale affidato a tutti, ma in maniera speciale all’azione svolta dalla politica, quando essa si pone come obiettivo l’armonia, l’equità, il rispetto dei diritti fondamentali dell’essere umano, uno sviluppo sostenibile, la solidarietà e il perseguimento della pace, sia all’interno della società sia con gli altri popoli e Nazioni.

Il saluto del presidente indonesiano a Papa Francesco

La fede manipolata

Uno sforzo, questo dell’Indonesia, che il Papa pone ad esempio rispetto q quelle “tendenze” che oggi nel mondo “ostacolano lo sviluppo della fraternità universale”, tra cui anche una tendenza a manipolare la fede in Dio, usata non per “costruire pace, comunione, dialogo, rispetto, collaborazione, fraternità, ma per fomentare divisioni e accrescere l’odio”.

In diverse regioni constatiamo il sorgere di violenti conflitti, che sono spesso il risultato di una mancanza di rispetto reciproco, della volontà intollerante di far prevalere a tutti i costi i propri interessi, la propria posizione, o la propria parziale narrazione storica, anche quando ciò comporta sofferenze senza fine per intere collettività e sfocia in vere e proprie guerre sanguinose.

Il Papa firma il Libro d’Onore nel palazzo presidenziale dell’Indonesia

Indonesia, terra di famiglie e figli

Altro esempio che l’Indonesia offre al mondo per Francesco è il suo alto tasso di natalità, con famiglie – osserva a braccio – che hanno “tre, quattro, cinque figli” e “che vanno avanti, mentre in altre zone del mondo la soluzione agli squilibri, stigmatizza, sta nel “limitare le nascite, limitare la ricchezza più grande che ha un Paese”. Un tipo di scelta politica che va di pari passo con un‘assenza in alcuni casi di “un effettivo e lungimirante impegno per costruire la giustizia sociale”.

Ne deriva che una parte considerevole dell’umanità viene lasciata ai margini, senza i mezzi per un’esistenza dignitosa e senza difesa per far fronte a gravi e crescenti squilibri sociali, che innescano acuti conflitti.

La conclusione di Francesco è che il lavoro di chi gestisce la cosa pubblica sia sempre ispirato alla convinzione che “la pace è frutto della giustizia”, perché l’armonia ribadisce e conclude, “si ottiene quando ciascuno si impegna non solo per i propri interessi e la propria visione, ma in vista del bene di tutti, per costruire ponti, per favorire accordi e sinergie, per unire le forze allo scopo di sconfiggere ogni forma di miseria morale, economica, sociale, e promuovere pace e concordia”.