Adriana Masotti – Città del Vaticano
Si è risolta la questione del blocco dei fondi provenienti dall’estero per le Missionarie della Carità, fondate da Madre Teresa di Calcutta, che operano in India come ente di carità riconosciuto: il governo di Narendra Modi ha infatti deciso di rinnovare l’autorizzazione ad operare a livello economico e finanziario dopo che, come riferisce l’agenzia di stampa Ani, sono stati presentati “i documenti necessari”. Il blocco era stato annunciato dalle autorità indiane a Natale.
Chiuso un orfanotrofio delle Missionarie della Carità
A fronte della buona notizia ce ne sono però altre due che dicono il clima di tensione presente nel Paese nei confronti della minoranza cristiana, spesso accusata dagli estremisti indù di fare proselitismo e di praticare conversioni forzate, ma che invece agisce per il bene della società con opere di carità senza fare discriminazioni o distinzioni castali. La prima riguarda lo sfratto, deciso dalle autorità statali indiane, di un orfanotrofio gestito dalle suore di Madre Teresa a Kanpur, nello Stato settentrionale di Uttar Pradesh. Alle religiose, infatti, non è stata rinnovata la concessione demaniale per il terreno su cui sorge la casa per i bambini, scaduta nel 2019. Le autorità, che gestiscono i beni demaniali, avrebbero chiesto alle suore anche il pagamento di una multa per aver utilizzato la struttura negli ultimi due anni a concessione scaduta. Una richiesta economicamente difficile da rispettare e che ha costretto le suore a rinunciare a percorrere le vie legali per contrastare la decisione statale e di consegnare la struttura, lo scorso 3 gennaio, al demanio.
Monsignor Mathias: i cristiani sono una comunità pacifica
L’agenzia AsiaNews, riportando notizie pubblicate dall’Indian Catholic Forum, informa che negli ultimi 53 anni il centro ha accolto e dato in adozione 1500 bambini secondo le norme previste dalla legge. Oltre che agli orfani, la struttura ha offerto aiuto anche a migliaia di poveri come lebbrosi, madri abbandonate, figli di migranti. “Contro le suore di Madre Teresa è stata intrapresa una strada pericolosa”, commenta la notizia ad AsiaNews monsignor Gerald Mathias, vescovo di Lucknow, che afferma ancora: “Attaccano i cristiani perché sono una comunità che ama la pace. C’è solo da sperare che prevalga il buon senso e la situazione migliori”.
L’effetto di una campagna denigratoria
Tuttavia, ad essere colpito non è solo il centro delle Missionarie della Carità di Kanpur. La polizia – questa la seconda notizia – il 6 gennaio scorso ha fatto irruzione anche nell’Istituto di St. Francis, sempre nello Stato di Uttar Pradesh, prelevando 44 bambini. All’origine del provvedimento ci sarebbe, questa volta, una campagna denigratoria ancora degli estremisti indù secondo cui nel centro veniva servita carne bovina e venivano praticate conversioni forzate. Il provvedimento sarebbe però stato bloccato al momento dall’Alta Corte locale e si attendono sviluppi. A preoccupare è il destino dei bambini ospitati finora nell’Istituto che rischiano di essere costretti a spostarsi in altri luoghi per un’ospitalità di emergenza, nel freddo dell’inverno e in tempo di pandemia.