Incontro del Mediterraneo: una carta di intenti da donare al Papa

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Antonella Palermo – Città del Vaticano

La Fratelli tutti e il Sinodo saranno le basi di riferimento del convegno che, dopo due anni da quello di Bari, vedrà riunirsi a Firenze dal 23 al 27 febbraio, insieme ai sindaci di 20 Paesi rivieraschi, i vescovi dei medesimi Stati. Una novità significativa che sottolinea l’importanza di convergere – ambito ecclesiale e ambito civile – sul tema cruciale della cooperazione, del dialogo tra culture e civiltà, della convivenza pacifica. La presenza del Papa, che presiederà la messa di domenica nella basilica di Santa Croce, sarà il sigillo dell’iniziativa.

Bassetti: affrontare insieme i problemi del mare nostrum, nel segno di La Pira

Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha dedicato gran parte del suo intervento, nella conferenza stampa di presentazione del convegno presso la Lumsa, a Giorgio La Pira che tanto si spese a favore del dialogo. Colui che fu sindaco di Firenze amava dire “l’uomo è tale proprio per la sua capacità di incontro”: come non restare, dunque, in quel solco? “Abbiamo dei problemi urgenti del mare nostrum che è necessario affrontare insieme”, ha sollecitato il capo dei vescovi. “C’è un bene comune come tassello importante non solo per i popoli rivieraschi ma per tutta la famiglia umana”, ha aggiunto, rivelando che la genesi della decisione di trovare una sinergia con i sindaci è nata proprio dalla proposta – avallata dal Papa – del sindaco della città ospitante Dario Nardella. E’ stata ribadita l’unicità geopolitica del Mediterraneo: un bacino di tre continenti, “crogiuolo che assomma i problemi di tutto il mondo”. Da qui la speranza che al convegno maturino riflessioni e azioni concrete di ampio respiro, che travalichino i confini della stessa Europa e incidano nelle coscienze delle leadership di governo.

Raspanti: insieme per individuare soluzioni di pace

Saranno una sessantina i sindaci partecipanti e altrettanti i vescovi accanto ai quali potranno intervenire alcuni delegati laici dalle diverse nazioni coinvolte, esperti di specifiche tematiche. Monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e vice-presidente della Cei, si è soffermato sull’intento centrale attorno a cui verteranno i lavori della Chiesa italiana: il contributo che può dare la comunità cristiana alla città nella prospettiva del dialogo interreligioso e soprattutto nell’ambito del sostegno ai bisognosi e nell’affrontare la piaga delle migrazioni. “Vorremmo tirar fuori una sorta di Carta di intenti comuni che firmeremo insieme e che consegneremo al Papa”, afferma, precisando che lo sforzo, come Chiesa, sarà proprio quello di ravvivare lo spirito comunionale: “bisogna attivare tutti i battezzati, non solo la gerarchia, verso soluzioni”. L’invito sarà dunque rivolto a ognuno “in modo che si individuino dei punti di soluzione su pace e convivenza e le vie di attuazione”.

Corridoi diplomatici per agevolare l’arrivo da alcuni Paesi

Per facilitare l’ingresso in Italia da alcuni Paesi come Siria, Egitto, Libia, Libano – grazie all’interesse del Ministero della Salute e del Ministero degli Esteri – è stata garantita la possibilità di usufruire di alcuni canali sanitari internazionali. Raspanti, inoltre, ha ricordato che, già sotto il pontificato di Benedetto XVI, “in un documento finale del Sinodo delle Chiese mediorientali c’era l’idea di intavolare un tavolo non partendo dalle fedi ma dall’essere cittadini”. Concetto chiave ribadito ampiamente da Francesco e Al-Tayeb con il Documento sulla fratellanza umana di cui abbiamo appena celebrato il terzo anniversario.

Betori: privilegiare i disagiati e ogni fragilità

L’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, ha precisato che i lavori si svolgeranno nell’ex convento di Santa Maria Novella, di proprietà del Comune, laddove ci fu il primo insediamento dei domenicani a Firenze, il luogo dove si è peraltro svolto il Concilio dell’Unione, sito simbolicamente importante per il clima di dialogo che ha diffuso. Il porporato ha poi illustrato gli appuntamenti che caratterizzeranno il programma: si tratta di percorsi di arte e fede (con una mostra, al Museo del Duomo, delle tre pietà di Michelangelo); si approfondirà la personalità di Giorgio La Pira; si parlerà di fede e dignità dell’uomo ricordando alcune figure di particolare rilievo, da don Milani a don Barsotti; si evidenzierà il dialogo ecumenico e interreligioso in una città dove tradizionalmente è molto viva, per esempio, l’amicizia ebraico cristiana. Infine, ma molto importante, l’attività caritativa con la storia delle Confraternite, dell’Istituto degli Innocenti e di altre realtà locali impegnate ad aiutare i più poveri. Quasi tutte le basiliche fiorentine saranno coinvolte nonché l’abbazia di San Miniato al Monte dove si svolgeranno momenti di preghiera. Betori suggerisce di leggere un libricino: In edificationem corporis Christi, appunti di La Pira che mostrano il legame tra fede e azione sociale.

Ascolta l’intervista al cardinale Giuseppe Betori

Nardella: un appello forte all’Europa

“Proporremo ai sindaci di dare vita ad una rete permanente delle città del Mediterraneo”: così il sindaco di Firenze, Dario Nardella, intervenuto in collegamento dalla città. Per il primo cittadino, le giornate saranno “un appello molto forte all’Europa, che non può disinteressarsi del Mediterraneo e che sta vivendo il momento più critico degli ultimi decenni”. Il sindaco ha ricordato che “c’è una situazione molto pesante in Tunisia, con una crisi politica serissima: in Libano, dove la crisi economica e sociale è deflagrata, soprattutto dopo l’esplosione nel porto di Beirut; in Palestina, con i segni evidenti della guerra cominciata pochi mesi fa. Senza contare la desertificazione dl Maghreb, che si collega al dramma del cambiamento climatico che sta devastando città e territori”.