Continua a crescere il numero delle persone che hanno perso la vita nella tragedia che ha colpito l’arcipelago. Le autorità dell’isola di Maui riferiscono di 80 morti accertati. Intanto la procura ha annunciato l’apertura di un’inchiesta sulla gestione della tragedia
Sofiya Ruda – Città del Vaticano
Il disastro più grave nella storia delle Hawaii che si sono costituite come Stato solo nel 1959. Il numero delle vittime dei devastanti incendi che hanno colpito Maui salgono a 80, ma il governatore dell’arcipelago Josh Green ha ribadito che “senza dubbio ci saranno altri morti”, sarebbero infatti circa un migliaio le persone di cui non si ancora hanno notizie.
Danni incalcolabili
L’incendio, alimentato da forti venti, non è ancora sotto controllo. Secondo il governatore Green si impiegheranno anni e saranno necessari miliardi di dollari per ricostruire Lahaina, centro storico e turistico dell’isola di Maui, ridotto a rovine fumanti dal peggior disastro naturale nella storia dello Stato. Sono migliaia le persone rimaste senza casa dopo che gli incendi hanno raso al suolo oltre 1.700 edifici. I turisti che hanno lasciato Maui sono quasi 15 mila, nelle scorse ore 25 bus navetta hanno trasportato oltre 1.200 visitatori dagli hotel della zona all’aeroporto di Kahului.
Polemiche per il mancato allarme
La procura dell’arcipelago ha annunciato, nel frattempo, l’apertura di un’inchiesta sul modo in cui le autorità hanno gestito la comunicazione agli abitanti e ai turisti circa lo sviluppo degli incendi. Nonostante le Hawaii vantino il più grande sistema integrato di allerta all’aperto per la sicurezza pubblica, con circa 400 sirene posizionate in tutta la catena di isole per avvisare la popolazione di disastri naturali o di altre minacce imminenti, molti dei sopravvissuti hanno raccontato di non aver udito alcuna sirena e di essere fuggiti dai roghi solo dopo aver visto le fiamme, le colonne di fumo, e aver sentito le esplosioni.
Il dolore del Papa
Ieri, Francesco, in un telegramma, a firma del cardinale Segretario di Stato Parolin, indirizzato al nunzio negli Usa Cristophe Pierre, aveva assicurato le sue preghiere e la sua solidarietà per le famiglie dei morti, i dispersi, gli sfollati e il personale di soccorso.