Cecilia Seppia – Città del Vaticano
Un progetto semplice eppure potente come quel messaggio del Poverello di Assisi, rilanciato dall’enciclica di Francesco, che dopo aver attraversato otto secoli è giunto fino a noi in tutta la sua intatta se non aumentata forza rivoluzionaria. È la Cappella Laudato si’, inaugurata nei giorni scorsi nella parrocchia di San Bruno a Colleferro, in provincia di Frosinone. Cappella e giardino in verità, con tante specie botaniche differenti, entrambi concepiti come segno di un rinnovato amore per il Creato, come monito ad agire ma anche a pregare insieme e più intensamente perché la Casa più bella che Dio potesse consegnare nelle mani dell’uomo torni a risplendere di bellezza autentica e incontaminata. “Fratello Sole” ha fatto da protagonista in tutta la cerimonia animata da canti, intermezzi musicali del tenore Refat Lleshi, e riflessioni e conclusasi con la Messa presieduta dal vescovo di Velletri-Segni, monsignor Vincenzo Apicella.
Le opere e il giardino
Un altro progetto dunque ispirato alla Laudato si’, fortemente voluto dal parroco don Augusto Fagnani, ma realizzato grazie all’intervento di tante persone e personalità del mondo civile ed ecclesiale, per provare innanzitutto a stimolare un sano equilibrio tra uomo e ambiente. L’opera in sé è un’autentica navata suppletiva realizzata all’esterno della chiesa fra gli alberi del giardino parrocchiale, per la celebrazione di funzioni all’aperto. Oltre a quelle offerte dalla natura, quali prato, aiuole e alberi, ne sono caratteristiche peculiari: il granitico altare, installato dall’imprenditore edile Raniero Nori, le tre statue in forma di sagoma, i pannelli con incise in ebraico le prime parole della Bibbia “In principio Dio creò il cielo e la terra” ,e 10 steli con la scritta “Laudato si” lungo tutto il percorso, realizzati invece da Cesare Pigliacelli. L’artista, grafico pubblicitario per professione, non ha mai dimenticato il suo primo amore: l’arte in tutte le sue espressioni in un continuo sperimentare, utilizzando materiali innovativi. Sono sue le figure dantesche collocate nel Sentiero di Dante sul Monte Cacume ed il Monumento, recentemente inaugurato presso l’Ospedale di Frosinone, omaggio ai sanitari ciociari per l’impegno e la solidarietà vissuti e perseguiti durante questi mesi di emergenza sanitaria. Nel descrivere le statue installate nel giardino – che sono a grandezza naturale e rappresentano “il Cristo della cura”, “il Cristo giardiniere”, “San Francesco cantore del Creato”, – Pigliacelli ha posto l’accento sull’utilizzo del Cor-Ten, un materiale versatile dalle straordinarie proprietà strutturali ed estetiche, con un’ottima resistenza alla corrosione atmosferica. La scelta di questo acciaio è stata inoltre dettata dalla sua ossidazione naturale, variabile nel tempo, che permette di assumere diverse sfumature cromatiche.
Non possiamo lasciare un deserto ai nostri figli
Alla cerimonia, oltre a monsignor Apicella erano presenti il sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, padre Joshtrom Isaac Kureethadam, salesiano, coordinatore della sezione “Ecologia e Creato” del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che ha portato ai tanti fedeli presenti l’abbraccio, l’affetto e la gratitudine del Papa per questo ulteriore seme di speranza e cambiamento nella direzione di una conversione ecologica prima ancora dei cuori e delle menti, che dell’ambiente. “La terra – ha detto padre Joshtrom nel suo intervento, è speciale e il pianeta è giardino dell’universo, come lo hanno definito i vescovi irlandesi, e quindi dobbiamo proteggerlo! La vita stessa è iniziata nel giardino dell’Eden, coltivare e custodire questo luogo è compito di ognuno di noi, dobbiamo tornare al Creato riallacciando un contatto che abbiamo perso. È necessario contemplare con occhi nuovi la terra, non possiamo più rimandare”. Poi rilanciando il messaggio di Papa Francesco nella Giornata dei Poveri, e la nascita della “Piattaforma Laudato sì” ha invitato tutti ad aderirvi, perché – ha aggiunto – “abbiamo ricevuto un giardino dal nostro Creatore, non possiamo lasciare un deserto ai nostri figli”.
Lavorare insieme per creare condizioni di vita umane
Il vescovo monsignor Apicella ha ricordato come un’iniziativa del genere, non a caso, nasca a Colleferro, che rientra nell’elenco Sin (Sito di interesse nazionale) in cui è necessaria un’opera di riqualificazione e bonifica, e come la diocesi da un decennio si sia resa promotrice della “Giornata della salvaguardia del Creato”, iniziativa che accoglie cristiani di tutte le professioni, “perché – ha affermato – se possiamo litigare su qualche virgola teologica, non possiamo certo litigare sulla esigenza di rimboccarci le maniche subito per creare delle condizioni di vita umane”. Appassionato è stato anche l’intervento di don Augusto, che ha illustrato la genesi e lo sviluppo del progetto, nato durante il periodo di pandemia e partito dal desiderio di interpretare e migliorare il bellissimo giardino che circonda la chiesa, attuando in questo spazio verde, inserito nel contesto urbano, un “ortus conclusus”, dove i cinque sensi possano entrare in contatto con i quattro elementi della natura: fuoco, aria, acqua e terra.
Conversione ecologica è anche conversione comunitaria
Per il sindaco, Pierluigi Sanna, Papa Francesco è oggi l’unico capo di Stato che ancora “parla in favore degli ultimi, dei poveri ed in difesa della terra in un mondo dove tutti gli altri sembra abbiano smesso di portare avanti queste battaglie” e perciò è necessario sostenere la sua voce anche con piccoli gesti perché l’adesione all’ecologia integrale si diffonda sempre di più. La scorsa settimana don Augusto ha iscritto la Parrocchia di San Bruno alla “Piattaforma Laudato si'” ed ha avviato, con gli animatori, anche il “Circolo Laudato Sì”, pronto ad operare fattivamente alla conversione ecologica. Il Global Catholic Climate Movement definisce la conversione ecologica come la “trasformazione dei cuori e delle menti verso un maggiore amore di Dio, l’uno dell’altro e del Creato. Dobbiamo sentire in noi l’obbligo di essere amministratori premurosi e responsabili”. Una vera conversione ecologica, oltre che a livello personale, deve però essere raggiunta attraverso una comunione di intenti perché, come osserva Papa Francesco, “la conversione ecologica, necessaria per realizzare un cambiamento duraturo, è anche una conversione comunitaria”.