Chiesa Cattolica – Italiana

In Vaticano un summit per uno sport accessibile e su misura per tutti

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Svilupperà, in particolare, il concetto di inclusione “Sport for all: cohesive, accessible and tailored to each person”, il summit internazionale per la presentazione della Dichiarazione sullo sport, organizzato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, insieme a quello per la Cultura e l’Educazione, in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport in Italia, che avrà luogo in Vaticano, nell’Aula Nuova del Sinodo, il 29 al 30 settembre. L’evento, presentato questa mattina nella Sala Stampa della Santa Sede, a quattro anni dalla pubblicazione del primo documento della Santa Sede sullo sport “Dare il meglio di sé”, si pone in continuità con la prima Conferenza Mondiale su sport e fede “Sport at the Service of Humanity” svoltasi nel 2016. Ad oggi sono 250 gli iscritti, provenienti da 40 paesi dei 5 continenti.

Lo sport bene da rendere alla portata di tutti

Lo sport fa bene ed è anche un bene prezioso che va tutelato, ha detto monignor Melchor Sánchez de Toca y Alameda, del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, va difeso dalle minacce che lo insidiano e lo deturpano. Necessita di ambienti sicuri, “dove attività e relazioni si possano sviluppare in modo sano, evitando abusi di ogni tipo, con la condivisione delle pratiche migliori di safeguarding” ha aggiunto monsignor Sánchez de Toca y Alameda, evidenziando che lo sport va messo alla portata di tutti, perché tutti dovrebbero poter provare l’emozione del “risultato ottenuto con lo sforzo continuato nel tempo, l’ebbrezza della vittoria o di un piccolo trionfo, l’umiltà e la saggezza nella sconfitta, il significato del lavoro di squadra”.

Monsignor Melchor Sánchez de Toca y Alameda, Dicastero per la Cultura e l’Educazione

Il programma del summit

La due giorni di domani e dopodomani si svilupperà su tre grandi concetti: sport coeso, sport accessibile, sport su misura. Dunque si parlerà di solidarietà all’interno dello sport, tra quello professionistico e quello base; di sport senza barriere, sia architettoniche che culturali “che impediscono a certe categorie di persone di fare sport, o di farlo in condizioni adeguate” ha precisato monsignor Sánchez de Toca y Alameda; di sport che possa essere proposto a tutti “non per aumentare i profitti, ma per portare avanti una missione sociale”. Su questi temi sono previsti tre diversi interventi, poi sono in programma due grandi tavole rotonde, con la partecipazione di rappresentanti di diverse agenzie internazionali, Caritas, Unesco, Special Olympics, e le testimonianze di alcuni atleti. L’obiettivo è far dialogare diverse voci. Ci saranno anche dei gruppi di lavoro, in italiano, inglese, francese e spagnolo, e una serata culturale ai Musei Vaticani, che si terrà nella cornice del museo etnologico, per sottolineare il filo rosso che lega i beni culturali al bene dello sport, ha spiegato monsignor Sánchez de Toca y Alameda. Venerdì mattina è prevista una celebrazione liturgica e nel pomeriggio, alla presenza di Papa Francesco, nell’Aula Paolo VI, sarà illustrata la Dichiarazione sullo sport, che vuole essere una “chiamata all’azione” e ad azioni concrete. Francesco rivolgerà un saluto ai partecipanti, quindi alcuni atleti, in rappresentanza delle categorie più fragili, e rappresentanti di istituzioni firmeranno il documento.

Padre Alexandre Awi Mello, segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita

Lo sport strumento per l’integrazione delle persone nella società

Padre Alexandre Awi Mello, segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha ricordato che, in questi mesi di pandemia, tante volte il Papa ha ripetuto che nessuno si salva da solo, cosa che vale pure per il mondo sportivo, e ha rimarcato che lo sport, può aiutare di fronte a tante guerre, divisioni e a tanta solitudine. “Questo tempo di progettazione e di ristrutturazione dopo la pandemia – ha affermato padre Mello – è un’occasione idonea per creare nuovi principi affinché lo sport svolga davvero un ruolo che, come Papa Francesco sottolineava nel prologo del documento Dare il meglio di sé, sia uno strumento di incontro, di formazione e anche di missione e di santificazione”. Perché “quando lo sport mette al centro la persona, vengono superate le tentazioni della corruzione, della vincita ad ogni costo o della mercificazione del corpo”, perciò la coesione nello sport aiuta a rimodellare e sviluppare lo sport per tutti. “Lo scopo principale del summit è quello di sollecitare il mondo dello sport e la politica internazionale, regionale e locale, ad abbracciare la Dichiarazione che presenteranno i partecipanti impegnandosi a lavorare per l’integrazione delle persone nella società attraverso lo sport – ha chiarito padre Mello – in particolare delle persone con disabilità fisiche, intellettuali e relazionali, i migranti e i rifugiati, i detenuti, i giovani e gli anziani, le donne”. Ma si punta anche a “motivare gli organismi sportivi a ridurre la divisione esistente tra sport professionistico e amatoriale, affinché non si perda il senso del gioco, dell’amicizia e della gratuità”.

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