Chiesa Cattolica – Italiana

In un libro le storie di quattro donne forti, coraggiose e creative

Adriana Masotti – Città del Vaticano.                 

“Volevo delle donne rivoluzionarie, capaci di creare metodi e sistemi in grado di sopravvivere a loro. Donne che avessero acceso un cambiamento del quale godranno anche le generazioni future (…) Mi sono sentita una cercatrice d’oro. Le ho trovate ed è stato magnifico lasciarmi inondare dalle loro vite”. Lo scrive Vittoria Iacovella, giornalista e scrittrice, che introduce così il suo libro “Con grazia e coraggio” con il sottotitolo: Storie di donne che hanno tracciato strade nuove. “La grazia – scrive ancora l’autrice – è un modo di relazionarsi col mondo, ma anche un modo di guardarlo con amorevolezza. Il coraggio è di chi vede i pericoli, di chi ha paura, ma va avanti lo stesso verso un bene superiore”.

Chi sono le donne raccontate nel libro

Le donne di cui Iacovella racconta nel volume pubblicato da Città Nuova editrice, sono l’americana Judi Aubel, antropologa, che dopo anni di lavoro in Africa, America Latina e Asia, crea un metodo fondato sulla leadership delle nonne capace di generare cambiamenti, in particolare su scuola e salute. Il suo progetto si chiama “The Grandmother Project”. La seconda è Luciana Delle Donne che all’apice di una carriera di successo nel settore bancario lascia tutto, torna a Lecce, la sua città natale, e fonda l’azienda “Made in Carcere”. C’è poi Paola Guerra che, a seguito del terremoto dell’Aquila, scopre la dimensione umana della gestione dell’emergenza e in Italia propone un modello nuovo. Infine, Lucia Luzietti, la signora dei satelliti. Ingegnere, è a capo di un team internazionale che lavora sulle emergenze naturali mediante rilevazioni satellitari. Coordina i servizi Emergency 24/7 di e-GEOS.

Vittoria Iacovella, autrice del libro

Il coraggio di ricominciare e di pensare il nuovo

A tenerle insieme è la comune capacità di trovare strade nuove per vivere la propria femminilità e la decisione di mettere il proprio “genio” al servizio della comunità, in risposta a una ferita sociale. Messe davanti ad una crisi o ad un ostacolo, hanno trovato una nuova soluzione per superarli, preziosa per tutta la comunità e lo hanno fatto mettendosi all’ascolto delle persone. Scorrendo le pagine emerge per ciascuna un percorso esistenziale non privo di cadute, ma che le conduce a reinventarsi più volte e a vedere la propria felicità e realizzazione non separate da quelle degli altri. Dalle loro storie Vittoria Iacovella si è lasciata prendere tanto da voler coinvolgere nella stessa scoperta tanti altri.

Ascolta l’intervista a Vittoria Iacovella

Vittoria Iacovella, quattro donne: Judi, Luciana, Paola, Lucia, con esperienze e caratteri diversi, ma con qualcosa in comune, si potrebbe dire, la creatività, la forza, il saper ricominciare…

In realtà è lo stesso titolo che ce lo dice perchè scegliendolo con l’editore, abbiamo cercato un filo conduttore che legasse tutte e l’abbiamo trovato nella grazia e nel coraggio. La grazia, come la definiva un po’ anche Hemingway, che di certo non era femminista, però diceva “il coraggio è grazia nella tempesta”. Loro hanno proprio questo: la capacità di mantenere la propria grazia interna – e la grazia anche ricevuta attraverso gli eventi che hanno dovuto superare e che le hanno fatte diventare quello che oggi sono – e il coraggio di essere se stesse e di cercare strade nuove.

Lei lo scrive all’inizio del libro, queste donne non sono perfette, hanno anche dei fallimenti alle spalle, alcune scelte sbagliate per quanto riguarda la vita personale, ad esempio. Ma sono in grado di innescare, credo, qualcosa di nuovo in chi le incontra attraverso queste pagine…

Sì, loro a me hanno dato tantissimo perché sono donne vere e, in quanto tali, sono persone che sbagliano, come sbagliamo tutte noi o che hanno dei rimorsi, dei rimpianti, in questo ci possiamo ritrovare, e sono ispiranti perché la loro vita ci insegna che, in realtà, tutto quello che ci succede è necessario che succeda per darci un’opportunità di crescita. Anche gli errori, anche le cadute, possono servire se vissute con lo sguardo attento agli altri. Perché loro questo sono: sono generose e non lo sono state soltanto nel raccontarsi, ma nella loro vita, cioè nei momenti più bui, loro non si sono dimenticate degli altri.

Luciana Delle Donne, una delle quattro protagoniste del libro

Ci racconta in breve l’esperienza di una delle quattro donne del suo libro, e ci dice che cosa l’ha colpita di più della sua storia?

Sono quattro donne di quattro generazioni differenti, vanno dai 40 ai 70 anni, ciascuna di loro ha vibrato in me in un modo diverso. Di sicuro Luciana, che è una donna molto forte, ma che porta dentro di sé ferite profondissime: lei è cresciuta in una famiglia molto numerosa in Puglia, poi con tanti sacrifici – perchè era di una famiglia povera – è diventata una manager di banca, è andata a lavorare a Milano dove ha creato la prima banca on line quando ancora non esistevano, quindi possiamo immaginare anche quanto poteva guadagnare. Luciana, ad un certo punto, ha avuto il coraggio di guardarsi e di osservare a fondo la propria infelicità e quindi a rivoluzionare la propria vita. E’ tornata in Puglia, ha lasciato il lavoro e ha deciso di dedicarsi ai bambini, ma di farlo attraverso le mamme. Quindi ha deciso di creare una casa di moda in carcere per riciclare vite di persone e riciclare tessuti e far fiorire tutta la sua sensibilità, la sua caparbietà, la sua intelligenza. Io l’ho vista anche quest’estate al lavoro, ad esempio, con i ragazzi che facevano lo stage da lei. E vi assicuro che è una persona di grandissima ispirazione. Poi ci sono le altre, come Lucia che è mia coetanea ed è la “signora dei satelliti” che salva vite facendo le mappe per i soccorritori con i satelliti e ha anche due bambini, quindi ha il problema di conciliare questo lavoro h24 con la famiglia come anche a me accade. Alcune di loro hanno figli, altre no, e anche di questo si parla nel libro, perché la realizzazione di una donna non per forza passa per la maternità, giacché a volte i figli non arrivano per tanti motivi. 

Paola Guerra

Il mondo dovrebbe essere fatto dagli uomini e dalle donne insieme, oggi si parla di reciprocità, ancora in gran parte da costruire. Papa Francesco ha affermato più volte che la Chiesa e la società hanno bisogno dello sguardo delle donne, del loro modo di vedere e vivere le cose. Poi però è difficile definire in che cosa consista questo sguardo femminile. Quale prospettiva originale, secondo lei, una donna può offrire nella costruzione del mondo?

Le rispondo attraverso l’esempio di una delle quattro storie del libro: Paola Guerra è una delle pochissime donne italiane che si occupa di sicurezza, un settore tipicamente maschile, lei ha iniziato dopo il terremoto dell’Aquila. Qual è stato il suo contributo femminile? E’ stato quello di portare la psicologia all’interno della gestione delle emergenze e delle calamità e adesso, con la pandemia che stiamo vivendo, per tutti noi è evidente quanto sia importante gestire la psicologia dei singoli e delle masse in un momento di emergenza. Ma questo non è scontato e purtroppo le taskforce fatte da soli uomini, questo aspetto l’avevano trascurato, e adesso il suo approccio è diventato essenziale. Questo è un esempio che vale, credo, per spiegare quello che mi chiedeva.

Judi Aubel

Ciò che è accaduto lo scorso agosto in Afghanistan ha riportato le donne in quel Paese indietro di vent’anni. Ma le donne sono ancora ai margini e soffrono limitazioni in tutto il mondo, anche in Occidente. Insomma, la strada per il riconoscimento della piena dignità delle donne è ancora lunga. Come sente il tema della condizione delle donne oggi?

E’ difficilissimo anche in Italia mantenere solida la propria dignità femminile, dobbiamo ammetterlo, perché se non lo ammettiamo neghiamo il problema. Ovviamente la situazione in Afghanistan è molto peggiore, però c’è ancora tanta strada da fare e non potremo farla se non assieme agli uomini, gli uomini che devono necessariamente essere nostri alleati per crescere insieme. Anche agli uomini non conviene una società fondata sul solo pensiero maschile, perché è un pensiero sterile, la fertilità di pensiero, e quindi la crescita della nostra società è basata sull’incontro fra ciò che è percepito in modo maschile e ciò che è percepito in modo femminile. Quando gli uomini si rendono conto di questo e si rendono conto che avrebbero solo vantaggi da una collaborazione, diventano uomini illuminati. Purtroppo non tutti lo sono, purtroppo anche la mascolinità attuale è molto fragile e quindi forse possiamo lavorare per creare degli uomini che siano più sicuri di se stessi. Penso, ad esempio, al fatto di crescere i figli sicuri e rispettosi dell’altro. Io in questo momento aspetto un bimbo ed è un maschietto e la mia figlia più grande mi ha detto: “che bello, lo cresceremo femminista eh, mi raccomando mamma”, io dico: quanto meno rispettoso e capace di cogliere il frutto dell’unione di pensieri diversi.

Vittoria Iacovella, perché ha voluto scrivere questo libro “Con grazia e coraggio”?

Innanzitutto c’è un mio afflato d’anima, mi sono chiesta che cosa mi rende felice. Faccio la giornalista, ovviamente le notizie di solito sono cattive notizie, io invece amo le storie di persone che possano ispirarmi e quindi amo raccontare le storie anche agli altri, illuminare le persone luminose per dire: ecco, guardiamo che non è tutto buio, ci sono persone che possono mostrarci la via. L’ho fatto anche con il libro precedente che era “I Rompiscatole. Storie di giovani eroi senza mantello”. Era un libro per ragazzini ed erano storie di ragazzini che hanno cambiato il mondo, sempre ragazzini imperfetti, un po’ storti a modo loro, e l’ho fatto adesso per gli adulti con queste storie di donne.

Lucia Luzietti
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