Presentato all’università Lumsa il volume di padre Vito Magno, che raccogli oltre cinquanta interviste a laici, consacrati, fondatori di movimenti e intellettuali al centro della vita della Chiesa negli ultimi decenni. Il cardinale Grech: nessuna concorrenza tra laici e pastori, ma corresponsabilità in quanto fedeli e battezzati
Michele Raviart – Città del Vaticano
Un sussidio all’imminente Sinodo, che attraverso 54 interviste a santi, sacerdoti, laici, fondatori di movimenti e intellettuali legati all’esperienza del Concilio Vaticano II danno la loro risposta alla domanda “Come si annuncia il Vangelo oggi?” È questo il percorso delineato dal volume “Conversione sinodale. Incontri con protagonisti della Chiesa postconciliare”, edito da San Paolo che raccoglie una selezione dei dialoghi che il padre rogazionista Vito Magno ha trasmesso alla Radio Vaticana negli ultimi cinquant’anni e che è stato presentato all’università Lumsa.
“Pazzi di amore per la Chiesa e il Signore”
Una selezione, ha ricordato l’autore, tra oltre duecento interviste a persone “pazze d’amore per la Chiesa e il Signore” e che con il loro contributo “hanno aiutato la barca di Pietro a non affondare” dopo la fine del Concilio. Non a caso, ha ricordato il moderatore Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, la prima intervista è a monsignor Luigi Bettazzi, fino allo scorso luglio l’ultimo padre conciliare vivente, che legava indissolubilmente il Sinodo al grande Concilio.
Grech: al Sinodo nessun approccio ideologico o rivendicativo sulle donne nella Chiesa
Bettazzi, ha ricordato il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, sosteneva che il Concilio Vaticano II è stata la più grande novità del cristianesimo contemporaneo e deve essere ancora pienamente attuato. In questo senso ha sottolineato il porporato tutti gli intervistati hanno risposto “in un clima di sinodalità”, un neologismo che è uscito dagli ambiti specialistici proprio grazie a Papa Francesco. Di “conversione sinodale” parla implicitamente l’arcivescovo brasiliano Hélder Câmara, in una delle tante interviste citate, quando affermava che non è pensabile che un prete lavori da solo, senza il vescovo e senza i fedeli, o il cardinale argentino Edoardo Pironio, quando sottolineava che i laici non devono conquistare posti di potere a scapito dei pastori in una logica di concorrenza, ma in quella di una corresponsabilità in quanto fedeli e battezzati. Questo, ha ricordato Grech, vale anche per il ruolo delle donne nella Chiesa che, lontano da un “approccio ideologico o rivendicativo”, deve essere inquadrato nella cornice più ampia della corresponsabilità dei battezzati e delle battezzate. Tutti temi che saranno affrontati dal prossimo 4 ottobre nella prima sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo sulla Sinodalità, ricordando sempre, ha affermato il cardinale Grech citando l’intervista nel volume all’allora cardinale Joseph Ratzinger, nella Chiesa non ci si deve fossilizzare sulle strutture e bisogna discernere ciò che è essenziale da ciò che è contingente e che sono sempre possibili nuove realizzazioni.
Karram: creare gli spazi dove le donne possano dare il meglio
Con il Concilio Vaticano II la Chiesa si è anche aperta per la prima volta al mondo femminile grazie alla presenza di 23 uditrici, ha sottolineato la presidente del Movimento dei Focolari Margaret Karram, nel suo intervento sulla conversione e sull’importanza del “camminare insieme”. Le donne sanno amare e soffrire più degli uomini, ha ricordato e, citando l’intervista di padre Vito Magno a Chiara Lubich “curare bene l’amore significa anche patire, che è il prezzo dell’amore”. Con Papa Francesco c’è stata un’accelerazione della presenza femminile nella Chiesa, ha affermato Karram, ribadendo che non è “una questione di ruoli o uguaglianza, ma di creare spazi in cui le donne possano dare al meglio il loro specifico contributo, avendo in Maria l’ispirazione da cui imparare.
Una storia della ricezione del Concilio Vaticano II
Il Sinodo nasce del 1965 e la sua storia è la storia della ricezione del Concilio Vaticano II ha sottolineato lo storico Agostino Giovagnoli dell’Università cattolica del Sacro Cuore, segnalando alcuni contenuti del volume, dall’intervista al cardinale Etchegaray, in cui ricordò quanto l’incontro interreligiosi di Assisi nel 1986 gli avesse cambiato la vita, a quella al cardinale Gantin e l’importanza dell’Europa per la Chiesa, o a cardinale Martini con la sua riflessione profetica sull’ecumenismo ostacolato dal nazionalismo. È la storia di tanti uomini e donne coraggiose, ha ribadito poi monsignor Armando Matteo, segretario per la sezione dottrinale del Dicastero per la dottrina della fede, che hanno preparato il terreno a questa conversione sinodale a cui la Chiesa sta andando incontro.