Anna Poce – Città del Vaticano
“Signore, fa’ che il mio grido giunga a te” è il tema che accompagna l’odierna giornata di commemorazione degli attentati della domenica di Pasqua. A 1000 giorni dagli attacchi che avevano colpito tre chiese e tre hotel di lusso del Paese, il 21 aprile 2019, provocando almeno 279 morti, tra cui 37 cittadini stranieri, e 500 feriti, nessun passo avanti è stato fatto in merito all’accertamento della verità sulle stragi.
Verità per le vittime
Il cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo – riporta UCA News – ha chiesto a sacerdoti, suore e laici di riunirsi, il 14 gennaio, presso la Basilica Nazionale di Nostra Signora di Lanka, Tewatta, alle ore 10, per pregare e per chiedere verità e giustizia per le vittime. Anche il vescovo ausiliare di Colombo, monsignor Anton Ranjith, si è unito al suo invito, sottolineando come in questo momento critico che tutto il Paese sta vivendo occorra rafforzare la fede e rivolgersi alla Madre di Dio, perché interceda e conceda protezione e speranza alla popolazione.
Insoddisfazione per le indagini sulle stragi
Il porporato ha più volte espresso l’insoddisfazione dell’episcopato su come siano state condotte le indagini, a mesi di distanza dalla presentazione del Rapporto conclusivo della Commissione presidenziale di inchiesta nominata per indagare sull’accaduto. Tutto procede a rilento e mancano ancora notizie certe sugli autori materiali, sui mandanti e su chi avrebbe potuto prevenire le stragi, rivendicate dal gruppo estremista islamico locale National Thowheed Jamath, e non l’ha fatto. Intervenendo l’8 gennaio ad un seminario online con i cingalesi che vivono in Europa, il cardinale Ranjith si è detto sempre più sicuro che dietro le stragi ci sia stata una grande cospirazione tutta da verificare.