Fabio Colagrande e Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Come figli che ricorrono alla Madre così l’umanità si affida a Maria, Regina della Pace, nel pieno della tempesta, di una guerra scatenata un mese fa tra Russia e Ucraina. “A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo. Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate”. Le parole dell’Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria di Russia e Ucraina risuoneranno oggi alle ore 17, nella Basilica di San Pietro. Il Papa infatti presiederà il Rito per la Riconciliazione con la confessione e l’assoluzione individuale. Lo stesso atto, nello stesso giorno, sarà compiuto da tutti i vescovi del mondo. A Fatima lo farà il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio, inviato da Francesco.
Conformarsi al cuore di Maria
La scelta di Papa Francesco di consacrare all’Immacolato Cuore di Maria la Russia, l’Ucraina e l’umanità intera si inserisce nella tradizione del magistero della Chiesa che ha sempre guardato alla Madonna come colei a cui affidarsi nel momento della prova. Lo afferma, in un’intervista a Radio Vaticana – Vatica News, il mariologo padre Stefano Cecchin ofm, presidente della Pontificia Accademia Mariana internazionale, sottolineando il significato teologico di questa consacrazione: “Per trovare la pace dobbiamo conformarci al cuore di Maria, un cuore che ama immensamente”. Nell’ottobre 2020, incontrando i docenti e gli studenti della Pontificia Facoltà Teologica Marianum di Roma, il Papa li aveva invitati a restare “sempre attenti ai segni dei tempi mariani che percorrono la nostra epoca”. Secondo padre Cecchin, la decisione di Francesco di rinnovare questo atto di consacrazione in questo momento storico nasce proprio da questa sua attenzione: “Quando in una famiglia ci sono delle guerre, ci si affida alla Madre”.
Padre Cecchin, come mariologo come ha accolto questa decisione del Papa?
Sono in partenza per Fatima, dove in questi giorni si svolge un congresso sulla consacrazione del Portogallo all’Immacolata Concezione che è avvenuta nel 1931. Si trattò in quell’occasione della prima Nazione al mondo consacrata al Cuore Immacolato di Maria. Preparando la mia relazione ho ripercorso tutto il cammino dalla Chiesa nella “Terra di Maria”, come viene chiamato il Paese lusitano. Mi sono reso conto così di come questa presenza, in tutti i momenti difficili della storia del Portogallo, abbia avuto il suo apice con le apparizioni di Fatima. E proprio Fatima ci ha restituito l’immagine di Maria che si preoccupa della situazione europea di quel tempo. Eravamo nel 1917, c’erano la rivoluzione russa, la Prima Guerra mondiale, e Dio continuava a prendersi cura di noi attraverso Maria, che, nelle apparizioni a Fatima, chiedeva la consacrazione della Russia. Voglio dire che se ci mettiamo con attenzione alla ricerca dei “segni dei tempi mariani”, come ci ha invitato a fare Papa Francesco, li rinveniamo anche nell’attuale momento storico. Quindi ho trovato davvero meravigliosa la scelta del Papa di rinnovare questa consacrazione e quindi di affidare le due nazioni che sono in guerra, Russia e Ucraina, alla “mamma”. Papa Francesco continua a dirci che la casa comune è donna, ed è come Maria, che la Chiesa è come Maria ed è Madre. Noi sappiamo bene che in una famiglia quando i figli non vanno d’accordo e ci sono dei problemi, la mamma è quella che tende a portare la pace. Questo affidamento nasce proprio da quest’intuizione del Papa e veramente noi lo ringraziamo tantissimo.
Che significato teologico ha questa consacrazione?
Il Cuore di Maria è il cuore di Dio. Noi dobbiamo pensare che Maria è colei che ha condiviso con il Padre l’unico Figlio. Quel Figlio amato immensamente dal Padre e dalla Madre, come ci hanno ricordato Giovanni Paolo II e Paolo VI e tutta la tradizione. Maria ci ha aperto la via per amare, che ha corrisposto, più di ogni altra creatura, all’amore immenso di Dio. Quindi noi siamo tutti chiamati a conformarci a questo Cuore per poter amare Gesù negli altri. Siamo convinti che la vera pace non nasce tanto dalle Nazioni Unite, dalle armi o dalla politica degli Stati, ma viene solo da Dio. Quindi, se noi vogliamo creare la pace, dobbiamo conformare il nostro cuore a colei che ha amato Dio e che ama la Chiesa e i fratelli, cioè a Maria. Quindi, questo è il Cuore immacolato di Maria: un cuore che ama immensamente, donandosi a tutti noi. Per questo, se vogliamo realmente creare la pace, dobbiamo partire dai nostri cuori conformati al Cuore immacolato di Maria.
Papa Francesco ha invitato i vescovi di tutto il mondo e i loro presbiteri a unirsi a lui in questo atto di consacrazione e affidamento. Perché?
Mi pare una scelta legata al concetto di sinodalità che Papa Francesco continua a ribadire. Il Papa rappresenta la Chiesa, il senso dell’unità, ma unità con la Chiesa e nella Chiesa, che è – come la chiama lui – la nostra casa comune. Quindi non ci salviamo da soli, come ci ha ricordato Papa Francesco nella Fratelli tutti e sempre insieme dobbiamo chiedere a Dio la salvezza del mondo. “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sarò in mezzo a loro”, ci ricorda il Vangelo e Francesco sottolinea che il cammino di salvezza del mondo dobbiamo compierlo insieme, non da soli. Ecco allora che in questo momento tutta la Chiesa deve essere unita, come in un grande Sinodo, un grande Concilio. in cui si chiede a Dio di poter intervenire.
La storia della Chiesa ci dice che ci sono stati vari atti di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, compiuti dai predecessori di Papa Francesco: Pio XII, Paolo VI e Giovanni Paolo II. Come inserire la scelta del Papa nel contesto di questa tradizione?
Per noi molto è importante che il Magistero della Chiesa abbia sempre, in tutta la storia, guardato a Maria come colei che è l’immagine dell’unità della Chiesa, che si prende cura della Chiesa, che, nei momenti difficili, dobbiamo sempre invocare perché ci aiuti a trovare la soluzione. L’icona mariana più bella, per me, è quella di Maria che ci indica la via: la Madonna Odigitria, la Vergine che ci indica la via che porta a Gesù. La Chiesa con la sua Sapienza illuminata dallo Spirito Santo continua così a ribadire, come ha fatto anche il Vaticano II, che Maria è segno di sicura speranza. Ricordiamoci che nella storia della Chiesa, nei momenti più difficili si è sempre invocato il nome di Maria, come ci ricorda il magistero pontificio. Quindi Papa Francesco è in continuità con l’insegnamento della Chiesa.
Perché il Papa ha voluto che un suo inviato, il cardinale Krajewski, compisse lo stesso gesto proprio presso il Santuario di Fatima?
Le apparizioni di Fatima vanno contestualizzate nel cammino compiuto dal Portogallo. Nel XVII secolo, il re del Portogallo fu il primo a consacrarsi all’Immacolata Concezione, addirittura togliendosi la corona e mettendola in testa all’Immacolata. Da allora, mai i re del Portogallo hanno indossato la corona lasciando questo privilegio all’Immacolata. Quindi parliamo di una terra dove Maria ha sempre dimostrato la sua attenzione e il suo aiuto nei momenti più duri. Fatima diventa perciò l’apice di questa manifestazione che poi è uscita dai confini del Portogallo per diventare una realtà, quindi un’apparizione, che vale per tutto il mondo. Quindi non si tratta di affidare al cuore di Maria solo la Russia e l’Ucraina, ma tutto ciò che è ingiustizia, che è contro il diritto della persona umana, che è atteggiamento mafioso. Tutte queste realtà che vogliamo trasformare insieme attraverso Maria per realizzare un mondo migliore.