Sull’agenzia vaticana, pubblicato il settimo video-reportage che conclude la serie di approfondimenti realizzata nel Paese centro asiatico che Francesco visiterà dal 31 agosto al 4 settembre prossimi. Le aspettative e gli auspici del piccolo gregge dei cattolici e la storia dei contatti tra Mongolia e Chiesa di Roma iniziati quasi 800 anni fa
Vatican News
Perché il Papa va in Mongolia? A pochi giorni dalla partenza di Papa Francesco per Ulaanbaatar, molti si chiedono cosa spinge il Pontefice 87enne a un lungo viaggio per visitare una nazione dove vivono meno di duemila cattolici. Il settimo e ultimo video-reportage prodotto per l’Agenzia Fides da Teresa Tseng Kuang yi in vista del viaggio di Papa Francesco in Mongolia (31 agosto-4 settembre), racconta l’attesa del Pontefice nel grande Paese centro-asiatico e nella sua piccola Chiesa. E attraverso immagini, racconti e testimonianze raccolte in Mongolia, lascia intravvedere le ragioni del viaggio: “Un dono che Dio offre per fare crescere i fedeli nella fede”, spiega nel video il sacerdote mongolo padre Pietron Tserenkhand Sanjaajav.
Cattolici in una condizione di minoranza
Una fede che, afferma invece il cardinale Giorgio Marengo, prefetto di Ulanbaatar, “non ha grandi forze o segni esterni su cui contare, ma che conta sulla presenza viva del Signore risorto, sul dialogo, e sul prendersi cura dei più piccoli”. Una fede, anche, legata anche all’esperienza di “essere cattolici in una condizione di minoranza, a volte di marginalità”. La piccola comunità ecclesiale della Mongolia, sottolinea Marengo, può forse offrire anche al resto della Chiesa il dono della “freschezza di una fede che si interroga, si lascia interrogare dalla realtà”. Il Successore di Pietro va quindi in Mongolia innanzitutto per abbracciare e farsi abbracciare da quella piccola Chiesa e per indicare e ricordare a tutti che la Chiesa è sempre e dovunque Chiesa nascente.
Radici storiche
Nel video-reportage, il prefetto apostolico di Ulaanbaatar riconnette la prossima visita del Papa alla sorprendente storia di contatti tra Mongolia e Chiesa di Roma iniziati addirittura quasi 800 anni fa, quando nel 1246 Papa Innocenzo IV aveva inviato in quella terra lontana il francescano Giovanni di Pian del Carpine con una lettera da consegnare all’imperatore mongolo che a quel tempo dominava anche la Cina. Il cardinale Marengo accenna anche alla sollecitudine con cui le attuali autorità civili mongole, nel luglio 2022, hanno inviato a Roma una delegazione ufficiale per consegnare a Papa Francesco l’invito a visitare il loro Paese, così, la novità di una Chiesa nascente si riannoda con la storia che la precede.
Grazie alla visita del Papa 87enne – annota il vescovo Marengo – la Mongolia, che appare a molti lontana, diventa vicina, prossima a ogni cuore cristiano. Perché “il Successore di San Pietro che si interessa di questo piccolo gregge, ci dice quanto a Nostro Signore stiano a cuore tutti, anche le persone che vivono, geograficamente, in zone che magari sono meno conosciute del mondo”. L’auspicio del prefetto e di tutti i cattolici della Prefettura apostolica di Ulaanbaatar è che l’imminente viaggio porti un “dono di grazia, di amicizia fra i popoli più diversi, e anche di testimonianza, di solidarietà e di speranza”. Una attesa e una supplica che si esprimono anche nella domanda accennata dal missionario salesiano Leung Kon-Chiu all’inizio del video-reportage: “Chissà quale tipo di albero crescerà, da questo piccolo seme…”.