Tiziana Campisi – Città del Vaticano
A Beirut, in Libano, la parrocchia greco-cattolica melchita di San Salvatore ha realizzato un presepe ambientato fra le macerie dell’esplosione del 4 agosto scorso. Non è stato facile per molti libanesi prepararsi al Natale fra edifici distrutti e difficoltà economiche, ma la Natività allestita con le rovine del tetto della chiesa vuole dare un messaggio di speranza, riferiscono Abouna e Rome Reports.
La speranza di rinascere a nuova vita
“Vogliamo trasmettere che nel cuore della distruzione, Gesù nasce, nelle finestre e nelle porte rotte, Gesù nasce, tra le macerie e nelle case distrutte Gesù nasce. Dove c’è desolazione, porta speranza” ha detto il parroco, padre Nicolas Riachy. Questo Natale, per i libanesi ha simboleggiato anche la nascita della salvezza e vuole essere segno dell’inizio di una nuova vita. “Dove c’è l’oscurità, Gesù porta la luce; dove c’è tristezza, porta gioia” ha aggiunto padre Riachy. Papa Francesco ha menzionato spesso il Libano nelle sue preghiere e il 24 dicembre proprio al popolo libanese ha voluto indirizzare una lettera in cui esprime la propria vicinanza, senza distinzione di comunità e di appartenenza religiosa” e rivolge “parole di conforto e incoraggiamento”. Nella lettera il Pontefice indirizza inoltre un appello ai capi politici e ai leader religiosi perché si impegnino a “cercare l’interesse pubblico” e annuncia “di visitare appena possibile” il Paese.