Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Dopo due edizioni celebrate in digitale, venerdì 10 giugno torna dal vivo “La Lunga Notte delle Chiese”, un’occasione unica in cui i luoghi di culto di varie città italiane si animano di iniziative artistiche e culturali in una chiave di riflessione e spiritualità.
Grande partecipazione
Concerti, esibizioni artistiche, visite museali, iniziative per i bambini, testimonianze, riflessioni, e tanto altro da vivere insieme come comunità. L’iniziativa, nota anche come Notte Bianca delle Chiese, è nata nel 2016 grazie all’associazione BellunoLaNotte e su ispirazione della “Lange Nacht der Kirchen” che si svolge in Austria e in Alto Adige: in pochi anni ha registrato numerosissime adesioni. Basti pensare che nel 2019, ultima edizione prima della pandemia, sono state oltre 120 le diocesi italiane che hanno aderito con 150 chiese, insieme alla Comunità Valdese alla Chiesa Protestante.
Ecumenismo e dialogo
L’ecumenismo è nel cuore di questo evento, divenuto ormai per molti una tradizione nel segno del dialogo. In-Contro è il tema scelto quest’anno dagli organizzatori perché racchiude in sé temi come l’inclusione, la riscoperta dei legami, il tessere relazioni, l’accoglienza, l’amicizia, la diversità, la fraternità, la solidarietà. L’accostamento della preposizione “IN” e dell’avverbio “CONTRO” ben esprime l’elemento significativo del dialogo, ovvero la diversità. Solo l’uomo o la donna capaci di fraternità si fanno ricchi di ciò che arricchisce il fratello. Ad ispirare gli organizzatori le parole di Papa Francesco: “Quanto è bello sentire che gli altri sono parte di noi, non gente da cui prendere le distanze”.
L’attualità dell’In-contro
L’invito è innanzititto ad IN-CONTRARE sé stessi: a conoscersi per incontrare l’alterità. Solo chi ama sé stesso infatti è in grado di amare gli altri. Quest’anno l’attualità è protagonista de “La Lunga Notte delle Chiese”: l’assurdità del conflitto in Ucraina, ha reso infatti ancora più pressante la necessità del dialogo per trasformare il potenziale “nemico” in un “ospite”.
Finalmente dal vivo
Stefano Casagrande, dal 2016 è organizzatore dell’evento: “È stato un percorso sorprendente. Nata come piccola iniziativa diocesana la Lunga Notte delle Chiese ha avuto una crescita inaspettata, ma sperata. Gli ultimi due anni li abbiamo vissuti in maniera digital a causa della pandemia, ma quest’anno finalmente torniamo dal vivo, in presenza. I luoghi di culto hanno una suggestione che può essere vissuta appieno solo con l’esperienza dal vivo”.
La vita monastica e il pellegrinaggio
A seguire gli eventi nelle varie Regioni d’Italia sarà anche per questa edizione la TGR, Testata Giornalistica Regionale della Rai, mentre sul sito internet ufficiale www.lunganottedellechiese.com sono già disponibili tutte le informazioni, con l’aggiornamento in continua evoluzione dei luoghi di culto aperti. Per citarne solo alcuni: presso l’Abbazia di Santa Maria Annunziata delle Carceri, nella Diocesi di Padova sarà possibile rivivere la dimensione della vita monastica secondo la Regola di san Benedetto. Al Museo Abbaziale di Montevergine invece si avrà la possibilità di visitare la mostra “I passi della devozione”, dedicata al tema del pellegrinaggio, esempio tangibile ed evidente dell’ incontro con la fede ma anche con il prossimo. A Modena invece il Duomo aprirà le porte per un originale viaggio tra le meraviglie del creato nelle sculture della Cattedrale.
Da zero a cento
“Tutte le iniziative organizzate hanno un filo conduttore che richiama al tema”, ricorda Casagrande. “Ogni comunità declina questo tema in maniera individuale. Le iniziative sono molto eterogenee e rivolte ad un pubblico molto ampio: da zero a cent’anni. Inoltre per l’occasione vengono aperte chiese e luoghi sacri spesso chiusi durante l’anno”.