In aiuto ai migranti venezuelani nasce il nuovo portale “Migrasegura”

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Lanciata sui social il 26 agosto, la piattaforma per ora in due lingue, spagnolo e portoghese, è una speranza per il futuro. Frutto del lavoro congiunto delle Caritas di Brasile e Ecuador –  con il finanziamento della fondazione JuntosEsMejor Challenge, dell’Usaid e della Banca interamericana per lo sviluppo, con il supporto di Catholic Relief Services –  nasce con l’obiettivo di garantire e facilitare l’accesso alle informazioni per i venezuelani che hanno lasciato il loro paese in cerca di una vita migliore.

Si chiama “Emigrare in sicurezza” perchè le informazioni tempestive che vi si possono attingere spaziano dai servizi sanitari anche in relazione ai sistemi anti-Covid, all’assistenza burocratica sulle pratiche relative allo status di rifugiato, alle procedure per ricevere pasti o accoglienza da organizzazioni certificate, come Clamor Network. I migranti – specie i venezuelani – i principali destinatari, loro che rischiano di cadere nelle reti della tratta o vittime di organizzazioni criminali. Come hanno spiegato gli organizzatori in conferenza stampa, “l’entità della crisi venezuelana, in seguito alla quale si stima che più di 5 milioni e mezzo di persone abbiano lasciato il proprio Paese, esige che le informazioni che hanno la funzione di salvare vite siano messe al servizio dei rifugiati e dei migranti venezuelani”. Si tratta, dunque, in primo luogo, di “contribuire al processo decisionale con informazioni accurate, in modo che queste persone possano avere un transito migratorio sicuro”.

Il progetto ha preso il via alla fine del 2020, attraverso uno studio su un campione di 807 rappresentanti di famiglie venezuelane tra Ecuador e Brasile. Le Caritas hanno anche lavorato con 15 informatori in rappresentanza delle organizzazioni che lavorano con questa popolazione. La raccolta dei dati è stata effettuata dal 9 al 18 dicembre 2020, in 8 città del Brasile e 6 città dell’Ecuador. Lo studio ha rivelato che “circa il 66% delle persone che lasciano il Venezuela per uno di questi due Paesi, non hanno informazioni sulle loro destinazioni”.