Impagliazzo: a Berlino le religioni insieme per riportare la pace nel dibattito mondiale

Vatican News

Il presidente della Comunità di Sant’Egidio presenta l’incontro dello “Spirito d’Assisi” con i rappresentanti religiosi che si terrà nella capitale tedesca dal 10 al 12 settembre sul tema “L’audacia della pace”: “In un mondo in cui risorgono muri, venire a Berlino è ricordare che i muri possono ricadere”

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Berlino è la città testimone che i muri, così come sorgono, possono anche cadere, e sarà Berlino quindi a raccogliere “Il grido della pace” lanciato lo scorso anno da Roma, quando le religioni unite assieme al Papa al Colosseo chiedevano che “la terra sia liberata dalla violenza”. La capitale tedesca, dal 10 al 12 settembre prossimi, accoglie l’edizione 2023, la 37.ma, dell’incontro dello “Spirito di Assisi” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, quest’anno dal titolo “L’audacia della pace. Religioni e culture in dialogo”, organizzato assieme alla Chiesa cattolica e a quella protestante. Un evento, al quale tra gli altri prenderà parte il cancelliere tedesco Olaf Scholz, nato sul solco della giornata di preghiera convocata ad Assisi da Giovanni Paolo II nel 1986, quando i leader delle religioni mondiali si incontrarono per dialogare e pregare, sostenuti dalle parole di Papa Wojtyla: “La pace è un cantiere aperto a tutti”. Berlino – ha spiegato ieri Marco Impagliazzo presidente della Comunità di Sant’Egidio, dalla Germania, dove si è svolta la presentazione dell’evento – “è la città in cui un muro è caduto per la forza delle democrazie, del dialogo e della pazienza di ricostruire canali di pace. Nel mondo in cui stanno risorgendo tanti muri, venire a Berlino è ricordare che i muri possono ricadere”.

La distruzione della guerra e il ruolo delle religioni

“Quest’anno – spiega Impagliazzo a Vatican News-Radio Vaticana – abbiamo visto ancora la guerra mietere tante vittime, fare tante distruzioni non soltanto in Ucraina, ma anche in altri Paesi del mondo e quindi evidentemente siamo stati poco audaci tutti: la società civile, la comunità internazionale, la diplomazia nel cercare vie di pace, così come Papa Francesco aveva indicato”. È dunque da Berlino, la città delle macerie dell’ultimo baluardo della Guerra fredda, che si vuole lanciare chiaro e forte il messaggio della “audacia della pace” e il fondamentale ruolo delle religioni nel portarla avanti. A farlo saranno ospiti come il rabbino capo di Israele Lau e il grande Imam di al-Azhar al-Tayyeb, con cui il Papa ha sottoscritto il documento di Abu Dhabi sulla Fraternità umana nel 2019, e poi ancora rappresentanti delle religioni asiatiche, dell’induismo, del buddismo e dello scintoismo dei sikh. “Tutto il mondo religioso sarà rappresentato a Berlino – prosegue Impagliazzo – e all’unisono ci impegneremo per riportare il tema della pace al centro del dibattito internazionale, dove purtroppo ancora prevale una logica di polarizzazione se non di scontro, ma anche una logica di armi di commercio di armi, di distribuzione di armi, questa logica deve cambiare ci deve essere un’inversione di tendenza perché bisogna aprire delle vie di dialogo innanzitutto e poi delle vie di pace dunque le religioni faranno la loro parte”.

Nuove vie di dialogo

Le religioni oggi sono molto meno presenti sugli scenari di guerra, e lavorano per aprire nuove vie di dialogo, forti anche di una severa autocritica portata avanti negli anni. “Ne sono un esempio – prosegue il presidente di Sant’Egidio – le vie che si sono aperte tra cristiani, tra cristiani e musulmani, ciò che sta facendo negli ultimi anni Papa Francesco, soprattutto verso il mondo musulmano, i suoi viaggi anche in Bahrein, oltre che ad Abu Dhabi, in altre regioni musulmane”. Sul fallimento della pace, è la convinzione di Impagliazzo, dovrebbero interrogarsi più altri mondi, come quello politico o diplomatico “perché tanti momenti di avvicinamento tra le religioni ci sono stati, ci saranno e hanno fatto anche la storia. Abu Dhabi ha fatto storia, così come è storia l’incontro di Papa Francesco con Al Sistani a Najaf, con gli sciiti iracheni ha fatto storia”. Le religioni dunque stanno facendo la storia del dialogo, ma la politica e la diplomazia? È la domanda che riecheggerà a Berlino.