L’indagine, condotta dal sacerdote dell’Urbaniana Giacomo Incitti, avviata il 16 gennaio scorso a seguito alle notizie delle accuse mosse al fondatore padre Marko Rupnik. Dalla relazione finale emerso “con chiarezza che in seno al Centro Aletti è presente una vita comunitaria sana e priva di particolari criticità”
Vatican News
Il Vicariato di Roma annuncia la conclusione della visita canonica presso l’Associazione Pubblica di Fedeli della Diocesi di Roma “Centro Aletti”. L’indagine, condotta dal sacerdote Giacomo Incitti, professore ordinario di Diritto Canonico presso la Pontificia Università Urbaniana, era stata avviata il 16 gennaio scorso a seguito alle notizie diffuse da agenzie di stampa e dai comunicati a firma di padre Johan Verschueren, delegato del preposito generale per le Case Interprovinciali di Roma, in merito ad alcune vicende riguardanti padre Marko Rupnik, accusato di abusi nei confronti di religiose maggiorenni, e collegate anche al Centro Aletti. Obiettivo della visita era indagare “sulle dinamiche associative e sulla reale consistenza degli interrogativi sollevati da alcune istanze”.
Come informa un comunicato del Vicariato diffuso oggi, la visita canonica si è svolta avendo come obiettivo, in particolare, “l’accertamento delle modalità di conduzione dell’Associazione e dell’effettivo funzionamento dei suoi organi di governo; l’esame della vita associativa in tutti i suoi aspetti, compresi i rapporti dei membri con il fondatore e con il gruppo dei responsabili, nonché le dinamiche relazionali tra i membri stessi, con riferimento anche al periodo antecedente il 5 giugno 2019”. L’indagine, sottolinea la nota, “è stata condotta con diligenza e riservatezza, attraverso incontri comunitari e un rilevante numero di colloqui personali sia con gli attuali membri sia con molte persone che a vario titolo hanno avuto contatti con la vita e le attività del Centro”.
Relazione finale
Il 23 giugno 2023 il visitatore ha presentato la relazione finale, dalla quale – si legge – “emerge con chiarezza che in seno al Centro Aletti è presente una vita comunitaria sana e priva di particolari criticità. Il visitatore ha potuto appurare che i membri del Centro Aletti, benché amareggiati dalle accuse pervenute e dalle modalità con cui sono state gestite, hanno scelto di mantenere il silenzio – nonostante la veemenza dei media – per custodire il cuore e non rivendicare una qualche irreprensibilità con cui ergersi a giudici degli altri. Tutta la vicenda, a giudizio del Visitatore, ha aiutato le persone che vivono l’esperienza del Centro Aletti a rafforzare la fiducia nel Signore, nella consapevolezza che il dono della vita di Dio si fa spazio anche attraverso la prova”.
“Contemporaneamente, nuove esigenze, emerse e valutate anche alla luce della decisione della Compagnia di Gesù di uscire dalla compagine del Centro Aletti, hanno richiesto alcune prime necessarie modifiche allo Statuto che, tuttavia, hanno lasciato integre le finalità fondative”, prosegue il comunicato, spiegando ancora che “sulla base della relazione finale, il cardinale vicario, verificata la non sussistenza di alcun presupposto per ulteriori provvedimenti di propria competenza, ha decretato la chiusura della visita canonica”.
Esaminate le accuse
Infine, si legge, che “come da esplicita richiesta formulata nel decreto di nomina, tenuto conto delle ricadute sulla vita dell’Associazione”, il visitatore Incitti “ha doverosamente esaminato anche le principali accuse che sono state mosse al padre Rupnik, soprattutto quella che ha portato alla richiesta di scomunica. In base al copioso materiale documentario studiato, il Visitatore ha potuto riscontrare e ha quindi segnalato procedure gravemente anomale il cui esame ha generato fondati dubbi anche sulla stessa richiesta di scomunica. In considerazione della gravità di tali riscontri, il Cardinale Vicario ha rimesso la relazione alle Autorità competenti”.