Il vescovo di Malaga: l’incontro con il Papa ci incoraggia e ci conferma nella fede

Vatican News

Michele Raviart – Città del Vaticano

“Veniamo con molta gioia e molta speranza a questo incontro con il Santo Padre, centro dell’unità della Chiesa”. Così monsignor Jesús Esteban Catalá Ibànez, vescovo di Malaga, racconta l’attesa per l’incontro di Papa Francesco con il terzo gruppo di vescovi spagnoli, provenienti dalle provincie ecclesiastiche di Granda, Seviglia e Mérida-Badajoz, giunti a Roma per la visita ad limina apostolorum. “Avremo un incontro personale che è la cosa più importante”, spiega il presule, “un’esperienza viva di incontro con la Sede apostolica sia con i Dicasteri e i vari prefetti e i loro collaboratori sulle diverse tematiche e problemi che ci sono sia poi con il Papa, venerdì prossimo, che per noi è un’esperienza sempre confortante, perché ci conferma nella fede e ci incoraggia come pastori della Chiesa”. I vescovi spagnoli hanno infatti anche visitato sei Congregazioni della Santa Sede e questa settimana celebreranno l’Eucaristia nelle quattro grandi basiliche papali di Roma.

Ascolta l’intervista di Renato Martinez a monsignor Jesùs Català

Le sfide della diocesi di Malaga

“Malaga è una diocesi grande, la quinta per popolazione in Spagna”, racconta monsignor Català, “e ha delle grandi sfide pastorali ed è una diocesi in cammino crescente. Ci sono delle confraternite molto importanti che sviluppano la religiosità popolare che sono un freno a certe ideologie e uno strumento di prima evangelizzazione, di catechesi e di formazione. Poi ci sono tante persone di altre Chiese cristiane, protestanti, ortodossi e facciamo un lavoro di ecumenismo molto forte e di dialogo interreligioso, per la presenza soprattutto di musulmani, ma anche induisti e fedeli di altre religioni”.

L’accoglienza ai migranti

Tra le sfide della diocesi spagnola c’è anche quella dell’accoglienza e dell’immigrazione. “C’è la presenza di molti migranti che provengono da Paesi dell’Africa a dall’America Latina e vengono alla ricerca di lavoro”, spiega il presule. “L’Andalusia è accogliente, così come la nostra diocesi. Riceve, accoglie, cura, appoggia e le nostre Chiese sono punti d’incontro. Quelli che vengono con la fede cercano sempre una parrocchia dove celebrare la Messa e subito incontrano e trovano persone che gli aprono le porte come se fossero da sempre fratelli. Questa è una cosa molto bella. Con i latinoamericani è ancora più facile perché parliamo la stessa lingua, con chi viene dall’Africa invece è un po’ più difficile. Un’altra presenza è poi è quella di chi viene dall’Europa centrale per cercare un clima migliore, per l’età, per riposarsi. Si integrano in comunità parlando inglese, tedesco e altre lingue e vengono dall’Ucraina e dalla Polonia e i nostri preti sono pronti ad accoglierli. Malaga, insomma, è una diocesi molto complessa, con molte sfide pastorali che tentiamo di risolvere con speranza, pazienza e gioia”.

Verso la sinodalità

Sullo sfondo anche la sfida della sinodalità, nel segno del percorso tracciato da Papa Francesco. “Ho lavorato per dieci anni nella segreteria del Sinodo dei vescovi”, sottolinea il vescovo di Malaga, “e camminare insieme e vivere la comunione ecclesiale è importante. Adesso il Papa ci ha incoraggiato a camminare in sinodalità. E1 stata un’idea molto bella quella di incoraggiare tutte le diocesi a partecipare a questo processo sinodale. In Spagna tutti i vescovi stanno lavorando su questa linea.”