Chiesa Cattolica – Italiana

Il valore della cooperazione interreligiosa per la salvaguardia del Creato

Nella Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, il metropolita ortodosso di Calcedonia Emmanuel parla del lavoro comune delle fedi per la tutela della “casa comune”: la combinazione di azione ambientale e sociale offre speranza per il futuro, non possiamo restare inerti

Jean Charles Putzolu – Città del Vaticano

“Uniamoci ai nostri fratelli e sorelle cristiani nel nostro impegno a prenderci cura del Creato, il sacro dono del Creatore”. All’udienza generale di mercoledì 30 agosto, Francesco ha chiesto ai fedeli di lavorare come fratelli e sorelle e in spirito ecumenico per proteggere l’ambiente. Dal 1° settembre al 4 ottobre, la Chiesa cattolica celebra la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, lanciata inizialmente nel 1989 dal Patriarca Dimitrios di Costantinopoli. Per accompagnare la pubblicazione della sua prima enciclica sull’ambiente, il patriarca decretò il primo giorno dell’anno liturgico ortodosso, il 1° settembre, un giorno di preghiera per la salvaguardia del creato.

Il 6 agosto 2015, anno di pubblicazione della sua enciclica Laudato si’, con una lettera ai cardinali Kurt Koch e Peter Turkson, rispettivamente presidenti degli allora Pontifici Consigli della Giustizia e della Pace e della Promozione dell’Unità dei Cristiani, Francesco istituiva a sua volta questa giornata di preghiera. “Condividendo con il mio amato fratello Patriarca ecumenico Bartolomeo la stessa preoccupazione per il futuro del creato e accogliendo il suggerimento del suo rappresentante, il Metropolita Giovanni di Pergamo, intervenuto alla presentazione dell’Enciclica Laudato si’ sulla salvaguardia della nostra casa comune – scrisse allora il Papa nel suo messaggio – desidero informarvi della mia decisione di istituire nella Chiesa cattolica una ‘Giornata mondiale di preghiera per la salvaguardia del creato’. A partire da quest’anno, questa giornata sarà celebrata il 1° settembre, come già avviene nella Chiesa ortodossa”.

Cooperazione interreligiosa

“Siamo d’accordo con la Chiesa cattolica e sia Francesco che il Patriarca Bartolomeo hanno sottolineato la necessità di lavorare insieme”, spiega ai media vaticani il Metropolita di Calcedonia Emmanuel. “Se tutti contribuiamo, possiamo cambiare il mondo”, aggiunge, rammaricandosi del fatto che le decisioni politiche annunciate nelle varie COP non sono purtroppo sufficientemente seguite da azioni concrete, sebbene siano necessarie in modo urgente. “Lo sconvolgimento climatico colpisce tutti, da nord a sud, da est a ovest, e non fa distinzione tra ricchi e poveri”, anche se, osserva il Metropolita ortodosso, i più vulnerabili sono i più colpiti. Le Chiese, sottolinea, hanno la capacità di sensibilizzare le comunità, e ognuno al proprio livello deve sentirsi responsabile. Nel prendere le iniziative della “Chiesa verde” in Francia come esempio, il capo della Chiesa ortodossa di Calcedonia sollecita a “fare tutto il possibile affinché le nostre Chiese diventino ecologiche”, continua, spiegando che i leader religiosi oggi hanno il dovere di comportarsi in modo esemplare, rispettando il pianeta “che dobbiamo trasmettere alle generazioni future”.

Il Metropolita Emmanuel ritiene che per cambiare le abitudini siano necessari piccoli esempi quotidiani. “Non si può pensare di cambiare le cose da un giorno all’altro”, dice, si tratta di una “rivoluzione interiore”, che cambia gradualmente il modo di pensare di tutti noi, ed è qui che le Chiese possono dare un contributo importante.

Ascolta l’intervista in lingua originale con Emmanuel, Metropolita di Calcedonia

https://media.vaticannews.va/media/audio/s1/2023/09/01/06/137286127_F137286127.mp3

La distruzione degli ecosistemi a causa della guerra

Nel suo messaggio per la Giornata del Creato 2023, il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli condanna gli effetti devastanti della guerra sull’ecologia, in particolare della guerra in Ucraina: “Ogni atto di guerra è anche una guerra alla creazione, nella misura in cui costituisce una grave minaccia per l’ambiente naturale. L’inquinamento dell’atmosfera, dell’acqua e della terra a causa dei bombardamenti, il rischio di olocausto nucleare, l’emissione di radiazioni pericolose dalle centrali nucleari che producono elettricità, le polveri cancerogene prodotte dall’esplosione degli edifici, la distruzione delle foreste e l’impoverimento dei terreni agricoli coltivabili – tutto ciò testimonia che il popolo e l’ecosistema dell’Ucraina hanno subito e continuano a subire perdite incalcolabili”, scrive il Patriarca ecumenico nel suo messaggio, che conclude con un appello al dialogo.

Azione globale, collettiva e individuale

“Possiamo agire come cristiani, ma possiamo vedere che questo non è solo un problema del mondo cristiano”, prosegue il Metropolita Emmanuel, sottolineando che “tutte le religioni sono sulla stessa lunghezza d’onda quando si tratta di proteggere la natura”, perché “siamo tutti responsabili”. Ci sono alcune questioni su cui non tutte le religioni possono essere d’accordo, ma “la protezione dell’ambiente non è una questione teologica, e tutti sono interessati, cristiani, buddisti, musulmani, ebrei, scintoisti e anche non credenti sensibili alla necessità di proteggere il pianeta”, aggiunge il Metropolita di Calcedonia, affermando che “la combinazione di azione ambientale e sociale offre speranza per il futuro”. “Siamo di fronte a un problema il cui impatto è visibile in tutto il mondo – conclude – e non possiamo restare inerti. Dobbiamo agire. I leader religiosi ai massimi livelli, ma anche i fedeli, devono andare oltre le parole con la convinzione che ognuno ha la sua parte di responsabilità”.

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