Chiesa Cattolica – Italiana

Il sentimento religioso come via per la pace, a Roma un evento di dialogo tra le fedi

Nella parrocchia di San Pio X si è svolto ieri, 21 febbraio, un incontro con monsignor Galantino, Ruth Dureghello e l’imam della Grande Moschea di Roma. Un confronto aperto per ribadire l’importanza di riconoscere l’altro nella sua diversità e l’importanza di rafforzare “con credibilità” il legame tra le fedi religiose, in un momento di duri conflitti

Giampiero Guadagni – Città del Vaticano

Il dialogo di pace è favorito tutte le volte in cui c’è ascolto reciproco. Sono le parole con cui monsignor Nunzio Galantino,  presidente emerito dell’Apsa, ha chiuso mercoledì sera, 21 febbraio, l’incontro “Il sentimento religioso come via per la promozione della Persona Umana e per la costruzione della civiltà dell’amore”, promosso da monsignor Andrea Celli, parroco di San Pio X nel quartiere romano della Balduina. Al tavolo, guidato dalla giornalista di Tv2000 Monica Mondo, si sono confrontati anche Ruth Dureghello, già presidente della Comunità ebraica di Roma; e l’Imam della Grande Moschea di Roma, El Refaey El Shahat Abd Rabout Rabou Issa.

Il sentimento religioso appartiene ad ogni essere umano

Un incontro dunque davvero significativo, in questo periodo storico che ha particolarmente bisogno di spirito di apertura, rispetto e profondità di pensiero. Davanti ad una platea che ha riempito i 350 posti dell’Auditorium di San Pio X anche il saluto del prefetto Alessandro Tortorella, direttore degli Affari di culto del Ministero dell’Interno. Presenza non rituale. L’Italia infatti riconosce nelle diverse confessioni religiose una ricchezza e un valore da tutelare all’interno della Costituzione. Questo dipartimento rappresenta però un unicum nel panorama europeo. Fatto che dimostra che troppo spesso il sentimento religioso è accantonato o subordinato ad altri valori. In realtà, come ha sottolineato monsignor Celli, “il sentimento religioso appartiene ad ogni essere umano, gli permette di esprimere liberamente la sua personalità e di ritrovare la sua identità in una comune prospettiva di rapporto con l’Assoluto trascendente che contraddistingue tipicamente le tre grandi religioni abramitiche”.

Un momento della serata nell’auditorium della parrocchia San Pio X di Roma

L’imam di Roma: l’Islam, religione di pace

E così l’imam della Grande Moschea di Roma ha ricordato che la religione è “la motivazione che spinge una persona a spingersi verso il bene e ad allontanarsi dal male. Dio ha reso l’uomo responsabile delle sue parole e delle sue azioni. L’Islam educa il cittadino musulmano ad avere una coscienza vigile”. E ha ribadito: “L’Islam è una religione di pace, libertà e eguaglianza, senza superiorità di genere e discriminazione razziale. Una religione di tolleranza, che significa pieno rispetto reciproco, riconoscimento dei diritti e delle libertà degli altri”. Inoltre, “la gentilezza, la cura del prossimo, la misericordia e la benevolenza sono le cose di cui la vita quotidiana ha bisogno: nessuna legge o magistratura è sufficiente per questo. L’Islam ha stabilito controlli sulla morale e sul comportamento, controlli che includono una serie di conseguenze e conducono all’amore universale. Tra i comportamenti prescritti c’è il rispetto per i diversi punti di vista sul piano religioso, etnico e culturale”.

Dureghello: rafforzare il legame tra le fedi con credibilità

Anche Ruth Dureghello ha posto l’accento sulla necessità di attuare la responsabilità che ci è stata affidata. Che, ha spiegato, “non è il dominio del mondo e degli altri, ma andare incontro al bisogno dell’altro, valorizzare e arricchire quello che abbiamo intorno. Un peso che impone scelte, il libero arbitrio”. Senza prescindere dal rispetto delle regole. “Nella giustizia sociale e nell’assolvimento dei precetti l’assenza di regole determina confusione e annulla il lavoro che svolgiamo. Nel sentimento religioso ci deve essere il riconoscimento dell’altro, della diversità appunto all’interno di regole che passino per il rispetto reciproco e per il bene comune”. Un incontro come questo “non deve servire a convincerci reciprocamente della bontà delle nostre fedi, ma a ragionare sulla necessità di rafforzare con credibilità il legame tra fedi religiose”. Tanto più in un un momento terribile come questo “in cui i fronti di conflitto si aprono nelle zone più diverse. Tutti viviamo con sofferenza la perdita di ogni vita umana: in Ucraina, in Israele, a Gaza”.

Dureghello ha infine ricordato le parole con cui nel 2016 ha accolto Papa Francesco nella Sinagoga di Roma: “La fede non genera odio, richiama al dialogo, una convivenza ispirata all’accoglienza, alla pace , alla libertà, in cui si impara a a rispettare, ciascuno con la propria identità, l’altro”.

Ampia partecipazione all’appuntamento

Galantino: il sentimento religioso tra Bonhoeffer e don Milani

Questo il vero sentimento religioso. Quello che, ha messo in luce monsignor Galantino, “permette lo sviluppo della persona. Ma non tutti i sentimenti religiosi vanno in questa direzione”. Galantino si è fatto “aiutare” in questa riflessione da due autori: il pastore luterano Dietrich Bonhoeffer, ucciso dai nazisti nel 1945, e don Lorenzo Milani. Le loro vicende “consentono di tenerci alla larga da espressioni del sentimento religioso che acquietano l’anima e fanno perdere la passione per il Vangelo”. Da Bonhoffer arriva in particolare un messaggio per i giovani ad essere responsabili e consapevoli, a vivere liberi dalla preoccupazione di diventare migliori degli altri e di salvare se stessi. Per Bonhoeffer “il sentimento religioso è legame con la terra, solidarietà con le situazioni di vita più ordinarie. Il contrario dell’integralismo che si rinchiude in se stesso”. In continuità con Bonhoeffer è Don Milani, per il quale “il sentimento religioso non può essere parallelo alla vita. La fede cristiana vuole incontrare l’umanità. Questa è la fede che porta ad impegnarsi per la dignità della persona e per l’inviolabilità dei suoi diritti”.

Messaggio di fratellanza

E anche per una Chiesa davvero profetica. Il parroco di San Pio X ha ricordato l’impegno nella cura delle relazione con le altre confessioni religiose. In particolare la Dichiarazione conciliare Nostra Aetate, con tutta la sua attualità di pensiero: “Gli uomini attendono dalle varie religioni la risposta ai reconditi enigmi della condizione umana, che ieri come oggi turbano profondamente il cuore dell’uomo”. Osserva Celli: “Un messaggio di grande fratellanza universale su cui tanto insiste anche Papa Francesco”.

La cornice in cui si è inserito il confronto è il “Progetto Persona”, una iniziativa da tempo avviata a San Pio X di carattere formativo-divulgativo, tra Vangelo e Costituzione, rivolta in particolare ai giovani universitari.

I relatori in dialogo

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