Chiesa Cattolica – Italiana

Il saluto del Papa ai giovani che hanno aiutato il Dicastero per la Carità

Prima di raggiungere Fiumicino e imbarcarsi sul volo per la Mongolia Francesco ha ricevuto a Casa Santa Marta 12 ragazzi, ospiti del suo Dormitorio, che ieri hanno collaborato a preparare una nuova spedizione di viveri per l’Ucraina

Vatican News

Ieri a maniche rimboccate per caricare i nuovi Tir destinati al teatro di guerra in est Europa. Oggi, 31 agosto, uno accanto all’altro a stringere la mano al Papa, che li ha voluti ringraziare per il loro lavoro. È quanto accaduto nel pomeriggio a Casa Santa Marta dove Francesco, prima di dirigersi in auto all’aeroporto di Fiumicino per il volo verso la Mongolia, ha ricevuto 12 giovani di varia nazionalità che ieri – informa la Sala Stampa vaticana – “hanno aiutato il Dicastero per la Carità nei preparativi per l’invio di viveri in Ucraina”.

Un gesto generoso

Era stato il cardinale Konrad Krajewski, prefetto del Dicastero, a riferire ai media vaticani del nuovo carico di doni alimentari destinati all’Ucraina da parte del Papa, dopo che una società coreana ha fatto arrivare in Vaticano 300 mila porzioni di brodo liofilizzato. Ieri all’alba 30 uomini ospiti Dormitorio di Francesco si sono messi al lavoro come volontari per le operazioni di scarico e di trasferimento degli aiuti nel complesso della parrocchia greco-cattolica di Santa Sofia a Roma, da dove nei prossimi giorni partiranno per l’Ucraina. Un gesto, quello dei volontari, tra cui i 12 ragazzi ricevuti dal Papa, sottolineato con soddisfazione dal cardinale Krajewski: “Tutti conoscono la destinazione di questi prodotti e tutti si sono offerti con gioia nonostante si tratti di un lavoro di fatica di molte ore”.

Ucraina, presto una casa pe vedove e mamme

L’elemosiniere del Papa ha poi detto che tra qualche settimana verrà aperta una grande casa a Leopoli per le vedove della guerra e anche per le mamme con i bambini. “Siamo riusciti – ha detto – con gli altri enti a costruire questa grande casa proprio nel tempo di guerra di accoglienza. E qui il ruolo principale ce l’ha il Santo Padre”.

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