Chiesa Cattolica – Italiana

Il presidente Israeliano ai cristiani: siamo impegnati a difendere la libertà religiosa

Il presidente Isaac Herzog ha incontratoi rappresentanti delle Chiese cristiane, ad Haifa presso il Monastero Stella Maris, oggetto di attacchi da parte di estremisti. Hanno partecipato il patriarca di Gerusalemme dei Latini Pierbattista Pizzaballa e il patriarca ortodosso di Gerusalemme Theophilos. Erano presenti anche i carmelitani di Stella Maris, insieme a un gruppo di vescovi e rappresentanti di varie chiese

don Paweł Rytel-Andrianik – Città del Vaticano

Molti membri della comunità cristiana di Haifa sono scesi in piazza per protestare contro le recenti incursioni di gruppi radicali ebraici nei luoghi sacri cristiani, in particolare nel monastero di Stella Maris. Sulla scia di questi e altri episodi di violenza contro i cristiani, il presidente di Israele, Isaac Herzog, ha intrapreso un’importante visita al Monastero carmelitano di Stella Maris ad Haifa. La visita, avvenuta il 9 agosto, è stata di natura privata, con il presidente Herzog accompagnato dalla moglie e da una piccola delegazione di funzionari. Il presidente israeliano ha dichiarato: “Dobbiamo rispettare i membri di tutte le religioni, ci si siamo impegnati dall’inizio della nostra esistenza. Ama il prossimo tuo come te stesso”.

Herzog: Fenomeni estremisti inaccettabili

Isaac Herzog ha sottolineato: “Nei mesi recenti abbiamo visto fenomeni seri nei confronti delle denominazioni cristiane in Terra Santa. Nostri fratelli e sorelle, cittadini cristiani, che si sentono sotto attacco nei loro luoghi di preghiera, nei loro cimiteri, nelle strade. Io considero questo fenomeno estremistico inaccettabile sotto ogni punto di vista. Questo fenomeno deve essere sradicato e sono grato alla polizia e agli altri enti preposti al rispetto della legge per aver preso con serietà questa vicenda”.  Ha aggiunto: “Qui, in questa pacifica e bella comunità, che ha alle spalle centinaia di anni per nessun motivo i suoi membri devono sentirsi minacciati”.

Pizzaballa: lavorare insieme per rafforzare il dialogo

Il presidente israeliano ha concluso: “Il mio messaggio sia ai cristiani che risiedono in Israele sia ai fedeli in tutto il mondo è che le comunità cristiane sono sicure, protette e fiorenti nella Terra Santa”. All’incontro era presente anche il capo della polizia, Yaakov Shabtai. Il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa ha parlato a nome di tutte le comunità cristiane in Terra Santa. Ha ringraziato il presidente israeliano e i membri della sua delegazione per il loro sostegno non solo a parole ma anche nei fatti. “Dobbiamo lavorare insieme per rafforzare il dialogo di solidarietà e amore tra di noi” – ha detto – “Viviamo negli stessi luoghi, fianco a fianco, e dovremmo vivere in pace, costruire insieme il nostro futuro e sostenerci a vicenda”. Il presidente Herzog ha aggiunto: “Sì, è importante per tutte le religioni”. E il patriarca ha concluso: “Siamo tutti figli dello stesso Dio”.

Il vicario patriarcale Żelazko: la presenza del capo della polizia segno di speranza

Don Piotr Żelazko, vicario patriarcale per i cattolici di espressione ebraica in Israele ha commentato questo incontro ai microfoni di Radio Vaticana-Vatican News. “La visita del presidente significa un impegno ad affrontare le sfide e le preoccupazioni che circondano la violenza contro i cristiani. Impegnandosi con leader spirituali e rappresentanti di varie denominazioni, questo passo significativo sottolinea la dedizione condivisa a coltivare un’atmosfera di tolleranza, dialogo e unità” – ha detto don Żelazko, che ha aggiunto: “La presenza del commissario Yaakov Shabtai, capo della polizia israeliana, porta un senso di speranza, indicando un passo positivo verso la promozione di un quadro più stretto di pace, comprensione reciproca e coesistenza armoniosa”. “Mentre continuano gli sforzi per creare una società più inclusiva e armoniosa – ha concluso il vicario patriarcale – la visita al Monastero Stella Maris rappresenta un simbolo della determinazione collettiva a superare le avversità e aprire un percorso verso un futuro più compassionevole e comprensivo”.

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