Paolo Ondarza – Postumia
Una luce è venuta a rischiarare le tenebre del mondo. Il mistero di Dio fatto uomo, raccontato dagli evangelisti Luca e Matteo, ha affascinato generazioni di artisti che, per rievocare la Notte Santa di oltre duemila anni fa, sull’esempio della prima rappresentazione messa in scena da Francesco d’Assisi a Greccio nel 1223, hanno attinto elementi dalla tradizione e dalla narrazione apocrifa. Tra questi c’è la grotta di cui riferisce tra il V e il VI secolo lo “Pseudo Matteo” quando racconta: “Tre giorni dopo la nascita del Signore nostro Gesù Cristo, la beatissima Maria uscì dalla grotta e, entrata in una stalla, depose il fanciullo in una mangiatoia, e il bue e l’asino l’adorarono.”
Tra stalattiti e stalagmiti
L’antro roccioso quale luogo in cui la Vergine diede alla luce il Salvatore è divenuto quindi un riferimento nell’immaginario collettivo del presepe in ogni parte del mondo. Anche per questo è particolarmente suggestivo assistere allo spettacolo allestito da trentatre anni, nelle giornate tra il 25 e il 30 dicembre nell’ambiente mozzafiato delle Grotte di Postumia, in Slovenia: le più estese del Carso e le più visitate d’Europa, scoperte 200 anni fa. Dal 1989 quello del “Park Postojnska Jama” è il presepe vivente più lungo del Vecchio Continente con 5 km di percorso: 3,5 dei quali da percorrere tra la bellezza naturalistica delle incrostazioni calcaree scolpite nel corso di milioni di anni.
Il trasporto avviene a bordo di un trenino: si tratta della prima ferrovia al mondo dentro una grotta calcarea. Il resto della sacra rappresentazione si snoda a piedi lungo le varie “sale” delle grotte tra maestose concrezioni, stalattiti e stalagmiti, sagomate dallo scorrere di infinitesime gocce d’acqua le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Piccoli di fronte alla grandezza
Una tra le manifestazioni più sublimi e grandiose della natura rende omaggio al Dio che si incarna in un bambino, evento che ha rivoluzionato e redento la storia dell’uomo. Al cospetto di tanta magnificenza si avverte tutta la piccolezza dell’essere creaturale, ma allo stesso tempo ci si sente parte della millenaria storia della salvezza.
Due spettacoli in uno
In 90 minuti di spettacolo oltre 150, tra attori, figuranti, musicisti e cantanti si esibiscono dal vivo sottoterra, a 10° di temperatura costante, su un palcoscenico unico tra luci e suoni che rapiscono e avvolgono i visitatori. 18 le scene bibliche allestite. Gli effetti sonori e luminosi sono ideati nel pieno rispetto del luogo, nel segno della sostenibilità e dell’attenzione alla salvaguardia di un patrimonio naturalistico dal valore inestimabile.
“È una sfida”, spiega Kevin Klun Valencic, un giovane studioso che accompagna i visitatori lungo il percorso delle Grotte di Postumia: “Innanzitutto per gli artisti e i figuranti che devono rimanere dentro le grotte per molte ore. La Natività viene preparata nel corso di tutto l’anno: partecipa molta gente appartenente alla popolazione locale. Lavoriamo nel pieno rispetto dell’ambiente. Gli speleologi ci assicurano che i parametri di temperatura delle grotte non vengono alterati. I visitatori quando escono restano senza parole, impressionati dallo spettacolo delle grotte e del presepe più lungo d’Europa: con un biglietto si vedono due cose”.
Un messaggio di pace
Lo spettacolo natalizio si svolge dalle 13.30 ogni 15 minuti: dall’annunciazione al viaggio di Maria e Giuseppe per il censimento, dall’apparizione dell’angelo ai pastori al viaggio dei Magi, fino alla coinvolgente scena della Natività. “Il messaggio che parte da questo presepe è un augurio di riconciliazione e pace per la terra”, ha detto in conferenza stampa l’amministratore delegato delle Grotte di Postumia, Marjan Batagelj.
Un’esperienza spirituale
Sarebbe riduttivo definirlo solo uno spettacolo. Lo è a tutti gli effetti per il livello delle interpretazioni di attori e cantanti. Il Presepe di Postumia è però anche un’esperienza spirituale, un aiuto ad entrare nel mistero del Natale e ad adorare, come i pastori, la tenerezza e l’onnipotenza di Dio, che ancora oggi viene ad abitare in mezzo a noi.