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Il Parlamento europeo ha approvato il nuovo Patto di stabilità

Dopo la sospensione a causa della pandemia, il nuovo Patto di Stabilità è tornato sul tavolo dell’Eurocamera ed è stato approvato ieri, 23 aprile, con alcune modifiche. Il testo è atteso, nei prossimi mesi, in Consiglio per la votazione finale. Approvati anche nuovi eurocrimini, tra cui lo sfruttamento della maternità surrogata

Giulia Mutti – Città del Vaticano 

Con la decisione presa ieri, mercoledì 23 aprile, dall’Eurocamera sono cambiate le regole dell’amministrazione economica europea che prevedono meno rigore e più flessibilità nei confronti dei Paesi che hanno un debito più alto. Il testo mantiene i parametri del 3% per il rapporto deficit/Pil e del 60% per il rapporto debito/Pil, ma prevede dei piani di rientro graduali per i Paesi che hanno un alto debito come Grecia e Italia.

Le novità

“Oltre ad una maggiore flessibilità, non si sono fatti grandi passi in avanti”, commenta l’economista Umberto Triulzi, sottolineando come “qualche passo in avanti sia stato fatto”.  “Nella versione precedente del Patto – spiega – i Paesi erano obbligati a ridurre il debito ogni anno di un ventesimo, invece questa nuova proposta consente ai Paesi cha hanno un deficit alto di aver un periodo dai 4 ai 7 anni per rientrare più lentamente entro i limiti imposti dall’Ue”. Sul piano economico, infatti, per i Paesi che hanno un debito superiore al 90% è previsto un rientro annuo dell’1%; mentre per i Paesi che sforano il tetto del 3% del deficit è prevista una riduzione dello 0,5% annuo.

Ascolta l’intervista ad Umberto Triulzi

https://media.vaticannews.va/media/audio/s1/2024/04/24/12/137919764_F137919764.mp3

Le sfide future

“Ci aspettavamo – prosegue Triulzi – una riforma più articolata che lasciasse maggior spazio agli investimenti per le sfide future, come quella ambientale o digitale”. La Commissione europea, infatti, prevede che ogni Stato investa “oltre 600 miliardi l’anno per far fronte alle sfide tecnologiche future; tuttavia, con queste regole i Paesi non hanno un grande margine di manovra perché devono investire, come richiede l’Europa e, nello stesso tempo, rientrare nei limiti di debito stabiliti”, sottolinea.

I nuovi eurocrimini

Lo sfruttamento della maternità surrogata verrà considerato un crimine nei Paesi dell’Unione europea. Lo sottolinea la direttiva approvata sempre nella giornata di mercoledì 23 aprile in Parlamento e che dovrà essere adottata formalmente dal Consiglio Ue. Entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. La nuova norma amplia il campo di applicazione delle attuali misure per combattere e prevenire la tratta di esseri umani e per fare questo criminalizza a livello europeo anche il matrimonio forzato e l’adozione illegale. La direttiva punta a rafforzare il coordinamento tra le autorità antitratta e quelle competenti in materia di asilo. Saranno inoltre inasprite le sanzioni nei confronti delle società, ritenute responsabili di reati di tali reati.

La tratta di esseri umani

Già nel 2011 l’Ue aveva adottato una direttiva sulla prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani che ha rappresentato uno strumento fondamentale nella lotta contro quella che, in più occasioni, il Papa ha definito una “moderna schiavitù”, in quanto ha stabilito norme comunitarie minime relative alla definizione dei reati e delle sanzioni. “Dodici anni dopo l’adozione della direttiva – ha affermato la l’eurodeputata Eugenia Rodríguez Palop – si è resa necessaria una revisione, poiché la tratta sta diventando sempre più sofisticata e le risorse a nostra disposizione sono invece rudimentali”.

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