Raccogliere il testimone di chi ci ha preceduti per affrontare creativamente le sfide che presenta la nostra epoca. Francesco rivolge questo invito ai partecipanti al Capitolo generale della Congregazione dei Chierici Mariani dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, ricevuti questa mattina in Vaticano. Ai sacerdoti raccomanda vicinanza, misericordia, tenerezza, secondo lo stile di Dio e invita a pregare per i poveri e per i soldati caduti in guerra
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
“Non dimenticare lo stile di Dio: vicinanza, misericordia e tenerezza”. Il Papa rivolge questo appello ai circa 40 Chierici Mariani dell’Immacolata Concezione ricevuti oggi nella Sala del Concistoro dal Papa in occasione del loro Capitolo generale. “Dio è così: è vicino, è misericordioso, è tenero”.
Questo è il nostro Dio. Un religioso, un prete dev’essere vicino, dev’essere misericordioso, perdonare tutto, e essere tenero, non aggressivo, la carità, paziente di tutti i giorni.
Amore alla Vergine Maria, preghiera di suffragio, attenzione ai poveri. I tre capisaldi della spiritualità su cui San Stanislao di Gesù e Maria, non senza difficoltà, fondò a Crarcovia 350 anni fa la Congregazione – sottolinea Francesco – valgono ancora oggi.
Come Maria, Donna del Vangelo
Il Vescovo di Roma spiega come “il principale culto a Maria Immacolata” sia “l’imitazione della sua vita evangelica”: la devozione alla Vergine infatti “si nutre e cresce con l’ascolto e la meditazione della Parola di Dio”, perché “Maria è la Donna del Vangelo”. A tal riguardo Francesco cita tre titoli mariani con cui san Giovanni Paolo II invitata a venerare la Madonna:
Maria “Sede della Sapienza”, perché sia ferma e solida la vostra testimonianza evangelica; Maria “Consolatrice degli afflitti”, perché gli uomini del nostro tempo trovino in voi amore e comprensione, e siano attratti a Dio dalla vostra carità e dal vostro servizio disinteressato; Maria “Madre di Misericordia”, perché siate ricchi di compassione materna per le anime redente dal sangue di Cristo e a voi affidate.
La preghiera di suffragio
Nella preghiera di suffragio san Stanislao – sottolinea il Papa – inseriva la preghiera per due grandi gruppi di poveri del suo tempo: i morti di peste ed i soldati caduti in battaglia. Questa preghiera, sottolinea a braccio, è di grande attualità:
Oggi ci vuole per i soldati: stanno cadendo dappertutto! Pensiamo che nel diciassettesimo secolo circa il 60% della popolazione europea fu sterminata dalle epidemie e dalle guerre! Bisognava pregare allora per le anime dei defunti e per il conforto delle famiglie e delle comunità, segnate dal dolore e dal lutto per la perdita dei loro cari.
I poveri
Legata a questo aspetto era l’attenzione ai poveri con sui secondo san Satanislao i Chierici Mariani potevano contribuire a “rispondere ad alcuni seri problemi del tempo: “l’affievolimento della fede, specialmente tra le classi più umili, la carenza di vocazioni sacerdotali e religiose, lo stato di miseria di gran parte della popolazione”.
Azione e spiritualità, oggi come ieri
Oggi, esorta il Pontefice, i Chierici Mariani sono chiamati a “raccogliere il testimone” di queste linee di azione e spiritualità tracciate nel 1670, rispondendo “creativamente alle sfide che anche la nostra epoca presenta”. Questa continuità tra passato e presente già in atto nella Congregazione è manifestata in tempi recenti secondo il Papa dall’apertura ai laici, dalla tutela della vita dal concepimento alla morte, dall’attenzione agli ultimi e dal sostegno alle famiglie in difficoltà: “Oggi la famiglia in pericolo sempre”. Ne sono un esempio il centro di naprotecnologia e di aiuto alla famiglia attivato presso il Santuario di Licheń, in Polonia e le nuove aree di missione in Asia e in Africa.
Non scoraggiatevi se incontrate opposizioni o difficoltà. Pensate alle grandi prove che ha affrontato la vostra famiglia religiosa nei secoli, ad esempio quanto all’inizio del novecento si è ridotta ad un solo membro! Con l’aiuto di Dio vi siete ripresi, fino a trovarvi oggi ad essere circa cinquecento religiosi, presenti in diciannove Paesi del mondo.
Il pensiero del Papa va al beato Giorgio Matulaitis che tra il 19.mo ed il 20.mo secolo fu tra i protagonisti della rinascita della Congregazione, senza paura, agendo in clandestinità e rischiando l’arresto “senza mai rinunciare a promuovere tra i religiosi e tra i fedeli la carità e l’unità”. L’incoraggiamento del Vescovo di Roma è quello di tenere viva la fedeltà alle origini in questa attenzione profetica all’oggi”.