Il Papa: un migrante si accetta in quanto persona, non per quello che può dare

Vatican News

Ai partecipanti al convegno formativo della “Cattedra dell’Accoglienza” promossa dalla Fraterna Domus, in corso fino a domani, Francesco torna a parlare di quanti lasciano il proprio Paese per cercare un futuro migliore altrove e della reticenza a offrire all’integrazione da parte di quei nazionalismi chiusi: la gratuità è essenziale per generare fraternità e amicizia sociale

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Papa Francesco richiama quel suo “appello a ‘pensare e generare un mondo aperto’, contro la chiusura da sagrestia, che tante volte abbiamo”, lanciato nell’enciclica Fratelli tutti, nel discorso ai partecipanti al convegno formativo della “Cattedra dell’Accoglienza”, ricevuti nella Sala del Concistoro del palazzo apostolico. E parla di accoglienza come uno dei tratti che devono caratterizzare l’idea del “mondo aperto”. Francesco si congratula con la Fraterna Domus – che ha promosso la Cattedra – per aver risposto al suo invito ad aprirsi agli altri, a tutti, senza distinzione alcuna, e per gli incontri formativi organizzati “per poter operare, per poter generare accoglienza”, tenendo presenti volti, storie e problemi concreti.

L’accoglienza gratuita dei migranti

E a proposito di accoglienza il Papa torna a parlare di migranti, ribadendo, come scritto nella Fratelli tutti, quanto sia errata la persuasione di quei nazionalismi incapaci di gratuità, chiusi, con “l’errata persuasione di potersi sviluppare a margine della rovina altrui e che chiudendosi agli altri saranno più protetti”. Nella sua enciclica Francesco rimarcava che “l’immigrato è visto come un usurpatore che non offre nulla”, per questo “si arriva a pensare ingenuamente che i poveri sono pericolosi o sono inutili e che i potenti sono generosi benefattori” e ribadendo all’opposto che “solo una cultura sociale e politica che comprenda l’accoglienza gratuita potrà avere futuro”. In modo analogo, sottolinea nuovamente, “l’aspetto della gratuità è essenziale per generare fraternità e amicizia sociale”.

L’accoglienza gratuita. Spesso si parla dell’apporto che i migranti danno o possono dare alle società che li accolgono. Questo è vero ed è importante. Ma il criterio fondamentale non sta nell’utilità della persona, bensì nel valore in sé che essa rappresenta. L’altro merita di essere accolto non tanto per quello che ha, o che può avere, o che può dare, ma per quello che è.

Il Pontefice confida di essere stato sempre colpito nell’Antico Testamento, dalla ricorrenza delle tre persone per le quali “si deve avere una speciale attenzione: la vedova, l’orfano e il migrante”, esorta ad offrire ciò che avanza a chi ne ha bisogno e insiste su quanto sia “importante, riprendere questa tradizione dell’accoglienza, del modo di accogliere coloro che non hanno o che hanno una situazione difficile”.

L’apertura all’amore e quella incondizionata agli altri

La premessa, per Francesco, è quella “progressiva apertura dell’amore” approfondita nel capitolo terzo della Fratelli tutti, quel “tendere verso la comunione universale”, quella “maggiore capacità di accogliere gli altri, in un’avventura mai finita che fa convergere tutte le periferie verso un pieno senso di reciproca appartenenza” e di cui l’accoglienza è naturale conseguenza. E quanto all’amore verso tutti il Papa precisa che “il riferimento fondamentale è la prima enciclica di Benedetto XVI Deus caritas est”.

L’accoglienza è un’espressione dell’amore, di quel dinamismo di apertura che ci spinge a porre l’attenzione sull’altro, a cercare il meglio per la sua vita e che nella sua purezza è la carità infusa da Dio. Nella misura in cui viene permeata da questo atteggiamento di apertura e di accoglienza, una società diventa capace di integrare tutti i suoi membri, anche quelli che per vari motivi sono “stranieri esistenziali”, o “esiliati occulti”, come a volte, ad esempio, si trovano ad essere le persone con disabilità, o gli anziani.

Infine Francesco incoraggia la Cattedra dell’Accoglienza a portare avanti il cammino di formazione intrapreso, “per poter sempre meglio vivere l’accoglienza e promuovere una cultura dell’accoglienza”.